Il Pescara di Ciro: Immobile di nome, predestinato di fatto

Calcio
Ciro Immobile è l'uomo copertina del Pescara di Zeman
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B COME BARONE. Quando si presentò al raduno della squadra, Zeman lo fulminò subito con una battuta: "Tu, con questo cognome, non puoi fare il centravanti della mia squadra”. Oggi è lui il terminale perfetto del tridente del Pescara che sogna la serie A

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di DANIELE BARONE

A luglio, quando si presentò al raduno della squadra, Zeman lo fulminò subito con una battuta. Una delle sue. “Tu, con questo cognome, non puoi fare il centravanti della mia squadra”. Per Ciro Immobile neanche la stagione appena chiusa parlava troppo a favore: due miseri golletti, uno con il Siena ed un altro con il Grosseto, dopo il trasferimento di gennaio. E invece questo ragazzone di Torre Annunziata, ciuffo biondo da surfer californiano, ha imparato a muoversi in fretta dentro le strade di Zemanlandia, terminale perfetto del tridente, forza e qualità purissima, la reclame perfetta del Pescara che sogna la A.

L’ha buttata dentro ventidue volte, Ciro, in tutti i modi. Sei doppiette, una regolarità straordinaria, un paio di perle, il gol acrobatico al Braglia contro il Modena, il colpo da biliardo contro il Gubbio tirando praticamente dalla linea di fondo, e poi tutto il repertorio completo, fino all’ultima prodezza, il gol del pareggio contro il Brescia, azione da lui cominciata e poi rifinita con un destro a giro. Da vedere e rivedere. Da quando la B esiste con questa formula, dopo trentuno partite solo Christian Bucchi, con il Modena 05/06, era riuscito a segnare di più, 23 gol.

Che fosse forte lo capì la Juventus quando lo comprò che aveva 17 anni, giocava nella squadra Allievi del Sorrento e mitragliava i portieri. Con la Primavera bianconera ha vinto due volte il Viareggio e ne ha scritto la storia (miglior marcatore di tutti i tempi del torneo), poi gli assaggi di prima squadra, l’esordio in A e quello in Champions League, subentrando sempre a Del Piero. La stagione scorsa se n’è andata senza tracce, adesso però si è messo la corona in testa e, nel frattempo, chissà perché, la Juventus ne ha ceduto metà del cartellino al Genoa che lo vuole far diventare il centravanti del suo futuro. “Ma, in caso di promozione, io resterei volentieri anche a Pescara” ripete spesso. Perché a Pescara sta benone, perché Pescara è pazza di lui (gli hanno dedicato anche un murales), perché Pescara è stata ed è il suo trampolino. Oggi è un ragazzo felice. E adesso Zeman battute sul suo cognome non ne fa più.

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