Juve e Milan, quattro motivi per credere nello scudetto

Calcio
Quagliarella e Ibrahimovic sono gli attuali trascinatori di Juve e Milan (Getty)
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Un solo punto di distanza e sette giornate dal termine che infiammano il duello. I bianconeri potranno contare sull'umore positivo, la mentalità vincente e la difesa impenetrabile. Armi dei rossoneri saranno il solito Ibra, il calendario e i rientri

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Il sorpasso della Juventus ai danni del Milan ha ormai definitivamente aperto il rush finale verso lo scudetto. I bianconeri sono convinti di potercela fare, i rossoneri giudicano le frenate con Catania e Fiorentina solo incidenti di percorso. Ecco i punti forti su cui le due squadre possono contare per vincere il titolo.

MILAN

Ibrahimovic - Non ha mai segnato così tanto, neanche all'ultimo anno all'Inter, guarda un po' quello dello scudetto all'ultima giornata. Il campionato è la sua casa. A fine stagione è sempre davanti a tutti da nove anni: Olanda, Italia o Spagna che sia. Ora nello spogliatoio attacca, con i suoi modi. E' la sua reazione alle sconfitte. A lui non va di perdere.

I rientri
- Su tutti quello di Cassano, il partner preferito da Ibra. Più volte evocato durante la sua assenza, in 11 minuti ha fatto vedere cosa è mancato in questi mesi. Ma non era l'unico assente, anzi. Senza nulla togliere a chi ha giocato, il Milan ha sempre fatto i conti con una squadra intera in infermeria. Piano piano stanno tornando a disposizione. Da Nesta a Thiago Silva, da Van Bommel a Seedorf, passando per Boateng. Non tutti contro il Chievo, sia chiaro. Ma rientreranno.

Il calendario - Un solo grande scontro. Il derby con l'Inter, che è sempre una partita a sé. Poi, Siena a parte, tutte partite con squadre che sono già tranquille. In più 4 delle ultime 5 partite saranno giocate a San Siro. La Juventus invece deve ancora giocare contro Lazio e Roma. E' vero che la Juve è ancora imbattuta, ma queste 4 vittorie consecutive sono il record stagionale. Vincerle tutte da qui alla fine significherebbe arrivare a 11. E sarebbe record bianconero di tutti i tempi

L'esperienza - Questo gruppo è abituato a vincere. Ed è abituato alle pressioni. Già lo scorso anno ha affrontato una crisi del genere: più o meno allo stesso punto del campionato il Milan aveva fatto un solo punto contro Bari e Palermo. L'Inter era arrivata a meno due, con la prospettiva sorpasso nel derby. Senza scomporsi, il Milan riuscì a vincerlo e festeggiare lo scudetto con due turni di anticipo.

JUVENTUS

Umore
- E' alle stelle. Il carattere è sempre stato l'anima di questa Juventus. Ora c'è anche l'entusiasmo, la consapevolezza di poter davvero vincere lo scudetto. Il più uno sul Milan (visto da Torino) sembra un abisso. Psicologicamente ha ribaltato il mondo. Soprattutto perché arriva nel momento in cui la Juventus ha ritrovato la forma. Dopo un periodo - fisiologico - di calo, la Juve è tornata a 100 all'ora. Quello che serve nel rush finale.

Difesa
- L'ultimo a segnare è stato Marco Di Vaio: 17° di Bologna-Juventus. Non prende gol da 523 minuti. E' la migliore del campionato. E su questo Conte ha puntato per la rincorsa (riuscita) al Milan. Pur cambiando sistema di gioco, il finale non cambia. Dietro non si balla. E se non ci arrivano Chiellini (in forma strepitosa) o Barzagli, c'è sempre Buffon. E (anche) questo ha portato all'imbattibilità, di cui Conte va orgoglioso.

Mentalità - Stra-abusato: ma da qui alla fine saranno 7 finali. E la Juve ha dimostrato di sapersele giocare. Negli scontri diretti con le prime 5 della classifica, più l'Inter l'avversaria di sempre, i bianconeri hanno portato a casa 21 punti. 6 vittorie e tre pareggi. Nelle partite che contano la Juve c'è, più tenace che mai. E lo stesso vale anche per la coppa Italia, dove è arrivata in finale. Conte finora non ha sbagliato l'approccio. La sua Juve si esalta nelle sfide difficili. E' per questo che passerà il concetto delle 7 finali.

I cambi - All'inizio della stagione il problema della Juventus sembrava essere la mancanza di alternative. E del bomber. Ora invece quei problemi sembra averli superati. Il mercato ha portato un'alternativa importantissima in difesa come Caceres, il tempo ha "regalato" invece a Conte delle alternative di livello in avanti: Del Piero e Quagliarella che hanno risolto gli ultimi big match. E poi il cambio del modulo: Conte è stato bravo a cambiare in funzione dei suoi uomini più in forma. Il turn-over, anche dei moduli.