Scommesse, Doni e il rigore contestato: "Ci fu l'accordo"

Calcio
Cristiano Doni entra in procura a Cremona, con il suo avvocato Salvatore Pino, per essere interrogato dal pm Roberto Di Martino

L'ex capitano nerazzurro, interrogato per oltre due ore a Cremona, ha confermanto la combine sul penalty di Atalanta-Piacenza. Il legale: "Non si ritiene un calciatore corrotto". Per lui domiciliari a Bergamo. Il pm Di Martino: "Presto nuovi indagati"

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E' durato oltre due ore, in procura a Cremona, l'interrogatorio dell'ex capitano dell'Atalanta Cristiano Doni. Davanti al procuratore capo Roberto Di Martino, Doni ha ammesso di avere tirato volutamente il rigore al centro durante la  partita Atalanta-Piacenza dello scorso campionato di serie B, come  concordato sul campo con il portiere avversario. Episodio, però, che, secondo il legale di Doni, Salvatore Pino, non confermerebbe il coinvolgimento dello stesso giocatore ad un risultato già combinato in precedenza. "Atalanta -Piacenza era già combinata - ha spiegato il legale - e Doni ne è venuto a conoscenza sul campo. Il fatto di potere portare dei punti alla squadra lo ha portato a compiere un passo falso ma non è stato lui ad alterare il risultato".

Tornando indietro con la memoria, guardate in che modo Doni, al termine di quell'incontro, si dimostrò scandalizzato con il cronista di una tv locale che gli chiedeva della concessione del penalty.



Doni ai domiciliari a Bergamo - Il giocatore si trova ora in regime di arresti domiciliari nella sua villa di Torre Boldone, alle porte di Bergamo, da lunedì scorso. Dalla vigilia di Natale, Doni era agli arresti domiciliari  nella casa della moglie in Alto Adige, a Santa Cristina a in Val Gardena. Nell'interrogatorio "ha confermato gran parte di quello detto al Gip, ha espresso la sua intenzione di collaborare e lo ha fatto". E' quanto ha spiegato, al termine dell'interrogatorio in procura a Cremona, il legale del calciatore Salvatore Pino. Secondo quanto riferito dall'avvocato, il "Pm si è detto soddisfatto e non ci sono ulteriori accordi per nuovi interrogatori". In particolare l'ex capitano nerazzurro avrebbe parlato dell'incontro Atalanta - Piacenza. "Lui - ha detto ancora il legale - ha saputo che c'era la combine dopo che gli accordi in questo senso erano stati presi. Non l'ha combinata lui." Ma il suo errore sarebbe stato quello di non aver "detto niente" e l'avrebbe fatto solo "per agevolare la vittoria dell'Atalanta. E' stato il suo passo falso. L'Atalanta era il suo mondo e ora invece è calato il gelo". Doni per questo, che ha ribadito ancora una volta di non aver mai fatto nulla contro la squadra, si sentirebbe ora "molto in difficoltà". E ancora: "Doni ritiene di non essere un giocatore corrotto, uno che si è venduto le partite, ma di avere sempre giocato per  vincere".

Interrogato due ore anche Santoni - Dopo le 16, a Cremona è stato il turno di Nicola Santoni, interrogato dopo Doni. L'ex preparatore dei portieri del Ravenna, ed ex socio in affari di Doni, era già stato sentito prima della sosta. E' durato circa due ore l'interrogatorio dell'ex preparatore atletico del Ravenna Calcio, coinvolto nella seconda tranche dell'inchiesta Last  bet sul calcio scommesse. L'ex portiere è stato sentito dal  procuratore capo di Cremona Roberto Di Martino che in mattinata aveva interrogato anche l'ex capitano dell'Atalanta, Cristiano Doni. Ha ammesso il minimo indispensabile, Nicola Santoni durante le due ore di interrogatorio con il pm Roberto Di Martino. Santoni, giunto in procura a Cremona nel pomeriggio poco dopo le 16 è uscito dall'ufficio del procuratore prima delle 18.30. Né lui, né il suo legale Lorenzo Tomassini hanno voluto rilasciare dichiarazioni e si sono congedati dai cronisti con un secco "no comment".

A parlare ai giornalisti è stato invece il procuratore di Martino. "Ha confessato il minimo sindacale - ha detto il pm - ammettendo di fatto i suoi rapporti con Cristiano Doni. Un interrogatorio che non è comunque servito a dipanare la nebbia di contraddizioni e perplessità che ruotano intorno a questo personaggio chiave dell'inchiesta. L'unico elemento di novità, riguarda la somma di denaro (30 o 40mila euro) consegnata da Santoni all'ex calciatore Gianfranco Parlato al casello autostradale di Parma. Una somma passata di mano proprio il giorno della partita tra Atalanta e Piacenza. Dagli ambienti giudiziari è trapelato che l'ex preparatore dei portieri del Ravenna avrebbe giustificato la consegna del denaro come un prestito da lui concesso a Parlato: soldi suoi, quindi, non di Doni. Nel momento della consegna, si è saputo, Parlato avrebbe detto a Santoni che quella somma avrebbe anche potuto essere utilizzata per pagare i giocatori coinvolti nella combine. Santoni non avrebbe dunque saputo nulla del 'taroccamento' di Atalanta-Piacenza, ma l'avrebbe appreso da Parlato.

L'inchiesta si allarga: presto altri nomi - Al termine dell'interrogatorio di Cristiano Doni, il procuratore Roberto di Martino conferma che l'inchiesta si sta allargando "positivamente" anche ad incontri della massima serie calcistica. Facendo il punto della situazione sull'indagine del calcioscommesse, il Pm ha infatti sostenuto: "Le cose vanno abbastanza bene. Ci sono tanti accertamenti positivi che confermano certe situazioni, anche in riferimento alle nuove partite di serie A". "Sono parecchie le cose che stanno venendo fuori", ha concluso di Martino, che intanto ha annunciato il prossimo interrogatorio con Filippo Carobbio, giocatore in forza allo Spezia, già fissato per il prossimo 19 gennaio. Di Martino ha spiegato inoltre che altri indagati vi saranno presto: "Non ho ancora avuto il tempo di iscrivere nessuno sul registro degli indagati - ha detto - ma sicuramente
lo farò presto. Ci sono tempi tecnici da rispettare", ha spiegato il procuratore, riferendosi ai nuovi nomi tirati in ballo dall'ex calciatore della Cremonese e del Piacenza Carlo Gervasoni. "I nuovi indagati sono tanti", ha concluso di Martino, rispondendo alla domanda di un cronista, "ma quaranta", ha concluso riferendosi alle voci circolate, "mi sembrano un po' troppi".