Ultrà Genoa, altre intimidazioni: schiaffi a un giocatore
CalcioDopo gli ultimi episodi allo stadio Ferraris, la Digos sta indagando su un altro episodio che riguarderebbe una frangia della tifoseria rossoblù e mai denunciato dalla società: un'invasione di campo al centro sportivo di Pegli durante un allenamento
Le intimidazioni ai giocatori del Genoa da parte degli ultrà non sono state solo quelle di domenica scorsa, nel corso della partita contro il Siena. La Digos di Genova sta indagando su un altro episodio, mai denunciato dalla società: si tratterebbe di una invasione del campo sportivo di Pegli durante una partita di allenamento, nel corso della quale un calciatore del Genoa sarebbe stato schiaffeggiato e strattonato.
Gli agenti della polizia stanno cercando di ricostruire con esattezza le circostanze. A riferirlo alla Digos sarebbe stato lo stesso presidente, Enrico Preziosi, che però poi decise di non presentare formale denuncia. Secondo quanto riportato nella relazione della Digos, alcuni tifosi nei mesi scorsi avrebbero fatto irruzione a Pegli durante un allenamento, arrivando addirittura a strattonare e schiaffeggiare un giocatore, di cui non viene riportato il nome.
"Questo episodio -scrive la Digos nel documento consegnato al procuratore capo di Genova, Michele Di Lecce e al sostituto Biagio Mazzeo- si inquadra in un clima di intimidazione a cui è sottoposta la squadra che non è limitato ai fatti di domenica".
Le indagini su Genoa-Siena - Gli indagati per quanto avvenuto domenica al Ferraris restano al momento dodici, ma nei prossimi giorni, dopo le ulteriori identificazioni, è praticamente certo che il numero salirà. Ed è già certo che cinque delle dodici persone raggiunte da provvedimento per cinque anni dovranno presentarsi in commissariato a firmare in occasione delle partite.
I provvedimenti - Nella relazione consegnata in Procura dalla Digos viene precisato che gli indagati sono i capi ultrà e i promotori della protesta, che nei giorni scorsi hanno ricevuto il daspo dal questore. Sono stati sottoposti all'obbligo di firma da parte del gip Marina Orsini e per cinque anni, oltre a non potere mettere piede dentro lo stadio, dovranno presentarsi in commissariato, nel primo e nel secondo tempo del match, e firmare davanti ai poliziotti.
Gli agenti della polizia stanno cercando di ricostruire con esattezza le circostanze. A riferirlo alla Digos sarebbe stato lo stesso presidente, Enrico Preziosi, che però poi decise di non presentare formale denuncia. Secondo quanto riportato nella relazione della Digos, alcuni tifosi nei mesi scorsi avrebbero fatto irruzione a Pegli durante un allenamento, arrivando addirittura a strattonare e schiaffeggiare un giocatore, di cui non viene riportato il nome.
"Questo episodio -scrive la Digos nel documento consegnato al procuratore capo di Genova, Michele Di Lecce e al sostituto Biagio Mazzeo- si inquadra in un clima di intimidazione a cui è sottoposta la squadra che non è limitato ai fatti di domenica".
Le indagini su Genoa-Siena - Gli indagati per quanto avvenuto domenica al Ferraris restano al momento dodici, ma nei prossimi giorni, dopo le ulteriori identificazioni, è praticamente certo che il numero salirà. Ed è già certo che cinque delle dodici persone raggiunte da provvedimento per cinque anni dovranno presentarsi in commissariato a firmare in occasione delle partite.
I provvedimenti - Nella relazione consegnata in Procura dalla Digos viene precisato che gli indagati sono i capi ultrà e i promotori della protesta, che nei giorni scorsi hanno ricevuto il daspo dal questore. Sono stati sottoposti all'obbligo di firma da parte del gip Marina Orsini e per cinque anni, oltre a non potere mettere piede dentro lo stadio, dovranno presentarsi in commissariato, nel primo e nel secondo tempo del match, e firmare davanti ai poliziotti.