Ilievski: "Così io e 30 giocatori truccavamo la Serie A"

Calcio
DINSLAKEN, GERMANY - OCTOBER 02:  This photo illustration shows betting slips together with Euro bank notes and a table soccer game on October 2, 2010 in Dinslaken, Germany. The first two suspects in Germany in Europe's biggest football betting scandal ever will face charges in a trial to begin in Bochum on October 6 over attempting to rig at least 24 matches in Europe, including matches in Germany's second division 2. Bundesliga league. In all prosecutors are investigating 250 suspects for attempting to influence the outcome of some 270 matches across Europe. Prosecutor claim the betting ring made profits of at least EUR 7.5 million on manipulated games.  (Photo Illustration by Lars Baron/Bongarts/Getty Images)

Il principale latitante del calcioscommesse, a capo della "gang degli zingari" svela le combine della passata stagione: "Era tutto deciso, abbiamo fatto un mucchio di soldi". Tra i nomi rispunta Beppe Signori. Il legale: "Non sappiamo chi sia"

NEWS: L'inchiesta sul calcio scommesse della Procura di Napoli - ... e quella di Cremona, che ha portato alle squalifiche di Signori e Doni - Last bet: le sentenze della Giustizia sportiva

"Noi compriamo informazioni e scommettiamo. E basta. Mi chiamano i calciatori e mi dicono: '20 mila su questo o quel risultato'. E io lo faccio facilmente perchè la gente si fida". A parlare a Repubblica è Hristiyan Ilievski, considerato dalla Procura di Cremona il principale latitante del calcioscommesse. I giocatori coinvolti in questa vicenda, secondo Ilievski, sono "una trentina, 90 per cento di squadre di serie B e il resto di A".

"In Inghilterra non succede, in Italia invece sì: si mettono d'accordo, poi scommettono e vendono le informazioni. Quando le vendono a noi o quando noi le scopriamo, ci puntiamo sopra forte - racconta Ilievski - altrimenti le vendono a qualcun altro. Alla mafia siciliana, a quella albanese oppure a Beppe Signori che è uno dei capi del calcioscommesse in Italia". "Spesso sono gli stessi dirigenti dei club a mettersi d'accordo - aggiunge il latitante.

"Alla fine dello scorso anno sono venuto io personalmente in Italia. Era quasi tutto già deciso, chi vinceva lo scudetto, chi andava in Europa, chi finiva in serie B. C'erano sei squadre che ritenevamo affidabili: Sampdoria, Cagliari, Bari, Lecce, Siena e Chievo. E noi abbiamo fatto un mucchio di soldi". "Un sacco di soldi li abbiamo fatti anche con Lazio-Genoa. E' andata così: io cercavo da un po' di parlare con qualcuno della Lazio - prosegue Ilievski - per avere informazioni sicure. Ma non ci riuscivo. Sono andato a Formello, vero ma lì non ho incontrato nessuno. Però mi hanno detto: 'guarda che la partita è fatta. L'ha fatta Sculli. L'accordo è 1-1 per il primo tempo, poi nel secondo tempo partita vera, anche se alla fine il Genoa ha poi dato i tre punti alla Lazio che doveva andare in Champions".

Il legale di Beppe Signori - Il suo assistito non ha "mai conosciuto, visto o intrattenuto rapporti di nessun genere" con Hristiyan Ilievski. Lo sostiene in una nota l'avvocato Alfonso De Amicis, uno dei difensori dell'ex capitano della Lazio indagato dalla Procura di Cremona, in riferimento ad un articolo su 'la Repubblica' nel quale Ilievski definisce Signori "uno dei capi del calcioscommesse in Italia".

L'ex calciatore, prosegue il legale "rimane, come è sempre stato, a completa disposizione della magistratura inquirente per rappresentare la suo completa estraneità al vergognoso quadro disegnato da quei giornalisti che pastrocchiando racconti su scarafaggi, bodyguard e cene da brividi, evidentemente perseguono con fine meramente speculativo l'aspetto piu' tristemente sensazionalistico di una notizia". E' "inaccettabile - conclude De Amicis, prefigurando querele - l'accostamento del noto campione a qualsiasi organizzazione criminale di sorta".