Scommesse: altri due arresti e quattro partite di A sospette

Calcio
L'inchiesta della Procura di Cremona ha portato ad altri due arresti

Due nuove ordinanze di custodia cautelare: riguardano il portiere del Piacenza Mario Cassano e Angelo Iacovelli, uomo vicino agli ambienti sportivi del Bari. Nel mirino 4 match dei pugliesi. Saranno interrogati lunedì e martedì. VIDEO

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Saranno interrogati lunedì e martedì prossimi dal gip di Cremona Guido Salvini, gli ultimi due arrestati nell'ambito dell'inchiesta sul calcioscommesse. Lunedì dovrebbe comparire davanti al giudice il portiere del Piacenza Mario Cassano e il giorno successivo sarà il turno del 'factotum' del Bari Angelo Iacovelli

L'uno, Angelo Iacovelli, infermiere ben agganciato alla squadra del Bari, è ritenuto l'uomo chiave nelle indagini della Procura pugliese che indaga sul Calcioscommesse, davanti alla quale si era era affrettato a farsi interrogare due giorni prima. L'altro, Mario Cassano, portiere del Piacenza, era stato inguaiato da alcuni suoi colleghi che avevano confermato la sua attitudine a vendersi le partite ("il portiere ha fame", si era anche sentito in qualche intercettazione).

Ora sono entrambi in carcere con l'accusa di associazione a delinquere e frode sportiva su ordine del gip di Cremona Guido Salvini e hanno fatto salire a quota 37 le persone arrestate dal giugno scorso a oggi nell'inchiesta del procuratore Roberto di Martino. Sentito due volte da testimone e altrettante da indagato a Bari, Iacovelli - il cui arresto su ordine di Cremona potrebbe causare qualche incomprensione tra i magistrati lombardi e quelli pugliesi, i cui rapporti non sembrano improntati a un'eccessiva comunicatività - è accusato di aver manipolato (o cercato di farlo), quattro partite dell'anno scorso del Bari in seria A: Milan-Bari, Bari-Sampdoria, Bari-Roma e Palermo-Bari. A parlare del suo ruolo di promotore di combine, più o meno diffusamente, sono l'ex Spezia Filippo Carobbo, e l'ex barese, ora all'Atalanta, Andrea Masiello a cui furono proposte Bari-Roma e Bari-Sampdoria, Palermo-Bari, tutte rifiutate, a dire del calciatore, che solo in un'occasione prese 70mila euro ma che restituì dopo "confusione e imbarazzo".

Le loro dichiarazioni, che hanno fornito riscontri al primo pentito dell'inchiesta, l'ex Piacenza Carlo Gervasoni, fanno scrivere al gip Salvini che "il quadro d'accusa, sia con riferimento al reato associativo, sia con riferimento ai singoli - e anche nuovi e in precedenza sconosciuti - episodi di frode sportiva, si è straordinariamente rafforzato". Tutti gli arrestati, infatti, "hanno reso confessioni, pur di diversa ampiezza, sin dal primo interrogatorio davanti al gip e hanno confermato e spesso ampliato le loro dichiarazioni nei successivi interrogatori condotti dal pubblico ministero".

La posizione di Iacovelli e Cassano è quella di "intermediazione tra il braccio operativo dell'organizzazione", i cosiddetti Zingari e "i calciatori corrotti o da corrompere". A carico di Cassano, oltre a questo ruolo di 'cinghia di trasmissione', sono contestati alcuni episodi in cui avrebbe taroccato incontri nei campionati di serie B 2010-2011 e 2008-2009: Albinoleffe-Piacenza, Siena-Piacenza e l'ormai famosa Atalanta-Piacenza in cui si buttò a lato dopo aver raccomandato all'ex capitano dei nerazzurri Cristiano Doni di tirare un rigore in modo centrale. Iacovelli e Cassano sono tasselli, per il giudice, "non di un semplice gruppo di scommettitori disonesti e truffaldini" ma di una "rete complessa in grado di pianificare strategie all'estero e applicarle in modo seriale", con i loro referenti a Singapore, capaci di impiegare grandi somme. E avrebbero continuato a farlo per anni e con "una capacità di inquinamento sempre maggiore". Se non fosse, la rete, incappata nella 'madre di tutti i taroccamenti': quella Cremonese-Paganese durante la quale il portiere Marco Paoloni cercò di addormentare i suoi colleghi con il Minias e che diede il via all'inchiesta

