Nazionale, un attacco da rifare. E sono in tanti a sperare

Calcio
Del Piero e Di Natale potrebbero ambire a un posto per Euro 2012
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Dopo i problemi accusati da Rossi e Cassano, Balotelli resta l'unica certezza dell'Italia. Le quotazioni di Giovinco salgono, ma bisognerà valutare alternative. Spazio a Matri e Pepe, ma attenzione a Di Natale, ad alcuni outsider e ai grandi vecchi. FOTO

FOTO: La Nazionale dell'era Prandelli - Sulle tracce di Prandelli: la fotostoria del ct azzurro

di AUGUSTO DE BARTOLO

Vedere sgretolarsi sotto gli occhi un'idea di gioco d'attacco costruita nel tempo, con sudore, fatica e sacrificio, con l'attenzione di cui necessitano certi particolari, alcuni movimenti nel tentativo di raggiungere l'intesa perfetta - ingrediente primario se non si può contare sul fisico e si decide di puntare sulla classe e la tecnica - non deve essere stato proprio piacevole per Cesare Prandelli. Nel giro di pochi giorni l'Italia ha perso le sue certezze, Giuseppe Rossi e Antonio Cassano, le più solide, quelle che avevano caratterizzato la nostra nazionale da diverse partite conducendo gli azzurri ad un’agevole qualificazione. I guai fisici accusati dalla coppia titolare non garantiscono la presenza di entrambi a Euro 2012, certamente non permetteranno loro di arrivare alla rassegna continentale in condizioni smaglianti qualora dovessero farcela.

In questi mesi l'Italia dovrà cercare delle valide alternative da affiancare a Balotelli, a questo punto unica pedina inamovibile dello scacchiere offensivo, e a Giovinco le cui quotazioni azzurre, da titolare, hanno già preso il volo. Con i convocati di ieri sera il ct ha iniziato la nuova sperimentazione per verificare le opportunità che il campionato offre. Prandelli dovrà, però, rivisitare l'atteggiamento tattico di una squadra che aveva saputo trovare un'identità offensiva specifica (Cassano-Rossi) e anche la sua alternativa (Giovinco-Balotelli), omologa per caratteristiche tecniche.

Ora bisognerà percorrere altre vie o ripiegare su giocatori simili a Cassano e Rossi: Matri e Pepe stanno facendo bene e meritano, come dimostrato dalla loro convocazione per Polonia e Uruguay, una chance ma hanno un profilo tecnico diversamente propedeutico all'iniziale idea di gioco di Prandelli. Pazzini (o Osvaldo o Gilardino), o due dei tre, rappresentano e rappresenteranno l'opzione "fisica" laddove il gioco rasoterra dovesse fallire.

Ma se il ct vorrà proseguire sulla strada intrapresa ormai un anno fa, dovrà tenere in seria considerazione giocatori che sembravano tagliati fuori dal giro azzurro. Antonio Di Natale è il più gettonato del novero: capocannoniere della Serie A (8 gol in 9 presenze), unico italiano tra i 50 candidati al Pallone d'Oro e la voglia di un ragazzino. Prandelli, non lo ha nascosto, lo conosce, sa cosa può dare ma lo chiamerà solo se l'indisponibilità di Pepito o FantAntonio, o di entrambi, a maggio sarà cosa certa. Ma a questo punto la chance di vestire l'azzurro a Euro 2012 non è preclusa a nessuno dei calciatori considerati di talento. Bisognerà fare di necessità virtù e ripescare, magari, qualcuno non più giovanissimo. Fabrizio Miccoli non rifiuterebbe una chiamata, così come Marco Di Vaio. Alessio Cerci potrebbe rappresentare la novità in fatto di qualità e gioventù, mentre tra i più promettenti le candidature di Fabio Borini o Alberto Paloschi sembrano troppo acerbe per essere prese in considerazione. Difficile pensare ai pur bravi Sculli, Pellissier, Rocchi, Calaiò o Brienza a cui fa difetto una solida esperienza internazionale.

Se Francesco Totti sembra meno brillante, soprattutto per gli ultimi acciacchi, Alessandro Del Piero, utilizzato con eccessiva parsimonia da Antonio Conte, potrebbe arrivare a giugno estremamente fresco. E chissà che Prandelli non gli regali (per necessità o per scelta) un crepuscolo dorato nel cielo di Polonia e Ucraina.

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