Gasperini dice tutto: "All'Inter una situazione assurda"

Calcio
Gian Piero Gasperini ha guidato l'Inter per cinque partite ufficiali: un pareggio e quattro sconfitte (Getty Images)
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L'ex allenatore parla alla vigilia di Inter-Novara, partita che gli costò l'esonero: "Volevo che Eto'o restasse e che comprassero Palacio e Nainggolan. Poteva arrivare Balotelli, hanno preso Zarate e Forlan. Volevo dimettermi prima di Palermo"

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"Come ricordo Novara? Come il momento più brutto di tutta la mia carriera. Ma ormai a quel punto era già tutto deciso. C'era attorno a noi un clima assurdo. Nei giocatori era subentrata la rassegnazione. Sbagliammo tutto". Gian Piero Gasperini ripercorre, in una intervista alla Gazzetta dello Sport, la sua breve avventura sulla panchina dell'Inter con un bilancio di zero vittorie in cinque partite, solo un pareggio e quattro sconfitte.

"Moratti mi spiegò che per il fair-play finanziario un pezzo grosso doveva partite, ma che Eto'o sarebbe rimasto. A me bastavano Palacio, un centrocampista e un difensore, visti gli infortuni nel reparto. Si pensava a Vidal a centrocampo, ma anche a Nainggolan che però non veniva ritenuto da Inter. Come Criscito, per non dire di Palacio che si poteva prendere. Cercavano Sanchez, Lavezzi, Tevez, molto meno abbordabili. Io col tridente Palacio-Milito-Eto'o ero pronto a sfidare il mondo. Fui accontentato con Thiago Motta, cui l'Inter aveva chiesto di trovarsi una squadra e Milito, che rifiutò una grande proposta. Bastava poco, due-tre giocatori, non i nove che ha comprato l'Inter. Alla faccia del fair-play".

Gasperini spiega di aver pensato alle dimissioni ancor prima dell'inizio del campionato. "Dopo Palermo pensai di dimettermi? Sì. Avessi fiutato prima l'andazzo mi sarei dimesso prima dell'inizio. Così ora forse sarei in panchina come Donadoni e Pioli. Invece di valutare la prestazione alla luce del contesto, venne ridotto tutto alla difesa a tre. Assurdo". Gasperini parla anche di Mario Balotelli: "A Dublino Moratti mi parlò della possibilità di riprendere Mario. Forse aveva parlato con Mancini. Mi spiegò, però che eravamo i soli all'Inter a volerlo".

Sul suo futuro: "Le esperienze negative forgiano, ne esci più forte. Cerco una società che mi permetta di insegnare calcio, ne condivida metodi e obiettivi. Non è un buon momento per gli allenatori, siamo carne da macello. E poi voglio fare l'allenatore che allena non che gestisce. Se un giocatore deve bere tre birre in meno, glielo dica la società. Io alleno".

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