Mandorlini settebellezze sulle orme del Verona di Prandelli

Calcio
Andrea Mandorlini sta portando il Verona a sognare di nuovo al Serie A
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B COME BARONE Dopo il settimo successo consecutivo in campionato, l'Hellas sogna la Serie A grazie alla spinta del suo tecnico. Battendo sabato l'Albinoleffe, eguaglierebbe il ct che, sulla panchina gialloblù nel 1998-99, arrivò a otto. E fu promozione

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di DANIELE BARONE

Qualche volta gli capita di ritrovarsi dentro il frullatore. Il "caso" della canzoncina contro i meridionali della scorsa estate, la lite con Aniello Cutolo dopo quel gol al Bentegodi, la polemica in diretta tv con il suo direttore sportivo a Livorno: Andrea Mandorlini tira dritto e intanto vince. Vince che sembra non voglia fermarsi più. Il suo Verona ne ha messe insieme sette consecutive (miglior striscia di tutto il campionato alla quale va aggiunta pure la vittoria in Coppa Italia a Parma) e, se sabato dovesse battere al Bentegodi pure l'Albinoleffe, eguaglierebbe il primato di Prandelli che nel 1998-99 ne infilò otto e alla fine di quella stagione portò l'Hellas in A.

Di sicuro, in questo momento, Mandorlini ha tra le mani un gruppo che funziona a meraviglia, che ha assorbito gli affanni iniziali del cambio di categoria e si è messo a correre. Tutti partecipano, tutti segnano (undici marcatori diversi), tutti stretti intorno al loro allenatore. La squadra, intanto, e poi la città: un grande amore ricambiato.

Mandorlini ha ridato a Verona la B dopo troppi anni bui e Verona ha ridato a Mandorlini la spinta dopo l'esonero choc al Cluj di quindici mesi fa proprio alla vigilia del debutto in Champions League e dopo aver vinto tutto l'anno prima. "Un sogno spezzato. Una botta durissima da digerire. Ma adesso Verona è il posto migliore dove potessi sperare di essere".

Le polemiche? Anche no. Conta solo l'Hellas e quella voglia matta di regalarle il doppio salto come due anni fa era riuscito al Cesena di Bisoli e nel campionato scorso al Novara di Tesser. Il secondo posto alle spalle del Torino è già un grande risultato ma figuriamoci se uno come Mandorlini che pure, saggiamente, predica modestia e pazienza, possa porre limiti a questa grande passione che è il Verona (squadra) e che è Verona (città) in questo momento. Lui, per primo, che è la giusta reclame della passione. Pure a costo, qualche volta, di finire dentro il frullatore.

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