Sette doppiette da record. E Rolando Bianchi rivede la luce

Calcio
Rolando Bianchi non segnava una doppietta da circa un anno (Getty)
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B COME BARONE. Nell'ultima giornata ne hanno segnato sette, un record, e dentro ognuna aveva una storia. Come quella dell'attaccante del Torino, che ci riusciva da circa un anno. Plasmati, Fausto Rossi e Pellè erano alla prima da titolare

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di DANIELE BARONE

Sei fai tre gol ti porti a casa il pallone, perché una roba così vale la pena di essere ricordata. Se ne fai due, beh comunque vuol dire che un bel segno lo hai lasciato. Una doppietta racconta parecchie cose. Sabato ne hanno segnato sette, un record, e dentro ognuna aveva una storia.

Quella di Rolando Bianchi, ad esempio, uno che in carriera di gol ne ha fatti tanti (60 con il Torino) ma che quest’anno è rimasto senza segnarne quattro mesi, sembrava non gli girasse più, poi si è sbloccato a Grosseto e contro il Gubbio ha rivisto davvero la luce. Da un anno non faceva due gol, Antenucci si è messo in scia, Surraco e Pasquato ne hanno fatti un altro paio e il Torino è ripartito veloce. Un po’ come le squadre che se la stanno giocando per il sesto posto, Varese, Brescia e Sampdoria, tutte con la doppia marcia innestata e  con un comun denominatore: Plasmati, Fausto Rossi e Pellè erano alla prima da titolare. Il centravanti di Maran ci ha messo due volte la testa e ha scritto  un piccolo, grande primato: primo giocatore di questo campionato a segnare una doppietta con due maglie diverse (a dicembre gli era riuscito con quella della Nocerina contro il Padova).

Il centrocampista che ora è di Calori (in prestito dalla Juventus)a Vicenza non vedeva mai il campo, Ferrara invece lo chiamava sempre per l’Under e al Rigamonti ha ufficialmente inaugurato la sua nuova vita calcistica: primo gol in B e pure il secondo. “Adesso mi sento bene”. Il nuovo attaccante della Samp è stato la medicina per guarire dalla pareggite. Lì davanti Iachini ha tante soluzioni e tutte diverse, chissà che con il ragazzone che giocava in Olanda non abbia trovato finalmente trovato la formula giusta per arrampicarsi tra le prime sei e giocarsi la promozione.

Una promozione varrebbe la salvezza del Crotone e, soprattutto, per l’Ascoli. In Calabria hanno cambiato, da Menichini a Drago ma finora di sorrisi se n’erano visti pochini. Una sconfitta, sei pareggi e il morale sotto terra. Ci ha pensato Gabionetta a tirarlo su, il brasiliano che ha colpi da campione e pause da sbatterlo contro il muro, che un anno e mezzo fa fece litigare Torino e Crotone ma che adesso può diventare decisivo. Come Papa Waigo. Sabato scorso, le sue gambette rapide hanno forato la difesa del Pescara, lui ha fatto 11 in campionato, secondo miglior risultato della sua carriera (ne fece 14 a Cesena cinque anni fa) e i bianconeri per la prima volta sono usciti dalla zona delle ultime tre della classifica. Sotto gli occhi sconsolati di Immobile, il re del gol e delle doppiette stagionali (già sei), che in tribuna al Del Duca guardava e soffriva. Questa volta lui non c’è.