Scommesse, Masiello ai domiciliari: ha lasciato il carcere

Calcio
Andrea Masiello lascia il carcere di Bari in taxi
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Dopo il terzo giorno d'interrogatori, accolta l'istanza di scarcerazione del giocatore arrestato domenica nell'ambito dell'inchiesta pugliese sulle gare truccate. Nel mirino Bari-Lecce del maggio 2011: forse identificato chi gli diede soldi

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Al termine della terza giornata d'interrogatori, il gip del tribunale di Bari, Giovanni Abbattista, ha concesso gli arresti domiciliari ad Andrea Masiello. Restano invece in carcere Fabio Giacobbe e Gianni Carella. I difensori dei due indagati, Mario e Carlo Russo Frattasi, annunciano che domattina depositeranno una richiesta di interrogatorio "per chiarire, piu' di quanto non abbiano gia' fatto nell'interrogatorio di garanzia, alcune circostanze emerse nelle ultime ore, apprese - dicono i legali - anche a mezzo stampa". Nel frattempo le indagini sul calcio scommesse avviate dalla procura di Bari procedono senza sosta.

Pochi minuti prima delle 15, al carcere di Bari, si è invece conclusa l'ultima parte del lungo interrogatorio di garanzia, cominciato mercoledì. Masiello è stato sentito per oltre 2 ore dal pm Ciro Angelillis, insieme ai carabinieri del nucleo investigativo di Bari e alla presenza dell'avvocato Matias Manco, uno dei difensori di fiducia. Uscendo dal tribunale, il legale non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione, affermando solo: "Non posso dire nulla perché l'interrogatorio è stato secretato", analogamente a quanto era accaduto ieri.

Accolta l'istanza di scarcerazione
- Col parere favorevole dei pm che indagano sul calcioscommesse, Andrea Masiello è stato scarcerato questa sera su decisione del Gip Giovanni Abbattista. Accolte così le richieste dei difensori del calciatore, al centro dell'inchiesta culminata lunedì scorso con l'arresto dell'ex giocatore del Bari, a cui è stata concessa l'attenuazione della misura restrittiva. Andrà ai domiciliari a Bergamo dove milita nell'Atalanta. La decisione dei magistrati baresi è l'evidente frutto delle dichiarazioni, peraltro secretate, rese dall'atleta nel corso di una lunga sessione di interrogatori tra ieri e la giornata di oggi.

La situazione dell'inchiesta
- Non ha insomma retto al carcere Andrea Masiello, al terzo giorno ha deciso di collaborare, già a partire dall'interrogatorio di garanzia davanti al gip Abattista: tre ore di racconti assai diversi da quelli spontanei dei mesi scorsi, storie a cui i magistrati non avevano creduto, fatti che non corrispondevano a quelli riferiti dagli amici finiti in carcere, Giovanni Carella e Fabio Giacobbe. Ma non solo. I tempi degli interrogatori parlano chiaro: dopo le ore davanti al Gip, al carcere di Bari ieri sono arrivati anche il procuratore capo Laudati e il sostituto Ciro Angelillis: altre due ore e mezza fino a sera per approfondire contenuti che sono stati segretati.

L'inchiesta abbraccia non solo il tema dei calciatori infedeli, ma anche quello degli scommettitori stranieri, quegli slavi che a Bari erano ben conosciuti, e poi il riciclaggio attraverso le scommesse. Dagli atti emergono particolari nuovi di un'inchiesta ampia, in una lettera spedita da Laudati al suo collega cremonese Di Martino si fa riferimento a 3 partite: Milan-Bari, Bari-Chievo e Bari-Roma. I riferimenti emergono dalle deposizioni di Bellavista, degli stessi Iacovelli e Masiello.

Laudati informa sui sospetti su queste gare. Poi scomparse nell'ordinanza d'arresto di lunedì. Perché? Due le ipotesi: non sono emersi riscontri (ipotesi molto credibile) oppure sono necessarie nuove indagini. Come va chiarita la vigilia di Bari-Sampdoria e il ruolo di presunto ambasciatore di Guberti. La Samp è insorta, parla di illazioni e minaccia querele.

Mister X -
E' un giovane imprenditore leccese ritenuto dagli investigatori vicino al Lecce calcio l'uomo identificato negli atti dell'inchiesta barese sul calcioscommesse come l'emissario della società giallorossa che consegnò ad Andrea Masiello e ai suoi due presunti complici 230mila euro in contanti inducendoli così a perdere il derby Bari-Lecce. E' assai probabile che il nome dell'uomo, la cui identità non è confermata ufficialmente, possa essere iscritto nel registro degli indagati. L'uomo è stato riconosciuto da Andrea Masiello su una foto mostratagli ieri dai carabinieri durante l'interrogatorio. L'imprenditore è da qualche tempo impegnato politicamente a Lecce. Ha 35-40 anni e viaggia su una Mercedes. A Lecce è molto conosciuto sia perchè molto amico di calciatori e di imprenditori locali sia perche' organizza serate ed eventi della movida salentina.

Il patron del Lecce
- Questo club "è completamente estraneo a tutto quello che è emerso dalle dichiarazioni, parte delle quali anche confuse e contraddittorie, dei protagonisti di questa vicenda, ed è sicuramente vittima di una ingiustificata presunzione di colpevolezza mediatica". Lo afferma il patron, Giovanni Semeraro, in una nota diffusa sul sito della società. "Il risultato del derby, fino a prova contraria -aggiunge- è stato conquistato sul campo, e se circostanze estranee avessero concorso a determinarlo, non sono certamente riconducibili alla nostra società. Ritengo che il gruppo da me rappresentato goda di una credibilita' personale e societaria, costruita in cinquant'anni di impegno e serietà in campo finanziario, imprenditoriale e sportivo, che sarebbe stato da folli mettere a repentaglio per una partita di calcio".

La Lega Pro - "Da ieri circolano partite di Lega Pro dell'attuale campionato 'sospette' e sono derivazione prevalente del lavoro di Sportradar, l'agenzia con cui lavoriamo nel contrastare le bande criminali che cercano di contraffare le scommesse sportive. Tutte le partite di Lega Pro sono sotto controllo, quelle tre/quattro di cui si parla sono da esaminare da parte degli organi preposti. Tirare, ora, una conclusione sarebbe prematuro", così il direttore della Lega Pro, Francesco Ghirelli. Ghirelli sottolinea la sua preoccupazione perché le partite "attenzionate" sono ancora oggetto di indagine: "Il danno di far circolare questi dati è serio. La lotta alle frodi non è un gioco e nemmeno un modo per fare relazioni o pubblicità".