Le dichiarazioni di Masiello - "Iacovelli mi chiese se c'era la possibilità di perdere la partita con la Sampdoria. Dopo pochi attimi io, sorpreso, gli espressi un netto rifiuto". Lo ha detto il calciatore dell'Atalanta Andrea Masiello nelle sue dichiarazioni spontanee il 20 gennaio scorso davanti al procuratore di Cremona Roberto Di Martino. Andrea Masiello ha detto al pm di Cremona che Angelo Iacovelli gli propose di manipolare Bari-Roma. "Ricordo che Iacovelli mi disse che qualora avessi accettato c'era pronta per me in auto una valigetta con i soldi". E' scritto nell'ordinanza di custodia cautelare per Cassano e Iacovelli che l'ANSA ha consultato."Ricordo che era presente una vettura - ha detto Masiello durante le sue dichiarazioni spontanee - sulla quale c'era una persona che si era collocata in una posizione tale da impedire che la guardassi in volto. Considerato che la partita sulla quale Iacovelli mi proponeva di intervenire era sicuramente antecedente rispetto la partita Palermo-Bari e certamente successiva alla partita Bari-Sampdoria ne consegue che la proposta non poteva che riferirsi a Bari-Roma che, come mi rappresentate finì per 2-3". Il gip Guido Salvini, nel disporre il carcere per il portiere del Piacenza Mario Cassano e l'infermiere barese Angelo Iacovelli, riporta delle dichiarazioni dell'ex giocatore del Bari Andrea Masiello a proposito di minacce ricevute dallo stesso Iacovelli. "Il mondo è piccolo e Angelino arrivava da tutte le parti", scriveva in un sms Iacovelli che, per il giudice, mostra un "comportamento minaccioso" dopo che Masiello si era trasferito all'Atalanta. L'inchiesta, denominata "Last Bet", è giunta alla terza fase dopo gli arresti di giugno e dicembre dell'anno scorso. Complessivamente sono 33 le persone finite in carcere tra le quali l'ex bomber della Nazionale Beppe Signori, l'ex capitano dell'Atalanta Crisiano Doni, i calciatori Carlo Gervasoni, Marco Paoloni, Luigi Sartor, Vincenzo Sommese, Marco Micolucci e Filippo Carobbio.

I 70mila euro - Masiello entrò in uno "stato confusionale" quando l'infermiere barese Angelo Iacovelli gli consegnò 70 mila euro per perdere la partita con il Palermo. Li tenne, li nascose, e poì li restituì, dopo aver giocato la partita in modo onesto. E' lo stesso Masiello, ora all'Atalanta, a raccontarlo nelle sue deposizioni spontanee contenute nell'ordinanza di custodia cautelare con la quale il gip di Cremona ha disposto il carcere per il portiere del Piacenza, Mario Cassano e lo stesso Iacovelli. "La proposta fatta da Iacovelli fu quella di perdere la partita con il Palermo con 2 gol di scarto ha raccontato Masiello -. Il 4 maggio 2011 ricordo che era dopo cena, venni contattato una volta ancora da Iacovelli che mi convocò presso l'Una Regina (hotel di Noicattaro, nel Barese, ndr) dove andavamo in ritiro". In hotel vi erano "Rossi Marco, Bentivoglio e Parisi (altri tre giocatori del Bari, ndr), quest'ultimo sopraggiunto in un secondo tempo. Era presente naturalmente Iacovelli unitamente ad altre due persone che non parlavano italiano. La proposta fatta da Iacovelli fu quella di perdere la partita con il Palermo con due gol di scarto. Il predetto disse che i soldi erano già pronti e ce li mostrò. Noi giocatori ci confrontammo e decidemmo di allontanarci subito, molto a disagio per la situazione. In sostanza decidemmo di non accettare alcuna proposta".

La Figc difende la sua Procura - La Federcalcio non ci sta. Le critiche arrivate sull'operato della Procura federale, che avrebbe trasmesso agli inquirenti di Cremona gli atti relativi alla denuncia di Simone Farina con quasi 40 giorni di ritardo, non vanno giù alla Procura federale che, in una nota, le definisce "infondate e gratuite". Critiche che, sottolineano in via Allegri, "determinano un'ingiusta denigrazione dell'attività della Procura stessa". La Federcalcio ricorda che, sulla base della separazione degli ordinamenti e della natura privatistica delle funzioni svolte, "la Procura Federale, conformandosi a modalità operative consolidate nel tempo, non trasmette di ufficio atti inerenti la propria attività alle autorità giudiziarie eventualmente competenti. Tale modalità operativa trova fondamento nell'assetto normativo, e non burocratico, sopra richiamato e mira anche ad evitare il rischio che indagini endoassociative possano apparire, per così dire, delegate ad organismi giudiziari statuali".
Inoltre, in merito alla questione che riguarda la denuncia del difensore del Gubbio, la Procura federale precisa che "le dichiarazioni di Farina furono acquisite nell'ambito di un separato procedimento disciplinare e nelle medesime non si faceva riferimento ad alcuno dei soggetti già coinvolti nella prima fase del noto procedimento disciplinare.