Il pallone s'è fatto Fubles: così il web cambia il calcio
CalcioUn gruppo di ragazzi milanesi ha creato il social network per organizzare partite senza rischio "bidone". Le pagelle a fine partita alimentano una classifica generale, i migliori partecipano a gare speciali. In campo siamo scesi anche noi. VIDEO E FOTO
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di ALFREDO ALBERICO
Alcuni appuntamenti sono irrinunciabili. La riunione col capoufficio? Il pranzo della domenica da mamma e papà? Macché, è la partita di calcetto con gli amici l'evento settimanale che inchioda migliaia di appassionati e rende questo sport tra i più praticati al mondo. La conferma arriva dal web, da Fubles.com, un social network confezionato in Italia nel 2007 e con oltre 85mila iscritti in tutta Europa.
Questa sorta di Facebook del pallone rivoluziona l'idea di calcio amatoriale per mettere insieme, in un colpo solo e in economia, giocatori, partite, centri sportivi. "Vogliamo migliorare la vita dei calciofili", spiegano Mirko Trasciatti e Stefano Rodriguez, 32 e 24 anni, rispettivamente amministratore delegato e sviluppatore del sito. Ambizione notevole, magari un po' presuntuosa, nata dall'esigenza di non mandare in tilt i nervi dell'organizzatore, figura chiave nelle partitelle di quartiere. Sì, perché l'uomo dai mille contatti manco fosse un dirigente di Serie A, spesso si trova a fronteggiare da solo il bidone, temuto forfait all'ultimo minuto di uno o più convocati.
Della tribù di Fubles siamo entrati a far parte per capirne meglio il funzionamento. La curiosità si è spinta oltre la navigazione su internet, e così, indossati gli scarpini, ci siamo mescolati ai calciatori metropolitani durante uno dei contest, selezione dei migliori, organizzato a Milano. L'invito arriva via e-mail in base a una classifca generale che tiene conto di parametri come il Rango, cioè il valore del giocatore, che cresce con le presenze, le vittorie e la media voto.
Tutto inizia con l'iscrizione online (gratuita). Un'interfaccia grafica facile da gestire permette di accedere a un profilo -simile a quello di Twitter- e ad una bacheca per interagire con il resto della community. Il motore di ricerca rintraccia i match, magari quelli più vicini casa (ma nulla vieta a un catanese di andare a giocare a Bolzano), mentre un semplice comando consente di scegliere il team, quindi il colore della maglia, e di curiosare nei profili di compagni di squadra e avversari. Si può addirittura diventare "procuratore" per seguire i giocatori più interessanti e guadagnare Fubli, monete virtuali che si accumulano creando nuove partite ad esempio.
Ma sono le pagelle stilate da tutti i partecipanti a rendere la cosa più emozionante. Lo si avverte già negli spogliatoi, quando ci si trova tra sconosciuti ai quali dimostrare di essere in grado almeno di stoppare il pallone. E a questo punto di virtuale non c'è davvero più nulla.
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di ALFREDO ALBERICO
Alcuni appuntamenti sono irrinunciabili. La riunione col capoufficio? Il pranzo della domenica da mamma e papà? Macché, è la partita di calcetto con gli amici l'evento settimanale che inchioda migliaia di appassionati e rende questo sport tra i più praticati al mondo. La conferma arriva dal web, da Fubles.com, un social network confezionato in Italia nel 2007 e con oltre 85mila iscritti in tutta Europa.
Questa sorta di Facebook del pallone rivoluziona l'idea di calcio amatoriale per mettere insieme, in un colpo solo e in economia, giocatori, partite, centri sportivi. "Vogliamo migliorare la vita dei calciofili", spiegano Mirko Trasciatti e Stefano Rodriguez, 32 e 24 anni, rispettivamente amministratore delegato e sviluppatore del sito. Ambizione notevole, magari un po' presuntuosa, nata dall'esigenza di non mandare in tilt i nervi dell'organizzatore, figura chiave nelle partitelle di quartiere. Sì, perché l'uomo dai mille contatti manco fosse un dirigente di Serie A, spesso si trova a fronteggiare da solo il bidone, temuto forfait all'ultimo minuto di uno o più convocati.
Della tribù di Fubles siamo entrati a far parte per capirne meglio il funzionamento. La curiosità si è spinta oltre la navigazione su internet, e così, indossati gli scarpini, ci siamo mescolati ai calciatori metropolitani durante uno dei contest, selezione dei migliori, organizzato a Milano. L'invito arriva via e-mail in base a una classifca generale che tiene conto di parametri come il Rango, cioè il valore del giocatore, che cresce con le presenze, le vittorie e la media voto.
Tutto inizia con l'iscrizione online (gratuita). Un'interfaccia grafica facile da gestire permette di accedere a un profilo -simile a quello di Twitter- e ad una bacheca per interagire con il resto della community. Il motore di ricerca rintraccia i match, magari quelli più vicini casa (ma nulla vieta a un catanese di andare a giocare a Bolzano), mentre un semplice comando consente di scegliere il team, quindi il colore della maglia, e di curiosare nei profili di compagni di squadra e avversari. Si può addirittura diventare "procuratore" per seguire i giocatori più interessanti e guadagnare Fubli, monete virtuali che si accumulano creando nuove partite ad esempio.
Ma sono le pagelle stilate da tutti i partecipanti a rendere la cosa più emozionante. Lo si avverte già negli spogliatoi, quando ci si trova tra sconosciuti ai quali dimostrare di essere in grado almeno di stoppare il pallone. E a questo punto di virtuale non c'è davvero più nulla.
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