Damonte profeta in patria, dalla gradinata al gol a Marassi
CalcioLoris, centrocampista classe '90 del Varese e match winner contro la Sampdoria, è nato e cresciuto a pochi chilometri dal Ferraris. La prima rete in Serie B contro la squadra del cuore è stata festeggiata anche dai tifosi blucerchiati del suo paese
di Matteo Veronese
da Arenzano (GE)
C'è impresa e impresa. Una è quella del Varese, che batte la Sampdoria a Marassi per la prima volta nella sua storia e proprio all'ultimo respiro. L'altra è quella di Loris Damonte, il match winner entrato in campo da pochi minuti quasi per caso, quando l'infortunio di Terlizzi convince Maran a rinunciare a Neto Pereira per coprirsi: sul cross dalla sinistra di Carrozza il centrocampista biancorosso - unico genovese in campo, forse un segno del destino - arriva a rimorchio e con un destro radente regala i 3 punti agli ospiti e sprofonda i blucerchiati nell'ennesima crisi.
Una storia come tante altre? Macché. Al gol di Damonte non sono pochi i tifosi blucerchiati ad esultare, allo stadio e nei bar del paese dove ha tirato i primi calci al pallone. E non per sbeffeggiare la squadra, peraltro già contestata con uno sciopero del tifo nei primi minuti di partita, ma perché Loris è uno di loro: classe '90, nato a Savona e cresciuto ad Arenzano, provincia di Genova, prima di entrare nella Primavera del Grifone e di passare in comproprietà al Varese, Damonte ha tifato tante volte Sampdoria in gradinata sud, in compagnia di molti ragazzi che, ieri, l'hanno applaudito.
Una richiesta di candidatura a Sindaco, tante telefonate e richieste di amicizia su facebook dopo ("per lo più di genoani..."), in serata la piazza di Arenzano si anima come sette giorni prima, per il Capodanno. Spuntano le bottiglie, le magliette del Varese con il numero 29 e anche qualche sciarpa della Sampdoria, si aspetta il compaesano eroe per una sera, quasi intimidito dai cori da stadio e dallo spettacolo che la sua gente, i suoi parenti, gli amici e la "sorella acquisita" gli regalano quando decide di farsi due passi in centro. "Prima della partita, in spogliatoio, un compagno mi ha chiesto se avessi esultato in caso di gol. Gli ho detto di no, e lo credevo davvero, neanche ci pensavo in realtà... Arrivando sulla palla mi son detto: occhio a non spararla in gradinata, ma quando ho visto la palla entrare non ci ho capito più niente. Una goduria, a Marassi poi!". Magari non sarà stata "una goduria", ma per il gruppo di tifosi blucerchiati del paesino del ponente ligure "meglio Loris che un altro": "Mi hai risollevato la giornata..." gli confessa chi, prima della partita, sul suo Fans Club su facebook lo pregava di non tirare in porta "Attorno a noi non tutti avranno capito, c'era gente disperata, ma in tanti abbiamo esultato e riso pensando a cosa sarebbe successo poi". "Poi" c'è stato l'abbraccio degli amici, di quelli che gli sono stati vicini anche quando si era dato, per un breve periodo, alla pallanuoto. "Poi" i brindisi e i festeggiamenti, "poi" le telefonate da Alessandria, dove la scorsa stagione ha lasciato 6 gol ma soprattutto il ricordo di un ragazzo che si fa voler bene da tutti, rimpianto perfino dall'autista del bus dei "Grigi".
Tifosi di Varese, Sampdoria, Alessandria e, ovviamente, Genoa uniti a festeggiare il più bel momento sportivo (finora) di un amico: l'impresa di Loris è un piccolo miracolo in uno sport avvelenato da scandali e sospetti di ogni tipo, ma nel quale riescono a sbocciare ancora vite e storie genuine come la sua.
da Arenzano (GE)
C'è impresa e impresa. Una è quella del Varese, che batte la Sampdoria a Marassi per la prima volta nella sua storia e proprio all'ultimo respiro. L'altra è quella di Loris Damonte, il match winner entrato in campo da pochi minuti quasi per caso, quando l'infortunio di Terlizzi convince Maran a rinunciare a Neto Pereira per coprirsi: sul cross dalla sinistra di Carrozza il centrocampista biancorosso - unico genovese in campo, forse un segno del destino - arriva a rimorchio e con un destro radente regala i 3 punti agli ospiti e sprofonda i blucerchiati nell'ennesima crisi.
Una storia come tante altre? Macché. Al gol di Damonte non sono pochi i tifosi blucerchiati ad esultare, allo stadio e nei bar del paese dove ha tirato i primi calci al pallone. E non per sbeffeggiare la squadra, peraltro già contestata con uno sciopero del tifo nei primi minuti di partita, ma perché Loris è uno di loro: classe '90, nato a Savona e cresciuto ad Arenzano, provincia di Genova, prima di entrare nella Primavera del Grifone e di passare in comproprietà al Varese, Damonte ha tifato tante volte Sampdoria in gradinata sud, in compagnia di molti ragazzi che, ieri, l'hanno applaudito.
Una richiesta di candidatura a Sindaco, tante telefonate e richieste di amicizia su facebook dopo ("per lo più di genoani..."), in serata la piazza di Arenzano si anima come sette giorni prima, per il Capodanno. Spuntano le bottiglie, le magliette del Varese con il numero 29 e anche qualche sciarpa della Sampdoria, si aspetta il compaesano eroe per una sera, quasi intimidito dai cori da stadio e dallo spettacolo che la sua gente, i suoi parenti, gli amici e la "sorella acquisita" gli regalano quando decide di farsi due passi in centro. "Prima della partita, in spogliatoio, un compagno mi ha chiesto se avessi esultato in caso di gol. Gli ho detto di no, e lo credevo davvero, neanche ci pensavo in realtà... Arrivando sulla palla mi son detto: occhio a non spararla in gradinata, ma quando ho visto la palla entrare non ci ho capito più niente. Una goduria, a Marassi poi!". Magari non sarà stata "una goduria", ma per il gruppo di tifosi blucerchiati del paesino del ponente ligure "meglio Loris che un altro": "Mi hai risollevato la giornata..." gli confessa chi, prima della partita, sul suo Fans Club su facebook lo pregava di non tirare in porta "Attorno a noi non tutti avranno capito, c'era gente disperata, ma in tanti abbiamo esultato e riso pensando a cosa sarebbe successo poi". "Poi" c'è stato l'abbraccio degli amici, di quelli che gli sono stati vicini anche quando si era dato, per un breve periodo, alla pallanuoto. "Poi" i brindisi e i festeggiamenti, "poi" le telefonate da Alessandria, dove la scorsa stagione ha lasciato 6 gol ma soprattutto il ricordo di un ragazzo che si fa voler bene da tutti, rimpianto perfino dall'autista del bus dei "Grigi".
Tifosi di Varese, Sampdoria, Alessandria e, ovviamente, Genoa uniti a festeggiare il più bel momento sportivo (finora) di un amico: l'impresa di Loris è un piccolo miracolo in uno sport avvelenato da scandali e sospetti di ogni tipo, ma nel quale riescono a sbocciare ancora vite e storie genuine come la sua.