Falsato da mancata contemporaneità? Lo scandalo è altrove

Calcio

E perché mai inciderebbe sulla regolarità del campionato? Il pallone è nel fango per gli ultras di Genova che impongono di togliere le maglie, per la rissa di Udinese-Lazio, o per il clima di esasperazione che trasforma Delio Rossi in un invasato da bar?

Partiamo da una precisazione sul linguaggio usato troppo spesso (e a sproposito) in questi ultimi giorni. Si è scritto e si è letto di campionato falsato dalla mancata contemporaneità. Il concetto andrebbe applicato alle ipotesi di partite comprate e vendute come in un supermarket della vergogna, ipotesi accusatorie che fortemente rischiano di diventare realtà accertate per sentenza dalla magistratura sportiva prima e da quella ordinaria poi.

Veniamo al punto: perché la mancata contemporaneità inciderebbe sulla regolarità del campionato? Ha forse inciso il comportamento del Parma che ha battuto l’Inter pur non avendo più nulla da chiedere alla stagione? Ha inciso il Novara con le sue recenti vittorie che hanno rovinato i piani delle sue avversarie senza generare un effetto positivo sulla propria classifica?

Hanno forse protestato Barcellona e Real Madrid che mercoledì si sono giocate il titolo della Liga giocando in orari differenti? Che cosa succederà in Inghilterra dove i due Manchester nel prossimo fine settimana si contenderanno la premier fregandosene della simultaneità?

In Italia, invece, diventa quasi un caso nazionale condito di anacronistici amarcord riferiti a un passato non più ripetibile. Limitare la contemporaneità solo all’ultima giornata non è stata una concessione alle pay tv, ma una proposta che la Lega, attraverso il proprio advisor, ha fatto per valorizzare, cioè monetizzare, la proposta per un campionato che per i suoi diritti domestici (cioè venduti in Italia) incassa più di ogni altra competizione europea. E a beneficiarne sono i telespettatori abbonati che possono godersi più partite, riempiendo di ulteriore valore la propria scelta di abbonarsi.

E allora, dov’è lo scandalo? Non è forse in una trattativa che una banda di ultras impone a dei calciatori ritenuti indegni di portare una maglia, come è capitato a Genova? Oppure, non è forse nella rissa di Udinese-Lazio, o nell’esasperazione - che in un sistema che vive ormai di eccessi – porta un uomo tranquillo, Delio Rossi, a esibirsi come un tipo da bar sotto gli occhi del mondo? Il riscatto il calcio deve cercarlo sul campo, sotto gli occhi di quanti più testimoni possibili. Vincere, sempre e comunque, è l’unico calcolo possibile per evitare  di finire in rosso, oltre che con i conti, anche con la ragione.