Capello-Inter lontani? Il problema è che lui vuole vincere
CalcioL'Inter ha voluto puntualizzare. Le voci di un arrivo di Sir Fabio adesso o a fine stagione sono prive di fondamento. Parola di Moratti. Questo non significa che società e tecnico non siano stati mai vicini. Ma Ranieri può stare decisamente più tranquillo
FOTO - Sir Fabio e l'Inghilterra, fotostoria di un amore mai nato - Così la stampa inglese ha "salutato" Capello - Dimissioni Capello, saluti veri e falsi d'autore: parola a Twitter
Il no secco, esplicito, forte arriva anche per alcune considerazioni pratiche. Capello è un allenatore abituato a vincere, che vuole continuare a farlo. E questa potrebbe essere una garanzia per Moratti. Ma il problema viene di conseguenza. Nelle ultime squadre di club per cui ha lavorato - di concerto con la società - è intervenuto in maniera pesante sul mercato. Per centrare l'obiettivo: vincere subito.
A Roma nei primi due anni sono arrivati Batistuta, Samuel, Emerson, Montella, Zebina, Assuncao, Antonioli e Cristiano Zanetti. Tanto per citarne alcuni. Senza poi considerare che negli anni seguenti sono arrivati Cassano, Panucci, Chivu e Mancini. Questi sono i giocatori che vuole Capello per vincere.
Nel 2004 Juventus, altro giro, altra corsa. Emerson e Zebina fanno virtualmente il viaggio con lui. In più arrivano al primo anno Ibrahimovic e Cannavaro. Il secondo Chiellini e Vieira (insieme a Kovac, Mutu e Giannichedda). Stessa musica al Real: Emerson c'è sempre, con lui Cannavaro. E poi Van Nistelrooy, Mamadou Diarra e Reyes. A giugno. A gennaio fu il turno di Higuain, Gago e Marcelo.
Tutto questo senza considerare il suo compenso che in Inghilterra era da 6 milioni netti a stagione. L'Inter queste cifre non le spende più. Da tempo ormai vuole rispettare il fairplay finanziario. Esce un big, si fa la campagna acquisti. Nessuna follia, niente buchi in bilancio. Si programma, si investe sui giovani. E' vero che ora anche Moratti parla - fra le righe - di rifondazione. Ma con criterio.
Il no secco, esplicito, forte arriva anche per alcune considerazioni pratiche. Capello è un allenatore abituato a vincere, che vuole continuare a farlo. E questa potrebbe essere una garanzia per Moratti. Ma il problema viene di conseguenza. Nelle ultime squadre di club per cui ha lavorato - di concerto con la società - è intervenuto in maniera pesante sul mercato. Per centrare l'obiettivo: vincere subito.
A Roma nei primi due anni sono arrivati Batistuta, Samuel, Emerson, Montella, Zebina, Assuncao, Antonioli e Cristiano Zanetti. Tanto per citarne alcuni. Senza poi considerare che negli anni seguenti sono arrivati Cassano, Panucci, Chivu e Mancini. Questi sono i giocatori che vuole Capello per vincere.
Nel 2004 Juventus, altro giro, altra corsa. Emerson e Zebina fanno virtualmente il viaggio con lui. In più arrivano al primo anno Ibrahimovic e Cannavaro. Il secondo Chiellini e Vieira (insieme a Kovac, Mutu e Giannichedda). Stessa musica al Real: Emerson c'è sempre, con lui Cannavaro. E poi Van Nistelrooy, Mamadou Diarra e Reyes. A giugno. A gennaio fu il turno di Higuain, Gago e Marcelo.
Tutto questo senza considerare il suo compenso che in Inghilterra era da 6 milioni netti a stagione. L'Inter queste cifre non le spende più. Da tempo ormai vuole rispettare il fairplay finanziario. Esce un big, si fa la campagna acquisti. Nessuna follia, niente buchi in bilancio. Si programma, si investe sui giovani. E' vero che ora anche Moratti parla - fra le righe - di rifondazione. Ma con criterio.