Scommesse, un anno dopo. Tutte le tappe dell'inchiesta
CalcioIl 1° giugno 2011 16 persone accusate di associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva. Signori, Doni, Paoloni, Gervasoni finirono in carcere. Ad Aprile 2012 l'arresto di Mario Cassano e le confessioni di Masiello. Oggi altri 19 arresti
Il primo choc, 362 giorni fa: 1 giugno del 2011, 16 persone vengono arrestate con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva. Il nome più noto: Beppe Signori, preso con i suoi commercialisti giannone e bruni. Um'inchiesta partita da un episodio comunque grave, ma periferico nel grande calcio: Marco Paoloni, portiere della Cremonese, aveva provato ad addormentare i suoi compagni di squadra per perdere la partita (invece vinta) con la Paganese. Tra gli addormentati Carlo Gervasoni che diventerà il grande pentito della seconda fase. Poi nomi che ormai sembranoi lontanissimi: l'agente di scommesse Erodiani, il dentista Pirani, un altro giocatore in attività, l'ascolano Micolucci, ex calciatori come Bellavista, Parlato, Sommese, un dirigente del Ravenna. Nella lista anche lo slavo Gegic, tuttora latitante, pedina fondamentale dell'organizzazione. Si parla di partite di B e Lega Pro, ma i magistrati anticipano lo scenario futuro: c'entra anche la serie A.
Tra gli indagati il nome più ricorrente negli atti istruttori è quello di Cristiano Doni, capitano dell'Atalanta. Durante tutta l'estate si professa estraneo ai fatti, poi il 19 dicembre finisce in carcere a Cremona con un ex collega, il preparatore dei portieri del Ravenna, Santoni e altri suoi soci in affari. Alla vigilia di Natale torna a casa, dopo aver firmato la sua confessione. Dice d'aver commesso l'illecito solo per il bene dell'Atalanta, addossandosi però ogni responsabilità. Tra i 17 arrestati del blitz di fine anno ci sono Filippo Carobbio, Gigi Sartor, ancora Gervasoni, poi un calciatore senza gran passato, Zamperini, indicato soprattutto come amico di Mauri, un altro slavo, Ilievsky, ancora latitante come i presunti capi dell'organizzazione transazionale che porta fino a Singapore.
Il calcio trema davvero: gli indagati diventano 120. In scena i pentiti: il primo è Micolucci, in estate aveva già patteggiato la condanna sportiva dopo 14 ore di rivelazioni che Palazzi consegna anche alla procura di Cremona. Poi tocca a Gervasoni e Carobbio: consegnano particolari insospettabili. Compare una foto con Mauri e Ilievsky a Formello prima di Lazio-Genoa, poi il racconto di soldi nascosti in asciugamani, e altri commerci. Altre conferme arrivano da un ungherese. Passa poco più di un mese e da Cremona ordinano l'arresto di Mario Cassano, portiere del Piacenza che avrebbe detto a Doni dove tirare il rigore in Atalanta-Piacenza, e Angelo Iacovelli l'ausiliario infermiere sotto inchiesta anche a Bari: l'ipotesi è che numerose partite siano state vendute. Personaggio centrale diventa Andrea Masiello: lo ascoltano a Cremona, poi a Bari, infine lo spediscono in cella per qualche giorno insieme con due soci. Ammette di aver incassato soldi per un autogol nel derby con il Lecce.
Magistrati penali e giudici sportivi si scambiano atti che raccontano di un calcio davvero marcio. E' il 2 aprile, il tam tam su altri arresti risuona da allora, mentre Palazzi completa la preparazione del primo processo, l'inizio è fissato per giovedì. Ma il vero choc arriva oggi, ancora da Cremona, là dove tutto era cominciato.
Tra gli indagati il nome più ricorrente negli atti istruttori è quello di Cristiano Doni, capitano dell'Atalanta. Durante tutta l'estate si professa estraneo ai fatti, poi il 19 dicembre finisce in carcere a Cremona con un ex collega, il preparatore dei portieri del Ravenna, Santoni e altri suoi soci in affari. Alla vigilia di Natale torna a casa, dopo aver firmato la sua confessione. Dice d'aver commesso l'illecito solo per il bene dell'Atalanta, addossandosi però ogni responsabilità. Tra i 17 arrestati del blitz di fine anno ci sono Filippo Carobbio, Gigi Sartor, ancora Gervasoni, poi un calciatore senza gran passato, Zamperini, indicato soprattutto come amico di Mauri, un altro slavo, Ilievsky, ancora latitante come i presunti capi dell'organizzazione transazionale che porta fino a Singapore.
Il calcio trema davvero: gli indagati diventano 120. In scena i pentiti: il primo è Micolucci, in estate aveva già patteggiato la condanna sportiva dopo 14 ore di rivelazioni che Palazzi consegna anche alla procura di Cremona. Poi tocca a Gervasoni e Carobbio: consegnano particolari insospettabili. Compare una foto con Mauri e Ilievsky a Formello prima di Lazio-Genoa, poi il racconto di soldi nascosti in asciugamani, e altri commerci. Altre conferme arrivano da un ungherese. Passa poco più di un mese e da Cremona ordinano l'arresto di Mario Cassano, portiere del Piacenza che avrebbe detto a Doni dove tirare il rigore in Atalanta-Piacenza, e Angelo Iacovelli l'ausiliario infermiere sotto inchiesta anche a Bari: l'ipotesi è che numerose partite siano state vendute. Personaggio centrale diventa Andrea Masiello: lo ascoltano a Cremona, poi a Bari, infine lo spediscono in cella per qualche giorno insieme con due soci. Ammette di aver incassato soldi per un autogol nel derby con il Lecce.
Magistrati penali e giudici sportivi si scambiano atti che raccontano di un calcio davvero marcio. E' il 2 aprile, il tam tam su altri arresti risuona da allora, mentre Palazzi completa la preparazione del primo processo, l'inizio è fissato per giovedì. Ma il vero choc arriva oggi, ancora da Cremona, là dove tutto era cominciato.