Genoa-Siena, è caos ultras. Stop di 45 minuti, finisce 1-4
CalcioLa partita è stata interrotta per il lancio di fumogeni in campo da parte dei tifosi rossoblù. Dura la contestazione degli ultras genoani che hanno chiesto ai giocatori di togliersi le maglie. Preziosi: "Siamo ostaggi di 60-100 persone"
Genoa-Siena è finita 1-4. Il match si è concluso dopo i 45' di sospensione per il lancio di fumogeni in campo e la contestazione dei tifosi rossoblù. La partita era stata bloccata al 9' del secondo tempo, con la squadra di casa che perdeva 0-4. Alla ripresa del match gi ultrà rossoblù hanno continuato la contestazione: si sono abbracciati ed hanno voltato le spalle al campo di gioco.
Gli ultrà chiedono ai giocatori di togliersi le maglie - Via le maglie dei giocatori del Genoa: è il gesto chiesto dagli ultrà del Genoa dopo la sospensione della partita, ed è quello che dopo l'ingresso in campo del presidente Preziosi è stato fatto dalla squadra di casa, sul campo del 'Ferraris'.
Poi però è intervenuto Sculli, attaccante rossoblù, e appeso sul telone degli spogliatoi ha parlato con un capotifoso indicando poi al capitano Marco Rossi che aveva in mano le divise dei compagni di fargliele reindossare. Proprio Rossi, il capitano, era andato a parlare con un gruppo di ultrà di Genoa che si trovava a cavallo della balaustra: la scena ricordava quella di Ivan Bolgdanov, tifoso serbo che guidò la violenza degli hooligans slavi che portò al rinvio di Italia-Serbia a Genova il 12 ottobre 2010.
I responsabili delle forze dell'ordine presenti in campo erano "fortemente contrari" e hanno "fortemente sconsigliato" il presidente di permettere ai giocatori di togliersi la maglia. Lo ha detto il questore di Genova, Massimo Mazza che ha tenuto a sottolineare "la tempestività e l'equilibrio" con la quale i responsabili delle forze dell'ordine hanno gestito la situazione venutasi a creare allo stadio Ferraris. "Ma i giocatori non avrebbero mai dovuto consegnare le maglie. Il mio vicario era in campo. E' stata una decisione della società. Mai fare un gesto così". "Comunque - ha aggiunto - siamo soddisfatti: la tempestività e l'equilibrio con cui è stata gestita la situazione ha consentito la ripresa della partita.
Il risultato del match - La partita è finita 1-4. Prima della sospensione vinceva il Siena 4 a 0 grazie ai gol di Brienza, Destro, ancora Brienza e Giorgi. Dopo i 45 minuti di stop arriva l'autorete di Del Grosso. Il successo consente al Siena di salire a 42 punti, il Genoa rimane a 36.
Preziosi: "Ostaggi di 60-100 persone" - "Dispiace che 60, 100 persone hanno l'impunità di dire e fare quello che gli pare senza che si possano controllare e mandare a casa. Non è possibile che si impadroniscano dello stadio e impongano la loro legge": questa la reazione ai microfoni di Sky Sport del presidente del Genoa, Enrico Preziosi. E ancora una provocazione: "Spero a questo punto che ci venga squalificato il campo ed andremo così a giocare fuori in maniera più serena. Non si può compromettere in questo modo l'esito di un campionato e non va bene nemmeno nei confronti di quei tifosi che vanno allo stadio in maniera serena per vedersi la partita - ha continuato Preziosi - I tifosi devono capire che i loro comportamenti possono incidere sul campionato. Potevamo prendere una penalizzazione se non si fosse terminata la partita e la nostra classifica non ce lo permette"
Abete: "Quella gente mai più allo stadio" - "E' violenza inaccettabile, questi non sono tifosi. Le norme e le immagini ci sono, ora mi auguro che non entrino mai più in uno stadio". Lo ha invece detto il presidente Figc Giancarlo Abete, che ha anche elogiato Sculli, che si è rifiutato di togliersi la maglia come chiedevano gli ultrà urlando dalla balaustra che sovrasta l'ingresso degli spogliatoi di Marassi. "Quelle persone vanno allontanate dallo stadio, creano un clima inaccettabile - ha aggiunto - Quello che si è visto testimonia che ci sono soggetti che pensano che lo stadio sia una arena, e tutto ciò non è accettabile".
Sannino: "Così non è più calcio" - "Non avrei mai immaginato che una cosa del genere potesse ripetersi". E' l'amaro commento di Giuseppe Sannino dopo la follia ultrà a Genova. "Quando siamo rientrati in campo per riprendere la partita - ha aggiunto il tecnico del Siena - ho detto ai miei giocatori che quello non era più calcio".
Analisi dei video, Daspo in arrivo - Verifica di tutte le immagini video registrate dalle telecamere di sicurezza, analisi delle centinaia di fotografie scattate allo stadio Marassi, identificazione dei responsabili degli episodi di violenza, segnalazione di reati all'autorità giudiziaria e provvedimenti "di massimo rigore" a tutela dell'ordine pubblico, a cominciare dal Daspo (il divieto di assistere a manifestazioni sportive) nei confronti dei facinorosi. E' questa la linea - secondo quanto si apprende in ambienti di polizia - entro la quale si muoveranno le forze di polizia dopo gli incidenti avvenuti oggi a Genova. Secondo quanto si è appreso, il materiale video a disposizione delle forze dell'ordine è imponente e la visione dei filmati avverà in tempi brevi, questa volta facilitata dal fatto che i teppisti da identificare sono per gran parte genovesi, già noti alle forze dell'ordine.
Petrucci grida "vergogna" - "Quello che le immagini televisive hanno portato in diretta nelle case di milioni di italiani - afferma nella sua dichiarazione il presidente del Coni Gianni Petrucci - è un ulteriore segnale del degrado morale da cui il sistema calcio in Italia deve al più presto prendere le distanze, allontanando quanti concorrono a minarne la serenità". "La maglia è il simbolo intangibile di una squadra e non può essere né offesa né vilipesa o, tantomeno, oggetto di trattative. Aver chiesto e acconsentito di far togliere le maglie ai giocatori del Genoa rappresenta un sacrilegio sportivo di cui i colpevoli dovranno rispondere in ogni sede. Non è più tollerabile che il calcio possa essere infangato, colpito e avvelenato dagli incivili comportamenti di certi pseudo-tifosi che spadroneggiano negli stadi a dispetto di norme e leggi che andrebbero applicate con rigore e severità senza tolleranze di alcun genere. Ma anche di certi dirigenti che cercano in ogni occasione il sistema per aggirare le regole, modificarle a proprio piacimento, finalizzando tutte le loro iniziative all'interesse personale contro ogni principio etico e morale. E' giunto il momento - conclude Petrucci - che le società di vertice recuperino rapidamente una leadership credibile e autorevole e con poteri diversi dall'attuale governance".