Tim Cup, la Juve ospita il Bologna: è la sua notte di coppa

Calcio
Un'immagine dell'ultima sfida di campionato tra Juventus e Bologna, terminata 1-1 (Getty)
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Questa sera alle 21 gli emiliani faranno visita ai bianconeri: la sfida vale la qualificazione agli ottavi. Conte schiera Del Piero e le seconde linee, ma non può permettersi di snobbare il torneo: per chi non vince da anni, non è solo una "coppetta"

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di LORENZO LONGHI

In tempi di carestia, qualsiasi metallo anche minimamente prezioso vale come l'oro. Il ragionamento vale per la Juventus che, questa sera alle 21, ospiterà il Bologna facendo il suo debutto nell'edizione 2011-12 della Coppa Italia, l'unica competizione extra-campionato che vede i bianconeri impegnati in una stagione in cui l'Europa è loro proibita. La Coppa dei poveri, secondo il senso comune, ma per modo di dire: basta dare un'occhiata all'albo d'oro delle ultime stagioni per capire che chi fa sul serio non snobba niente. L'Inter, in questo senso, insegna. Non esistono "coppette", soprattutto per chi non vince da un po'.

E' quello che accade alla Juventus, ed è per questo motivo che - in un mondo di banalità tipo "sono tutte finali", pessima frase che in genere si dice già da ottobre - non suona troppo iperbolica una dichiarazione di Claudio Marchisio martedì: "La Coppa Italia - ha detto - è la nostra Champions". Retorica? Certo, ma in fondo neanche troppo: lo è perché è l'unica manifestazione a latere che giocano i bianconeri e perché "vincere aiuta a vincere", diceva Marcello Lippi, mentore del tecnico bianconero Conte. Come si vince, la Juve, ancora non lo sa. E, considerando che la via per lo Scudetto è lunghissima e il Milan - con una rosa superiore a quella bianconera - punta fortemente a riconfermarsi, la Tim Cup potrebbe non essere solo una scocciatura per la Juve. Giocherà con le seconde linee, Conte, che pure schiererà titolare Alessandro Del Piero, ma non può permettersi di fare figuracce proprio ora, tanto più che il Bologna da Torino è già uscito imbattuto in questa stagione.

L'allenatore, del resto, conosce la competizione: era in campo sia l'ultima volta che la Juventus vinse la Coppa Italia (nel 1995, contro il Parma), sia nell'ultima finale - del torneo, ma anche l’ultima in assoluto se si eccettua la Supercoppa - persa dai bianconeri, nel 2004 contro la Lazio. Giocò l'andata, non il ritorno, comunque la Juve non alzò il suo decimo trofeo. Sa dunque cosa significa vincere, Conte, ma anche cosa significa perdere. E sa che non può scegliere fra le due alternative.

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