Morosini, un'infezione cardiaca tra le ipotesi della morte

Calcio
Il dramma del giocatore del Livorno ha scosso profondamente Livorno e tutto il mondo dello sport

L'autopsia sullo sfortunato calciatore del Livorno, morto in campo il 14 aprile, avrebbe mostrato una lesione al ventricolo sinistro, segno di una possibile miocardite. Se la diagnosi fosse confermata, il cuore si sarebbe fermato "come per corto circuito"

A uccidere Piemario Morosini potrebbe essere stata una miocardite, un'infezione cardiaca che avrebbe colpito il circuito elettrico del cuore. È quanto emerge dall'autopsia svolta sul corpo dello sfortunato calciatore del Livorno, morto sul terreno dello stadio Adriatico di Pescara lo scorso 14 aprile.

L'esame avrebbe rintracciato un'"area cicatriziale" nella zona del ventricolo sinistro: una lesione che rafforza la probabilità che a uccidere Morosini sia stata un'improvvisa aritmia, causa a sua volta della fibrillazione ventricolare. Per la conferma definitiva bisognerà attendere l'esito degli esami istologici effettuati sui reperti.

Se la diagnosi fosse confermata - spiega l'anatomopatologo Domenico Angelucci dell'Università di Chieti, l'istituto nel quale è stata effettuata l'autopsia - il decesso di Morosini sarebbe avvenuto "come per corto circuito". Spiega il medico: "La corrente elettrica nel cuore va in una certa direzione: un'eventuale infezione che provoca un danno materiale interrompe il circuito e provoca delle fibrillazioni ventricolari". Impossibile, almeno per ora, sapere come e quando Morosini possa aver contratto quest'infezione e se i controlli potessero rilevare l'anomalia, ma lo stesso dottor Angelucci chiarisce: "Spesso questi danni sono o minimi o confondibili con anomalie congenite, fino a quando il circuito non si interrompe in modo tragico".

Uno scenario che riapre la questione della presenza del defibrillatore sul campo. E non è escluso che la magistratura voglia andare fino in fondo con l'inchiesta aperta per accertare le eventuali responsabilità nei soccorsi.