Scudetto: Boateng tiene a galla il Milan, Juve sempre a +3
CalcioNei due posticipi della 33esima giornata di Serie A succede tutto nel secondo tempo. I bianconeri battono il Cesena 1-0 condannandolo alla B grazie a un gol di Borriello al 75'. Del ghanese la risposta rossonera contro il Genoa
Cesena-Juventus 0-1
75' Borriello
Guarda la cronaca del match
Borriello, l'attaccante dimenticato, e il gol che potrebbe valere lo scudetto. Contro il Cesena la Juventus tira fuori dal cilindro, anzi dalla panchina, il giocatore meno amato dalla tifoseria bianconera e che a dieci minuti dal termine lascia la capolista a distanza di sicurezza dal Milan.
Il tutto in una partita complicatissima. Un rigore sbagliato da Pirlo fa sempre notizia, figuriamoci due di fila. Roba da stropicciarsi gli occhi. Dopo quello fallito con la Roma (poi il gol su ribattuta), l'uomo chiave della macchina (quasi) perfetta costruita da Antonio Conte si è inceppato ancora, stavolta contro i romagnoli. Penalty generoso il terzo dell'intera stagione, concesso per un fallo di mano commesso da Moras almeno a mezzo metro dalla propria area e poi infrantosi sul palo. È il segnale che il metronomo bianconero non è nella sua giornata migliore. Il primo caldo sole di maggio illumina il Manuzzi, non uno spento Pirlo. Uno, due, tre passaggi sbagliati sottraggono alla prima della classe, che pure fa la partita, qualità e lucidità dalla metà campo in su. La buona volontà di Vucinic e Matri, poi, non sono sufficienti a scardinare la difesa, un'invalicabile linea Maginot, allestita da un Cesena precipitato in Serie B. Ma l'onore, si sa, a volte conta più di un destino già scritto. E se poi palo chiama palo, quello colpito da De Ceglie al 37’ con deviazione del portiere Antonioli, diventa evidente che la trasferta in Romagna, feudo tradizionalmente attratto da Madama, per la capolista è un affare molto complicato.
Nel secondo tempo la squadra di Conte attacca a testa bassa. Ci prova Marchisio, poi Pirlo su punizione, mentre Antonioli -non a caso soprannominato Batman- disinnesca un calcio piazzato di Del Piero indirizzato sotto il sette. E poi sbuca Borriello al 35'. Per qualche minuto la Juve è in fuga a +6 sul Milan, poi torna a +5 quando a San Siro segna Boateng al 41'. Per l'attaccante dimenticato, guarda caso un ex milanista, sei minuti da autentico eroe.
Milan-Genoa 1-0
86' Boateng
Guarda la cronaca del match
Il match con il Genoa poteva essere l'ultimo treno sulla via della corsa allo scudetto per il Milan. E così è stato. I rossoneri questa volta non imitano la Juve, l'unica squadra a non aver bucato la porta di Frey, e grazie a Kevin Prince Boateng trovano all’85' la rete che tiene il Milan aggrappato alla corsa scudetto a -3 dai bianconeri. Allegri le ha provate tutte. Da Cassano a Boateng fino a Maxi Lopez. E la sua perseveranza ha avuto i suoi frutti quando San Siro sembrava ormai ammutolito e rassegnato al -5 dalla Juve.
I rossoneri però sono parsi in grossa difficoltà sia dal punto di vista fisico quanto da quello del gioco. Ma come accade in queste circostanze l'importante è portare a casa i tre punti, e il Milan li ha portati. Discorso completamente differente per il Genoa. La situazione dei liguri, dopo le contestazioni di domenica scorsa, continua ad essere critica nonostante la sconfitta del Lecce con il Napoli. Ogni discorso in chiave scudetto quanto in chiave salvezza resta ancora aperto. Il campionato a quattro giornate dalla fine è tutt'altro che chiuso. Ma Milan e Genoa se vogliono poter arrivare fino in fondo devono cambiare decisamente marcia.
75' Borriello
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Borriello, l'attaccante dimenticato, e il gol che potrebbe valere lo scudetto. Contro il Cesena la Juventus tira fuori dal cilindro, anzi dalla panchina, il giocatore meno amato dalla tifoseria bianconera e che a dieci minuti dal termine lascia la capolista a distanza di sicurezza dal Milan.
Il tutto in una partita complicatissima. Un rigore sbagliato da Pirlo fa sempre notizia, figuriamoci due di fila. Roba da stropicciarsi gli occhi. Dopo quello fallito con la Roma (poi il gol su ribattuta), l'uomo chiave della macchina (quasi) perfetta costruita da Antonio Conte si è inceppato ancora, stavolta contro i romagnoli. Penalty generoso il terzo dell'intera stagione, concesso per un fallo di mano commesso da Moras almeno a mezzo metro dalla propria area e poi infrantosi sul palo. È il segnale che il metronomo bianconero non è nella sua giornata migliore. Il primo caldo sole di maggio illumina il Manuzzi, non uno spento Pirlo. Uno, due, tre passaggi sbagliati sottraggono alla prima della classe, che pure fa la partita, qualità e lucidità dalla metà campo in su. La buona volontà di Vucinic e Matri, poi, non sono sufficienti a scardinare la difesa, un'invalicabile linea Maginot, allestita da un Cesena precipitato in Serie B. Ma l'onore, si sa, a volte conta più di un destino già scritto. E se poi palo chiama palo, quello colpito da De Ceglie al 37’ con deviazione del portiere Antonioli, diventa evidente che la trasferta in Romagna, feudo tradizionalmente attratto da Madama, per la capolista è un affare molto complicato.
Nel secondo tempo la squadra di Conte attacca a testa bassa. Ci prova Marchisio, poi Pirlo su punizione, mentre Antonioli -non a caso soprannominato Batman- disinnesca un calcio piazzato di Del Piero indirizzato sotto il sette. E poi sbuca Borriello al 35'. Per qualche minuto la Juve è in fuga a +6 sul Milan, poi torna a +5 quando a San Siro segna Boateng al 41'. Per l'attaccante dimenticato, guarda caso un ex milanista, sei minuti da autentico eroe.
Milan-Genoa 1-0
86' Boateng
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Il match con il Genoa poteva essere l'ultimo treno sulla via della corsa allo scudetto per il Milan. E così è stato. I rossoneri questa volta non imitano la Juve, l'unica squadra a non aver bucato la porta di Frey, e grazie a Kevin Prince Boateng trovano all’85' la rete che tiene il Milan aggrappato alla corsa scudetto a -3 dai bianconeri. Allegri le ha provate tutte. Da Cassano a Boateng fino a Maxi Lopez. E la sua perseveranza ha avuto i suoi frutti quando San Siro sembrava ormai ammutolito e rassegnato al -5 dalla Juve.
I rossoneri però sono parsi in grossa difficoltà sia dal punto di vista fisico quanto da quello del gioco. Ma come accade in queste circostanze l'importante è portare a casa i tre punti, e il Milan li ha portati. Discorso completamente differente per il Genoa. La situazione dei liguri, dopo le contestazioni di domenica scorsa, continua ad essere critica nonostante la sconfitta del Lecce con il Napoli. Ogni discorso in chiave scudetto quanto in chiave salvezza resta ancora aperto. Il campionato a quattro giornate dalla fine è tutt'altro che chiuso. Ma Milan e Genoa se vogliono poter arrivare fino in fondo devono cambiare decisamente marcia.