Mito contro Milito. Se Inter-Lazio per Klose vale doppio
CalcioStasera il posticipo di San Siro tra quarta e quinta in classifica. Un match che, per il tedesco, vuol dire provare a sfatare il tabù delle sei sconfitte di fila fuori casa contro l'Inter. E cercare la rivincita di quel 22 maggio nella finale di Champions
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Le probabili formazioni
FOTO - L'album dell'Inter
DOSSIER - Errori ed orrori arbitrali in Serie A
Esattamente venti mesi fa, il 22 maggio 2010, hanno giocato uno contro l'altro per l'unica mezzora della loro carriera. Giusto il tempo per Miro Klose, allora panchinaro del Bayern di Van Gaal finalista di Champions, di entrare, e per Milito di raddoppiare, esultare e godersi una standing ovation anticipata quanto meritata.
Era il suo anno, quello del triplete nerazzurro, in cui il Principe decideva tutte le finali, anche di coppa Italia e l'ultima di campionato, decisiva, e festeggiava una stagione da 30, gol, e lode. Per Klose invece 3 gol dalla panchina e la conferma della solita, per lui, maledizione nerazzurro: mai vincente, neanche quando giocava nel Werder Brema, e mai a segno, anche perché nell'ultimo doppio scontro diretto, lo scorso marzo col Bayern negli ottavi di Champions, non si è mai alzato dalla panchina.
Adesso però Klose si è rialzato. Proprio a San Siro, all'esordio contro il Milan, dopo appena dieci minuti di Lazio ha fatto capire chi è ai suoi nuovi tifosi, che dopo una doppia cifra di gol in neanche metà campionato non lo chiamano più Miro ma Mito. E allora Inter-Lazio diventa Mito contro Milito: di nuovo decisivo nelle sfide che contano. Come quella di stasera: per il possibile sorpasso quarto posto nerazzurro, per sfatare il tabù - delle sei sconfitte di fila fuori casa contro l'Inter - per la Lazio, e una vecchia maledizione per il nuovo Mito biancoceleste
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Esattamente venti mesi fa, il 22 maggio 2010, hanno giocato uno contro l'altro per l'unica mezzora della loro carriera. Giusto il tempo per Miro Klose, allora panchinaro del Bayern di Van Gaal finalista di Champions, di entrare, e per Milito di raddoppiare, esultare e godersi una standing ovation anticipata quanto meritata.
Era il suo anno, quello del triplete nerazzurro, in cui il Principe decideva tutte le finali, anche di coppa Italia e l'ultima di campionato, decisiva, e festeggiava una stagione da 30, gol, e lode. Per Klose invece 3 gol dalla panchina e la conferma della solita, per lui, maledizione nerazzurro: mai vincente, neanche quando giocava nel Werder Brema, e mai a segno, anche perché nell'ultimo doppio scontro diretto, lo scorso marzo col Bayern negli ottavi di Champions, non si è mai alzato dalla panchina.
Adesso però Klose si è rialzato. Proprio a San Siro, all'esordio contro il Milan, dopo appena dieci minuti di Lazio ha fatto capire chi è ai suoi nuovi tifosi, che dopo una doppia cifra di gol in neanche metà campionato non lo chiamano più Miro ma Mito. E allora Inter-Lazio diventa Mito contro Milito: di nuovo decisivo nelle sfide che contano. Come quella di stasera: per il possibile sorpasso quarto posto nerazzurro, per sfatare il tabù - delle sei sconfitte di fila fuori casa contro l'Inter - per la Lazio, e una vecchia maledizione per il nuovo Mito biancoceleste