L'arte di Osvaldo. Rovesciate impossibili... da annullare

Calcio
Osvaldo rovescia, l'arbitro annulla: l'ennesimo capolavoro perduto
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Storia di tanti piccoli capolavori perduti, ingiustamente cancellati dal fischio di un arbitro: quelli di Osvaldo, Rummenigge, Cavani al Camp Nou. Solo i tifosi non li dimenticano. E si domandano: non si potrebbe chiudere un occhio? GUARDA I VIDEO

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di Vanni Spinella

Vi sognereste mai di disegnare i baffi alla Gioconda? O di sedervi sulle ginocchia del Mosè di Michelangelo? Se avete più di quattro anni, probabilmente no. Ci hanno insegnato che certe opere vanno rispettate. Ammirate in silenzio, e rispettate. E allora perché offendere l'arte annullando ingiustamente un gol come quello di Osvaldo? Dite che si trattava "solo" di una rovesciata?
Dato che il rischio di passare per fanatici esiste, meglio chiarire subito un paio di cose. Primo: anche un gol, a modo suo, può essere arte. Non state ad ascoltare la Corte di giustizia europea, che ha dichiarato che "il calcio non è ingegno". Si tratta di persone che da piccole venivano mandate sempre in porta o che, quando si facevano le squadre, erano sempre scelte per ultime. Secondo: il gol in rovesciata è più di un semplice gol.

Perché la rovesciata è da sempre il gesto che più accende la fantasia del tifoso. Scelta dai registi come “climax” (non è un caso che Pelé, in “Fuga per la vittoria”, segni l’epico gol decisivo in rovesciata, e non appoggiando a porta vuota su una respinta del portiere); dai creatori di cartoni animati come sogno di qualsiasi bambino (in "Holly e Benji" le rovesciate si sprecano, tanto che viene ideata anche quella “in coppia”); dagli scrittori sudamericani per farne poesia (i brasiliani la chiamano “em bycicleta”, e se non è poesia questa…); dai ragazzini di tutto il mondo, su qualsiasi campo sportivo, per mostrare agli amici la propria abilità.

Ma torniamo al nostro artista e ricostruiamo l’opera. Roma-Lecce, minuto 75: Gago alza la testa e scodella in area, in direzione del secondo palo. E qui entra in scena Osvaldo, che in una frazione di secondo sceglie la soluzione più difficile, la più spettacolare, l'unica. Gli si accende una lampadina, come era capitato a Newton colpito da una mela o ad Archimede immerso nella vasca da bagno, e a quel punto è già in volo, bello come Batistuta, leggero come l'aria. Un corpo coordinato non è forse una forma d'arte? Un gol del genere non è forse ingegno? Il disegnatore di baffi, purtroppo per lui, è in campo e ha le sembianze dell’arbitro. Inflessibile, annulla senza pietà per fuorigioco.

La disperazione sul volto di Osvaldo è simile a quella di un pittore a cui viene scarabocchiata la tela. La stessa espressione che ha segnato i volti di Riccardo Meggiorini giusto tre settimane fa (Lecce-Novara, gol in rovesciata annullato per fuorigioco inesistente) e di Edinson Cavani al Camp Nou (riuscite a immaginare cosa voglia dire segnare in rovesciata alla squadra più forte del mondo?). O, per andare un po’ più indietro nel tempo, di Kalle Rummenigge (Inter-Glasgow Rangers del 1984, prodigiosa girata annullata per “gioco pericoloso”. Sì avete letto bene: gioco pericoloso), di Aldo Cantarutti (Catania-Milan del 1983: il “Cibali” ancora grida vendetta) e di Kevin Keegan (sforbiciata in Southampton-Man Utd del 1981).

Naturali e spontanei i commenti dei telecronisti-tifosi: dal "Carissimo direttore di gara, hai fatto una delle cattiverie più atroci..." di Carlo Alvino (Barcellona-Napoli, gol di Cavani) al "Brighi vergognati, ma come ti viene in mente di annullare un gol del genere?" (Roma-Lecce, Osvaldo), con reazioni che vanno dalla pretesa ("ce lo devi dare") alla supplica ("non mi puoi mortificare così").

Sì, perché in certi momenti, forse, l’aspetto estetico dovrebbe avere la precedenza su quello regolamentare. Tradotto, chiudere un occhio di fronte a tanta bellezza. Il principio è quello per cui tutti dovrebbero poter fruire del “bello”, in qualsiasi forma esso si presenti: Gioconda, Mosè e, perché no, gol in rovesciata. Leonardo, Michelangelo, Osvaldo. Non suona poi così male, no?

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