Catania-Roma, tutto in 25 minuti. E al 13' occhio a Juan
CalcioLuis Enrique sorride in vista della frazione di gara da recuperare in Sicilia stasera alle 20: i giallorossi hanno segnato il 37% dei loro gol in avvio di partita. Il brasiliano ha un minuto specifico in cui colpisce, ma attenti a Legrottaglie. LE FOTO
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di Vanni Spinella
Segnare un gol al Catania è come preparare un risotto: si può fare in 25 minuti. Specialmente se sei la Roma.
Dopo aver cucinato per benino l’Inter (primo tempo per la cottura a fuoco lento, secondo per mantecare, grattugiata finale di Bojan al 90’), chef Luis Enrique si pregusta il dessert. Ha 25 minuti di tempo per papparsi il Catania (nel recupero della gara sospesa per pioggia al 65°, il 14 gennaio), e la missione appare tutt’altro che impossibile, vista la predisposizione dei giallorossi alle partenze “a razzo”.
Il “finale” di quella partita diventa così l’inizio di una nuova gara. Nuova sotto ogni punto di vista, ma specialmente da quello psicologico. Niente energie (fisiche e mentali) da gestire, nessuna fase di studio dell’avversario. Bisogna scendere in campo e azzannare l’avversario al collo.
Il piatto forte di Luis Enrique, che potrà affondare i denti proprio dove i ragazzi di Montella appaiono più deboli.
Dei 35 gol realizzati in campionato dalla Roma, infatti, ben 13 (pari al 37%) sono stati segnati nei primi 25’ di gara. Squadra da sprint in partenza, dunque, come ben sanno Juve (bucata da De Rossi dopo 5’), Napoli (autorete di De Sanctis dopo 3’) o Inter (Juan dopo 13’), giusto per citarne alcune.
Tutto il contrario del Catania, che oltre a vantare appena 5 gol (sui 22 totali) segnati nei 25’ iniziali, ha la tendenza a entrare in partita con estrema calma, e spesso soltanto dopo essere stato provocato. Nove reti su 28 (praticamente una su 3) subite nei primi 25’: l’Inter impiegò appena 6’ per andare in gol con Cambiasso, e solo nella ripresa il Catania si risvegliò ribaltando il risultato. Al Napoli bastò un minuto per passare in vantaggio, il Milan dopo 24’ era già 2-0.
Motivi di gioia per Luis Enrique, la cui partenza sparata è diventata una costante soprattutto nelle ultime gare: 5-1 al Cesena con 3 gol segnati nei primi 25’ (Totti, Totti, Borini), sconfitta contro il Cagliari per 4-2, ma con gol di Juan al 13’, 4-0 all’Inter, con ancora Juan che apre le marcature, e sempre al 13’.
Destino già segnato per la squadra di Montella? Non è detto.
Perché per un Juan che è bene tenere d’occhio attorno al 13°, c’è un Legrottaglie al quale ci si può aggrappare speranzosi: due gol in campionato, finora, contro Novara e Atalanta, ed entrambi segnati prima che scoccasse il 25°.
A proposito: Catania-Roma era stata sospesa sul risultato di 1-1. Ma dopo 25’ era in vantaggio il Catania. Gol di Legrottaglie. La morale? Il bomber dei primi minuti è il difensore che non t’aspetti.
FOTO: Quando il calcio si arrende alla neve - Cosa si può fare in 25 minuti?
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Segnare un gol al Catania è come preparare un risotto: si può fare in 25 minuti. Specialmente se sei la Roma.
Dopo aver cucinato per benino l’Inter (primo tempo per la cottura a fuoco lento, secondo per mantecare, grattugiata finale di Bojan al 90’), chef Luis Enrique si pregusta il dessert. Ha 25 minuti di tempo per papparsi il Catania (nel recupero della gara sospesa per pioggia al 65°, il 14 gennaio), e la missione appare tutt’altro che impossibile, vista la predisposizione dei giallorossi alle partenze “a razzo”.
Il “finale” di quella partita diventa così l’inizio di una nuova gara. Nuova sotto ogni punto di vista, ma specialmente da quello psicologico. Niente energie (fisiche e mentali) da gestire, nessuna fase di studio dell’avversario. Bisogna scendere in campo e azzannare l’avversario al collo.
Il piatto forte di Luis Enrique, che potrà affondare i denti proprio dove i ragazzi di Montella appaiono più deboli.
Dei 35 gol realizzati in campionato dalla Roma, infatti, ben 13 (pari al 37%) sono stati segnati nei primi 25’ di gara. Squadra da sprint in partenza, dunque, come ben sanno Juve (bucata da De Rossi dopo 5’), Napoli (autorete di De Sanctis dopo 3’) o Inter (Juan dopo 13’), giusto per citarne alcune.
Tutto il contrario del Catania, che oltre a vantare appena 5 gol (sui 22 totali) segnati nei 25’ iniziali, ha la tendenza a entrare in partita con estrema calma, e spesso soltanto dopo essere stato provocato. Nove reti su 28 (praticamente una su 3) subite nei primi 25’: l’Inter impiegò appena 6’ per andare in gol con Cambiasso, e solo nella ripresa il Catania si risvegliò ribaltando il risultato. Al Napoli bastò un minuto per passare in vantaggio, il Milan dopo 24’ era già 2-0.
Motivi di gioia per Luis Enrique, la cui partenza sparata è diventata una costante soprattutto nelle ultime gare: 5-1 al Cesena con 3 gol segnati nei primi 25’ (Totti, Totti, Borini), sconfitta contro il Cagliari per 4-2, ma con gol di Juan al 13’, 4-0 all’Inter, con ancora Juan che apre le marcature, e sempre al 13’.
Destino già segnato per la squadra di Montella? Non è detto.
Perché per un Juan che è bene tenere d’occhio attorno al 13°, c’è un Legrottaglie al quale ci si può aggrappare speranzosi: due gol in campionato, finora, contro Novara e Atalanta, ed entrambi segnati prima che scoccasse il 25°.
A proposito: Catania-Roma era stata sospesa sul risultato di 1-1. Ma dopo 25’ era in vantaggio il Catania. Gol di Legrottaglie. La morale? Il bomber dei primi minuti è il difensore che non t’aspetti.