Porto, Chelsea, Inter: chi prova Mourinho perde la testa

Calcio
Andrea Stramaccioni, il nuovo tecnico dell'Inter
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Tutte le squadre che si sono lasciate incantare dal portoghese non sono riuscite a dimenticarlo, collezionando allenatori nel giro di pochi anni. I nerazzurri ci provano con un tecnico più giovane di capitan Zanetti. In attesa di Villas Boas? FOTO

Il profilo: chi è lo Stramacc One dell'Inter

FOTO: L'Album: Mou, una vita da Special One

di Vanni Spinella

L'uomo che non deve chiedere mai, seduce e abbandona. Lo slogan di Mourinho è anche la filosofia di vita calcistica dello Special One: si appropria di uno spogliatoio, si insinua nelle menti dei giocatori, ne spreme i corpi fino all'ultima goccia. Vince tutto quello che c'è da vincere, poi, conclusa la missione, se ne va, lasciandosi alle spalle un esercito di calciatori svuotati e una scia di rimpianti.

L'ha fatto con Porto, Chelsea, Inter. Lo farà con il Real Madrid, quando capirà di aver chiuso anche il ciclo con le merengues. Sì, perché è lui a decretare la chiusura del ciclo. È (quasi sempre) lui a decidere quando è finita, come un amante capriccioso.

Chiede massima adesione al progetto, fiducia cieca. In cambio regala coppe e nuova giovinezza a chi già iniziava a pensare alla pensione. Poi, però, dietro di sé lascia il nulla. Si è detto spesso dei giocatori di Mou, incapaci di tornare ai livelli espressi sotto alla “dittatura” del comandante portoghese.

Ma a stupire più di tutti, in realtà, sono i presidenti. Quelli che l'hanno “assaggiato” non riescono più a dimenticarlo, e dopo il divorzio passano anni a inseguirne il fantasma, a vederne i tratti in altri allenatori, rimanendo inevitabilmente delusi. Incapaci di trovarne il degno erede, saltano da una nuova fiamma all'altra, ma non fanno altro che scottarsi.

Si è bruciacchiato il Porto, abbandonato dopo l'incredibile vittoria in Champions: dopo il biennio con Mou, i portoghesi provarono in una sola stagione Delneri (durato neanche un'estate), Victor Fernandez, José Couceiro. L'anno dopo Co Andraanse e poi Jesualdo Ferreira. Cinque sbandate in 4 anni, prima di scoprire Villas Boas, il mini-Mou, e tornare a vincere una coppa.

Si è scottato il Chelsea che, dopo aver cacciato Mou, ha provato Avraham Grant (massimo risultato, una Champions già vinta persa in finale ai rigori); poi tocca a Felipe Scolari e Hiddink, e ad Ancelotti l'anno dopo. Quattro petali di margherita al vento, anche qui, prima di ricascarci con Villas Boas.

Ma il colpo più duro sembra averlo accusato l'Inter, con Moratti che ha affrontato il dopo-Mou con ben 5 “scappatelle” (in appena 2 anni) a cui hanno fatto seguito 4 pentimenti: Benitez, Leonardo, Gasperini, Ranieri, ora Stramaccioni. Elegante, giovane, vincente. Una specie di Mou anche lui. Un doppio salto mortale se si pensa che i nerazzurri passano nel giro di una notte dal “settantenne” Ranieri (l'età gliela appioppò proprio lo Special One durante un celebre battibecco) ai 36 anni di Andrea Stramaccioni.

Più giovane persino del suo capitano (Zanetti, 38 anni), caso unico in Serie A. Altri ragazzi-prodigio come Atzori (al Catania nel 2009, a 38 anni), Montella (promosso dalla Roma a 37 anni, con Totti capitano che ne aveva 35) o Mangia (al Palermo a 37 anni) non si sono mai trovati nelle condizioni di dover dare del “lei” al loro capitano, e anche nel resto d'Europa non si riscontrano casi analoghi: il quarantenne Guardiola si è circondato di pulci e pulcini, Di Matteo è sì giovane ma comunque più anziano di John Terry.

Tornando all'Inter, resta solo da verificare quanto durerà l'ultima cotta, e se non sia solo una “pazza idea” in attesa di provarci con Villas Boas. Porto e Chelsea non hanno resistito, al fascino del mini-Mou.