Capello e l'Inter: "Una squadra in cui non potrò mai andare"
CalcioI nerazzurri sono il grande cruccio del ct dell'Inghilterra: "Non c'è niente da fare. Avevo 18 anni ed Herrera chiese a Moratti padre di comprarmi, ma il presidente della Spal disse di no. Altre volte siamo stati vicini ma non è mai andata in porto"
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"Non c'è niente da fare. E' una squadra in cui non potrò mai andare, è come quando prendi un palo e la palla va fuori". Fabio Capello, a Catanzaro per ricevere il premio Nicola Ceravolo, risponde così a chi gli chiede se potrò mai allenare l'Inter. "Ci sono delle squadre - ha aggiunto - nelle quali non riesci mai ad andare. Avevo 18 anni ed Herrera chiese a Moratti padre di comprarmi, ma il presidente della Spal disse di no. Altre volte siamo stati vicini ma non è mai andata in porto".
Il futuro di Fabio Capello, dopo i prossimi europei, non prevede una panchina in Italia. Lo ha detto lo stesso Capello: "Sono coerente con quello che ho già detto - ha spiegato il ct della Nazionale inglese - e farò qualcos'altro. Non siederò su una panchina italiana. Anche il ruolo di allenatore-manager, all'inglese, in Italia non mi piacerebbe. Credo di poter gestire sia il campo che il portafoglio, ma in Italia non c'è questa possibilità". Intanto Capello pensa a concentrarsi sul prossimo europeo, terminato il quale finirà la sua esperienza come Ct dell'Inghilterra. "Sarà un torneo molto competitivo - ha detto - un vero e proprio mondiale. Basta pensare che tre delle prime quattro squadre del Mondiale in Sudafrica erano europee. Per quanto riguarda l'Inghilterra bisognerà vedere come arriveremo all'appuntamento, soprattutto sotto il profilo psicologico. E poi serve un po' di fortuna".
Capitolo Del Piero - "Le 'bandiere' nel mondo del calcio sono bellissime, ma i tifosi e le società chiedono i risultati e l'allenatore è scelto per questo". Così il ct della nazionale inglese, Fabio Capello ha commentato l'annuncio di Andrea Agnelli sull'ultimo anno di Del Piero alla Juve. "Del Piero - ha aggiunto - quest'anno sarà importantissimo e certamente le bandiere vanno rispettate ma le società vogliono i risultati. Per me è difficile parlare. Ho avuto Del Piero come giocatore e gli ho allungato la carriera quando ho capito che gli serviva recuperare energie. Ma sono anche amico di Andrea Agnelli. Diciamo che hanno pareggiato".
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"Non c'è niente da fare. E' una squadra in cui non potrò mai andare, è come quando prendi un palo e la palla va fuori". Fabio Capello, a Catanzaro per ricevere il premio Nicola Ceravolo, risponde così a chi gli chiede se potrò mai allenare l'Inter. "Ci sono delle squadre - ha aggiunto - nelle quali non riesci mai ad andare. Avevo 18 anni ed Herrera chiese a Moratti padre di comprarmi, ma il presidente della Spal disse di no. Altre volte siamo stati vicini ma non è mai andata in porto".
Il futuro di Fabio Capello, dopo i prossimi europei, non prevede una panchina in Italia. Lo ha detto lo stesso Capello: "Sono coerente con quello che ho già detto - ha spiegato il ct della Nazionale inglese - e farò qualcos'altro. Non siederò su una panchina italiana. Anche il ruolo di allenatore-manager, all'inglese, in Italia non mi piacerebbe. Credo di poter gestire sia il campo che il portafoglio, ma in Italia non c'è questa possibilità". Intanto Capello pensa a concentrarsi sul prossimo europeo, terminato il quale finirà la sua esperienza come Ct dell'Inghilterra. "Sarà un torneo molto competitivo - ha detto - un vero e proprio mondiale. Basta pensare che tre delle prime quattro squadre del Mondiale in Sudafrica erano europee. Per quanto riguarda l'Inghilterra bisognerà vedere come arriveremo all'appuntamento, soprattutto sotto il profilo psicologico. E poi serve un po' di fortuna".
Capitolo Del Piero - "Le 'bandiere' nel mondo del calcio sono bellissime, ma i tifosi e le società chiedono i risultati e l'allenatore è scelto per questo". Così il ct della nazionale inglese, Fabio Capello ha commentato l'annuncio di Andrea Agnelli sull'ultimo anno di Del Piero alla Juve. "Del Piero - ha aggiunto - quest'anno sarà importantissimo e certamente le bandiere vanno rispettate ma le società vogliono i risultati. Per me è difficile parlare. Ho avuto Del Piero come giocatore e gli ho allungato la carriera quando ho capito che gli serviva recuperare energie. Ma sono anche amico di Andrea Agnelli. Diciamo che hanno pareggiato".
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