Morosini, così abbiamo visto un ragazzo morire di calcio

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Piermario Morosini, felice, con la sua fidanzata su Twitter
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Il nostro Daniele Barone, la voce della Serie Bwin, rivive un pomeriggio impossibile da dimenticare. Le partite? Tutto azzerato. Tutto vano. Tutto cosí insignificante. Perché se n'è andato un giovane campione, sottratto ingiustamente. TUTTI I VIDEO

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di DANIELE BARONE

La dodicesima vittoria consecutiva in casa del Verona, un record, e il primato conquistato. L'autorevolezza della Sampdoria che, adesso sí, è pienamente tornata in corsa per i play off e per la serie A. Il saliscendi batticuore di Modena-Varese. La maglietta dei Bronzi di Riace usata dalla Reggina in un derby pieno di passione. Fino all'ultimo secondo. La voglia di non arrendersi di Ascoli e Nocerina, alla faccia di chi le dava già per spacciate. Aspettando per la partitona tra Torino e Sassuolo e la partitona, per altri motivi, tra Albinoleffe ed Empoli.

Tutto azzerato. Tutto vano. Tutto cosí insignificante. Ieri abbiamo visto morire un ragazzo. Ci resterà negli occhi chissà per quanto tempo ancora il film dello stadio Adriatico. I terribili tentativi di Piermario di rialzarsi dopo il primo inciampo, la caduta finale, le lacrime senza freni di Lambrughi, di Schiattarella, di Dionisi, di tutti. Le mani tra i capelli. La corsa disperata di Verratti e Zanon a trascinare quella barella che non arrivava mai. Lo sguardo perso di Zeman, due settimane dopo la morte di Franco Mancini. Ogni secondo un'eternità. Gli occhi incollati al campo, gli occhi sgranati, neanche una parola. No, non può essere. E invece è stato.

Una carriera giovane e già così densa e una vita tremenda, affrontata con forza. Non è bastato. Non è servito. Piermario se n'è andato mentre giocava a calcio ed era quasi tutto ciò gli fosse rimasto. Tutto e niente in un pomeriggio di pioggia.