Professione mister. A lezione all'Università di Coverciano

Calcio
L'aula di Coverciano con i futuri allenatori di serie A

IL REPORTAGE. E' entrato nel vivo il corso master per i tecnici professionisti di prima categoria. Sotto la guida di Renzo Ulivieri tanti ex calciatori sono tornati a scuola: da Baggio a Carbone, da Ze' Maria a Cerezo. GUARDA VIDEO E FOTOGALLERY

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di AUGUSTO DE BARTOLO
(da Coverciano)

Chi è appassionato di calcio sa che il centro tecnico di Coverciano è il tempio inviolabile della Nazionale. Il luogo da cui partono, ogni volta, le spedizioni dell'Italia di Prandelli in Europa e nel mondo. E' il posto dove si coltivano i sogni, non solo dei calciatori professionisti ma anche di quelli che spesso vengono considerati come singoli e non come squadra: gli allenatori.

Entrare a Coverciano è un po' come andare all'Università. Sai già che dovrai imparare, migliorare, studiare e poi essere promosso. Che tu sia un calciatore della Nazionale o un ex con il nuovo status di studente al corso "Master Uefa Pro" (che abilita ad allenare anche in Europa) non fa differenza. Sei sempre sotto esame. La segreteria, l'aula magna, il bar, tutto fa pensare ad un ateneo. I professori, tra i quali il presidente dell'assoallenatori Renzo Ulivieri, sono tipi tosti con cui confrontarsi. L'obiettivo è quello di migliorare la qualità del calcio italiano, stando al passo con i tempi e soprattutto con gli altri. Spagna, Inghilterra e Germania sono ancora davanti ma "di tecnici stupidi in serie A non ce ne sono", assicura Ulivieri. Annuiscono, tra gli altri, Roberto Baggio, Benny Carbone, Benoit Cauet, Zè Maria, il tecnico del Palermo Devis Mangia e l'indimenticabile Toninho Cerezo (fresco osservatore della Sampdoria). Sanno che la concorrenza sarà spietata, meglio mettersi sotto a studiare, non basterà essere stati dei big in campo.

Il professor Francesco Perondi parla di metodologia dell'allenamento, usa termini come massimali, potenza lattacida e controllo del carico, parla di test di Mognoni e di Gacon da sottoporre ai giocatori. I block notes si riempiono, l'attenzione è massima anche se qualcuno, ogni tanto, sbircia sull'I-phone o parla con il compagno di banco. La curiosità s'intensifica quando viene spiegato l'otto contro otto proposto da Mourinho: un’esercitazione per migliorare il fiato e la copertura del campo. Le slides che passano sul maxischermo dell'aula magna di Coverciano sono un continuo riempirsi di frecce, trattini e cifre. Percorsi destinati a essere applicati sul campo.

Dopo due ore la palla passa a Ulivieri, il calcio "giocato" si riprende la scena e la tattica sulle palle inattive è l'argomento del giorno. Piazzamento a zona, zona mista, uscite in palleggio accendono discussioni e spiegazioni e la cara vecchia lavagna torna utilissima per illustrare i movimenti a scalare e ad accorciare, che trovano, poi, verifica sul campo numero 5 dove i futuri super tecnici, per un attimo, tornano a vestire i panni da calciatore ma in tuta (e non in pantaloncini) e senza forzare. Sono in pochi a toccare la palla: Ze' Maria, Zauli, Pecchia, Baggio non la vede nemmeno, i ricordi dei dolori alle ginocchia inducono alla prudenza.

Il Bayern è la squadra su cui si sposta l'attenzione, la sua filosofia di gioco viene minuziosamente analizzata. L'ex Vicenza e Bologna Lamberto Zauli interviene e spiega che all'estero le big non hanno paura di giocare con i terzini alti e con tre giocatori (Ribery, Kroos e Muller) e la prima punta (Gomez), alle spalle dei centrocampisti avversari. Ha colpito nel segno. C'è da innescare il cambio di una mentalità troppo legata alla fase difensiva e poco a quella offensiva. A Coverciano ne sono consapevoli. L'arduo compito spetterà a questa nuova generazione di tecnici.

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