Napoli, cinismo e continuità: i segreti per diventare grandi

Calcio
Maggiore continuità nei risultati, ecco quello che è mancato fino ad ora al Napoli (Foto Getty)
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L'ANALISI. Gli azzurri sono cresciuti dal punto di vista della mentalità. Le grosse prestazioni contro le "big" non bastano, i campionati si vincono facendo punti contro le "piccole". Mazzarri attende Britos e Donadel, ma soprattutto i gol di Hamsik

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di LUIGI VACCARIELLO

La grande partenza, coincisa con i successi su Cesena e Milan e l’ottimo esordio in Champions di Manchester, avevano lanciato da subito il Napoli nell’alveo delle grande favorite allo Scudetto. I 14 punti in classifica, seppure con una partita in meno rispetto al resto delle pretendenti, Milan e Juve su tutte, evidenziano però il grosso problema di fondo degli azzurri: la poca costanza nei risultati di una squadra che, come ripete spesso Mazzarri, “ha bisogno di giocare sempre al 110% delle proprie possibilità” per essere grande.

Cosa va – Il Napoli è cresciuto senza dubbio dal punto di vista della mentalità. La conferma la si è avuta in Champions League dove gli azzurri hanno giocato alla pari con Manchester City e Bayern Monaco, ovvero le dominatrici assolute, fino a questo momento, di Premier League e Bundesliga. Ma anche in campionato: tre delle quattro vittorie sono arrivate contro squadre di valore assoluto come Milan, Inter e Udinese. Il pacchetto arretrato, solo 7 gol subiti in Serie A, rodato da due anni di “convivenza” dell’asse Campagnaro-Cannavaro-Aronica, si sta confermando solido anche a livello europeo. Così come il prorompente gioco sulle fasce, affidato a Maggio sulla destra e al duo Zuniga-Dossena sulla sinistra, e la letalità nelle ripartenze di Lavezzi e Cavani.

Cosa non va – L’incostanza nei risultati è sotto gli occhi di tutti. Il Napoli fa fatica soprattutto nelle partite con le cosiddette “provinciali”. Le sconfitte contro Chievo, Catania e Parma potrebbero pesare come macigni nell’economia finale della classifica degli azzurri, belli e vincenti contro le “grandi”, sofferenti e spesso perdenti contro le “piccole”. Altra nota dolente sono le seconde linee. A fine mercato il Napoli sembrava aver tappato questa falla con gli arrivi di Santana, Pandev, Dzemaili, Inler, Fernandez, Fideleff, Britos e Donadel. Se sugli ultimi due il giudizio resta sospeso vista la loro totale indisponibilità fino a questo momento, gli altri - a parte Fernandez, Dzemaili e Inler - non si sono dimostrati all’altezza delle aspettative della vigilia.

Promossi – Gargano, Maggio, Zuniga, Campagnaro, Cannavaro, Aronica, Fernandez, Lavezzi e Cavani. Gargano è stato con Maggio l’uomo in più di questo Napoli. L’uruguaiano, descritto come svogliato e dato sulla lista dei partenti in estate, si è rivelato il miglior compagno di reparto possibile per Inler. L’esterno, che ha convinto definitivamente Prandelli con le sue sgroppate e la comprovata maturità in fase difensiva, è uno dei calciatori più temuti dai tecnici avversari. Cannavaro, Campagnaro e Aronica si sono confermati anche a livello europeo, così come il neo arrivato Fernandez. Zuniga non è più un’alternativa, ma una solida realtà, mentre Lavezzi e Cavani sono due attaccanti che non fanno paura solo in Italia, ma a mezza Europa. Inler merita un discorso a parte. Lo svizzero, fiore all’occhiello del mercato azzurro, sembrava essere entrato alla grande nei meccanismi di Mazzarri dando quell’ordine tanto predicato in mezzo al campo dal tecnico di San Vincenzo. Sarà un caso, ma il suo calo è coinciso con le prestazione tutt’altro che esaltanti degli azzurri.

Bocciati – Hamsik, Pandev, Santana, ma soprattutto Fideleff. Dopo la telenovela estiva da Marechiaro ci si attendeva un ulteriore salto di qualità. Lo slovacco però, dopo una partenza sprint e il primo gol in Champions, è parso un po’ spaesato, uscendo spesso fuori dal gioco. Le fortune del Napoli passano anche dai suoi affilatissimi piedi. Pandev e Santana dovevano essere i due assi nella manica, da inserire magari a gara in corso, di Mazzarri. Da assi però, hanno dimostrato ben poco fino ad ora. 70’ buoni dal 1’ contro il Chievo, poi il disastro. Il difensore argentino è apparso spesso in difficoltà, facendosi notare più per i riccioli biondi che per chiusure memorabili. La domanda sorge spontanea: non era meglio dare un’altra chance a Ruiz? A Valencia ne sono entusiasti.

Cosa serve – Costanza nei risultati, maggiore protagonismo di Hamsik e recupero degli infortunati. Più che guardare al mercato, gli azzurri devono buttare un occhio nello spogliatoio per provare a trovare quella giusta continuità che serve ad una squadra che vuole ambire a traguardi sempre più ambiziosi. Il Napoli ha abituato a grosse prestazioni contro le “big”, ma i campionati si vincono soprattutto facendo punti contro le “piccole”. Il destino della squadra di De Laurentiis passa anche dai gol di Hamsik. Se lo slovacco tornerà ad essere protagonista del gioco azzurro buone parte dei problemi saranno risolti. Infine, il capitolo infermeria. Donadel, Britos e Gargano dovrebbero essere pronti dopo la sosta. Prima di pensare al mercato, Mazzarri vuole capire quanto affidabilità possono assicurare l’ex centrocampista della Fiorentina e il difensore uruguaiano. Gennaio però, non è poi così lontano.

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