Il tecnico spagnolo si congeda dalla Roma: lascerà la società giallorossa al termine del campionato che si chiude domani con il match in programma a Cesena. "Ho sempre dato il 100 per cento, spero che il mio successore venga trattato in modo diverso"
"Me ne vado perché sono molto stanco, ho dato il 100 per cento. Non recupererò questa forza durante l'estate, come faccio a essere utile alla squadra? Non allenerò il prossimo anno. E' stata un'avventura bellissima". E' così che Luis Enrique si congeda dalla Roma. Il tecnico spagnolo lascerà la società giallorossa al termine del campionato che si chiude domani con il match in programma a Cesena.
"E' stato bellissimo essere allenatore della Roma, un grande orgoglio, grazie di tutto. E' stato un grandissimo piacere essere l'allenatore di questa squadra, non mi sono pentito, nemmeno nei giorni più brutti".
Sindrome Guardiola? - "Sono sicuro di aver dato il 100 per cento ma l'anno prossimo di sicuro non allenerò, sono stanco". Con queste parole Luis Enrique spiega il motivo del suo addio, precisando però che lascia con orgoglio e portandosi dietro bei ricordi di Roma: "Ogni sconfitta è stata un dispiacere, sono ancora convinto che si possa fare un buon calcio. Le voci circolate su di me non sono vere, ho sempre avuto un bel rapporto con i giocatori".
Ringraziamenti - "Rispetto Totti come uomo e come giocatore, da quando sono arrivato con lui non ho mai avuto problemi. Ringrazio tutti i ragazzi per avermi ascoltato, non è stata una stagione soltanto negativa. E sul Tapiro d'Oro ricevuto da Staffelli: "Degli amici mi hanno chiesto: 'cos'è questo?'. E gli ho spiegato: "L'allenatore straniero più bravo della Serie A".
"E' stato bellissimo essere allenatore della Roma, un grande orgoglio, grazie di tutto. E' stato un grandissimo piacere essere l'allenatore di questa squadra, non mi sono pentito, nemmeno nei giorni più brutti".
Sindrome Guardiola? - "Sono sicuro di aver dato il 100 per cento ma l'anno prossimo di sicuro non allenerò, sono stanco". Con queste parole Luis Enrique spiega il motivo del suo addio, precisando però che lascia con orgoglio e portandosi dietro bei ricordi di Roma: "Ogni sconfitta è stata un dispiacere, sono ancora convinto che si possa fare un buon calcio. Le voci circolate su di me non sono vere, ho sempre avuto un bel rapporto con i giocatori".
Ringraziamenti - "Rispetto Totti come uomo e come giocatore, da quando sono arrivato con lui non ho mai avuto problemi. Ringrazio tutti i ragazzi per avermi ascoltato, non è stata una stagione soltanto negativa. E sul Tapiro d'Oro ricevuto da Staffelli: "Degli amici mi hanno chiesto: 'cos'è questo?'. E gli ho spiegato: "L'allenatore straniero più bravo della Serie A".