Troppa Juve per la Roma: 4-0 e allungo sul Milan
CalcioPunti pesanti per la volata scudetto. Tre gol in 29' e un'eccessiva espulsione al portiere Stekelenburg, spianano la strada al successo dei bianconeri. Nel posticipo della 34.a di A, doppietta di Vidal, poi Pirlo e Marchisio. Capolista a +3
Juventus-Roma 4-0
4' e 8' pt Vidal, 29' pt. rig. Pirlo, 7' st Marchisio
Guarda la cronaca del match
di Alfredo Alberico
Con un'imbattibilità record portata a 33 partite, e con il successo sulla Roma che vale l'allungo sulla vice-capolista Milan (+3), è assai complicato, oggi, continuare a sostenere l'inferiorità della Juventus rispetto ai rossoneri campioni in carica (1-1 contro il Bologna). Vada come vada a fine campionato, il leitmotiv strimpellato dall'inizio della stagione appare addirittura insensato dopo il posticipo della 34.a giornata dominato dai bianconeri. Tre gol in 29 minuti, però, si spiegano anche con la cronica fragilità della squadra di Luis Enrique, cui va addizionata l'esagerata espulsione -seconda stagionale- rifilata al portiere Stekelenburg. C'è il rigore su Marchisio al 28', il rosso decisamente no. La conseguente e obbligata sostituzione di Borini (con Curci) ha poi staccato la luce al già spento attacco giallorosso.
Episodio a parte, che pure ha il suo peso specifico, la Roma non ha mai dato l'impressione di poter sostenere l'impeto dei padroni di casa. Ma allora, che fine ha fatto il progetto sventolato con l'arrivo degli americani? In appena otto minuti il consolidato 3-5-2 di Conte dà i suoi frutti. Da un lato la pressione e la cattiveria agonistica, dall'altro la classe di Pirlo e Marchisio creano le basi per il vantaggio juventino. Vidal, arma sempre più letale nello scacchiere bianconero, realizza la prima doppietta in A. La rete di Pirlo, a seguito del penalty parato da Curci, è un triplice fischio anticipato.
Il secondo tempo non ha quasi senso. Lo ha per Marchisio, che cala il poker. E lo ha per Del Piero, che sostituisce Quagliarella e guadagna il solito boato da parte del pubblico di casa. Il capitano bianconero, forse al suo ultimo Juve-Roma, non ha avuto la possibilità d'incrociare ancora una volta in campo l'amico-avversario Totti (in Serie A 399 gol in due). Il Pupone è rimasto in panchina a guardare la disfatta di una squadra in parte da rifare. Perché se è vero che Roma non è stata costruita in un giorno, in un'intera stagione era lecito aspettarsi qualcosa in più. E con uno sforzo in più, appunto, a cinque giornate dal termine la zona Champions può essere ancora acciuffata. Per questa Juventus, invece, l'obiettivo scudetto è solo una questione di testa. E un mental coach come Conte lo sa bene. Bianconeri a uno sputo dal traguardo? Sembrerebbe di sì anche per il romanista Lamela. Lui lo sputo, quello vero e piuttosto viscido, allo scadere sembra rifilarlo a Lichtsteiner. Il bianconero provoca ricordando all'avversario il risultato con un gesto di tottiana memoria (il 4 con la mano), il giallorosso ci casca. Roba da prova tv.
4' e 8' pt Vidal, 29' pt. rig. Pirlo, 7' st Marchisio
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di Alfredo Alberico
Con un'imbattibilità record portata a 33 partite, e con il successo sulla Roma che vale l'allungo sulla vice-capolista Milan (+3), è assai complicato, oggi, continuare a sostenere l'inferiorità della Juventus rispetto ai rossoneri campioni in carica (1-1 contro il Bologna). Vada come vada a fine campionato, il leitmotiv strimpellato dall'inizio della stagione appare addirittura insensato dopo il posticipo della 34.a giornata dominato dai bianconeri. Tre gol in 29 minuti, però, si spiegano anche con la cronica fragilità della squadra di Luis Enrique, cui va addizionata l'esagerata espulsione -seconda stagionale- rifilata al portiere Stekelenburg. C'è il rigore su Marchisio al 28', il rosso decisamente no. La conseguente e obbligata sostituzione di Borini (con Curci) ha poi staccato la luce al già spento attacco giallorosso.
Episodio a parte, che pure ha il suo peso specifico, la Roma non ha mai dato l'impressione di poter sostenere l'impeto dei padroni di casa. Ma allora, che fine ha fatto il progetto sventolato con l'arrivo degli americani? In appena otto minuti il consolidato 3-5-2 di Conte dà i suoi frutti. Da un lato la pressione e la cattiveria agonistica, dall'altro la classe di Pirlo e Marchisio creano le basi per il vantaggio juventino. Vidal, arma sempre più letale nello scacchiere bianconero, realizza la prima doppietta in A. La rete di Pirlo, a seguito del penalty parato da Curci, è un triplice fischio anticipato.
Il secondo tempo non ha quasi senso. Lo ha per Marchisio, che cala il poker. E lo ha per Del Piero, che sostituisce Quagliarella e guadagna il solito boato da parte del pubblico di casa. Il capitano bianconero, forse al suo ultimo Juve-Roma, non ha avuto la possibilità d'incrociare ancora una volta in campo l'amico-avversario Totti (in Serie A 399 gol in due). Il Pupone è rimasto in panchina a guardare la disfatta di una squadra in parte da rifare. Perché se è vero che Roma non è stata costruita in un giorno, in un'intera stagione era lecito aspettarsi qualcosa in più. E con uno sforzo in più, appunto, a cinque giornate dal termine la zona Champions può essere ancora acciuffata. Per questa Juventus, invece, l'obiettivo scudetto è solo una questione di testa. E un mental coach come Conte lo sa bene. Bianconeri a uno sputo dal traguardo? Sembrerebbe di sì anche per il romanista Lamela. Lui lo sputo, quello vero e piuttosto viscido, allo scadere sembra rifilarlo a Lichtsteiner. Il bianconero provoca ricordando all'avversario il risultato con un gesto di tottiana memoria (il 4 con la mano), il giallorosso ci casca. Roba da prova tv.