De Rossi fa chiarezza: "Nessun litigio, ero solo in ritardo"

Calcio
Daniele De Rossi ha assistito ad Atalanta Roma (finita 4-1) dalla tribuna dello stadio di Bergamo (Foto Ansa)
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Il centrocampista giallorosso esce allo scoperto il giorno dopo l'esclusione decisa da Luis Enrique per la partita con l'Atalanta. "Sono stato solo disattento, ma non ho mancato di rispetto a nessuno: non devo scuse, sono le regole del tecnico"

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"A Bergamo sono stato solo disattento. Ma voglio chiarire che non ho litigato, né picchiato nessuno". Lo ha detto Daniele De Rossi all'indomani dell'esclusione disciplinare di Luis Enrique per la partita con l'Atalanta. "Continuo ad aver fiducia in lui, non guarda in faccia a nessuno. Scuse? Non credo di doverne dare".

De Rossi ha chiarito di essere uscito allo scoperto per frenare sul nascere le voci di presunti
litigi o retroscena pesanti, che circolano a Roma dopo la sua esclusione contro l'Atalanta. "Parlo perché non ho nulla da nascondere, e perché a Roma già si sta creando il caos. Ed anche per dire che non ho mancato di rispetto a nessuno. Ho commesso un errore come professionista - ha concluso con una esplicita alzata di spalle -. Luis Enrique aveva sempre detto che un ritardo comportava l'esclusione".

"L'allenatore ha detto che non si deve parlare delle cose di spogliatoio, quindi non ho niente altro da dire. Se la società vorrà specifichere l'entità del ritardo può farlo. Io non sono stato strafottente o maleducato. Quando succedono cose un po' particolari ognuno tira fuori delle cose: io non ho litigato con nessun compagno  né con il mister né prima né dopo la partita", ha spiegato De Rossi. "Io devo eseguire gli ordini, ma non viviamo in un regime nazista, abbiamo degli orari tranquilli, viviamo oltre che una professione meravigliosa, un'avventura comoda, anche se rigida dal punto di vista del lavoro sul campo e dal punto di vista delle volontà del mister. A prescindere dai 3,5, 20 o 50 minuti di ritardo. Con un allenatore meno intransigente avrei fatto meno fatica e meno ore di ritiro", ha aggiunto con il sorriso il giocatore della Roma riferendosi ai metodi apprezzati di Luis Enrique.

"Lui non cambia metro di giudizio in base alla persona che ha di fronte. Io mi sono sentito in dovere di tranquillizzare tutti, c'è qualcosa di più importante domenica e su questa strada possiamo ottenere qualcosa di più importante in futuro", aggiunge De Rossi che sulle parole di Cosmi e Zeman dice: "sono due allenatori che stimo Cosmi e Zeman, ma ognuno ora dice la sua, se avessimo vinto con una partita brillante ci sarebbe stata l'esaltazione di un tecnico irreprensibile. Domenica c'è una partita importante e purtroppo non siamo primi con 10 punti di vantaggio. Prandelli sta con Luis Enrique? Lo ha dimostrato con il codice etico. Staremo più attenti la prossima volta. Bergamo come Firenze? Perché a Cagliari e a Siena sono state belle partite, divertenti? Quest'anno la stagione è altalenante e non c'entra niente il mio caso". Niente sconti per Osvaldo in nazionale. "Se ci è rimasto male? Non lo so, le convocazioni le ho lette la sera e non so se Prandelli volesse convocarlo e abbia cambiato idea dopo l'espulsione".

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