Cade quest'anno il decennale della disfatta dell'Inter, che buttò via uno scudetto già cucito sul petto in favore della Juventus. Le lacrime di Ronaldo, l'euforia di Conte, gli errori di Gresko: riviviamo i momenti di quella indimenticata giornata

5 maggio 2002: l’Inter crolla incredibilmente a Roma con la Lazio e consegna a sorpresa lo scudetto nelle mani della Juventus. Qui il pianto di Ronaldo, all’ultima presenza in nerazzurro –
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Ma come si era arrivati a quella situazione? 30.a giornata: l’Inter, che guida il torneo con 6 punti di vantaggio sulla Juve, perde 2-1 a San Siro con l’Atalanta -
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La Juve di Enzo Maresca, jolly prezioso della Vecchia Signora, riduce a tre le lunghezze di distacco e si presenta alla terz’ultima giornata a tiro di schioppo dalla squadra di Hector Cuper -
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Al 90’ del 31.o turno l’Inter ha cinque punti di vantaggio virtuali: ma in pochi secondi tutto si ribalta. Nel recupero, Cossato segna il 2-2 che condanna i nerazzurri al pareggio con il Chievo –
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Negli stessi istanti Pavel Nedved segna il tiro che manda la Juve ad un insperato meno uno a 180’ dal termine del torneo –
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Giornata 34. La Juve espugna agevolmente Udine 2-0 grazie ai gol di Trezeguet (capocannoniere con 24 reti) e Del Piero e aspetta notizie da Roma, dove si gioca Lazio-Inter -
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All’Olimpico è una girandola di emozioni. I tifosi laziali regalano i propri abbonamenti ai loro “gemellati” interisti, ma la squadra di Zaccheroni non regala nulla e replica al gol iniziale di Vieri –
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Di Biagio segna il 2-1 per l’Inter, ma Gresko offre su un piatto d’argento a Poborsky l’opportunità di segnare il 2-2 poco prima dell’intervallo –
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L’Inter di Cuper si scioglie nel secondo tempo, subendo due reti da Simeone e Simone Inzaghi. L’Olimpico, colmo di interisti, si ammutolisce –
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Il 4-2 con cui si conclude il match apre la tragedia dell’Inter, che finirà terza dietro anche alla Roma –
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Nel frattempo al “Friuli” si scatena l’inaspettata festa bianconera per il 26.o tricolore: qui il condottiero Marcello Lippi –
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Tra i più scatenati l’allora capitano Antonio Conte, che durante i festeggiamenti dirà, riferendosi a Materazzi: “Qualcuno che era a Perugia e rideva, oggi piange: e io godo”. Anche questo è 5 maggio –
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