Interrogati Mauri e Milanetto: nessuna ammissione

Calcio
Interrogato Stefano Mauri alla Procura di Cremona

Ascoltato il giocatore della Lazio alla procura di Cremona. Il pm Di Martino sull'ex del Genoa: "Interrogatorio non brillante". Intanto, un'intercettazione rivela: patto con gli ungheresi siglato a San Siro nel 2010. E Turati confessa

Nel gran giorno degli interrogatori per il gip Guido Salvini si è concluso in tarda serata l'interrogatorio del giocatore della Lazio Stefano Mauri. E' stato anche ascoltato Omar Milanetto: il calciatore del Padova ed ex del Genoa, secondo quanto riferito dal pm Roberto Di Martino, non ha fatto ammissioni circa i fatti di cui è imputato, in primo luogo l'alterazione della partita Lazio-Genoa dello scorso campionato. Piena confessione, invece, per Marco Turati.

I legali di Mauri: Finito l'interrogatorio di Stefano Mauri hanno parlato i legali Matteo Melandri e Amilcare Buceti. E' emerso che Mauri ha chiarito le sue frequentazioni e che è già stata inoltrata la richiesta di scarcerazione. Venerdì sarà data risposta. E' stato anche chiarito che Mauri non ha avuto nessun rapporto con Ilievski e che con Zamperini c'è un'amicizia di infanzia.

Legale Milanetto: "Dimostrerà propria innocenza" - Omar Milanetto "è completamente innocente ed estraneo alla vicenda e lo dimostrerà". Lo ha affermato con forza il legale del calciatore, Mattia Grassani, al termine dell'interrogatorio da parte del gip di Cremona, Guido Salvini, e del pm Roberto Di Martino. "Milanetto sta male - ha detto Grassani - come una persona che si ritiene completamente innocente, sta soffrendo pesantemente questa situazione, dopo tre giorni di carcere. E' convinto e dimostrerà di essere completamente estraneo, presenteremo la domanda di scarcerazione e siamo fiduciosi sulla revoca della misura cautelare".

Le confessioni di Turati -
Piena confessione dei fatti addebitati e chiamata in causa anche di dirigenti di Ancona e Grosseto: questa, secondo le indiscrezioni, la posizione di Marco Turati, il giocatore del Modena, sentito questo pomeriggio dal gip di Cremona, Guido Salvini, nell'ambito dell'inchiesta sul calcioscommesse. Turati, ex giocatore dell'Ancona e del Grosseto, è accusato di aver alterato il risultato di almeno sei partite. Oggi avrebbe confermato tutto e ammesso anche il ruolo dei dirigenti sportivi negli accordi tra le squadre.

Kaladze: "Sono una persona pulita" - "Sono una persona pulita, non ho mai giocato neanche una schedina in vita mia, e venti anni di carriera sono lì a testimoniarlo". Il difensore del Genoa Kakhaber Kaladze, attraverso il quotidiano online 'ilVostro' si difende dalle accuse in riferimento alla vicenda delle scommesse. "Contatti tra me e il pregiudicato bosniaco Safet Altic? Ho conosciuto questo Altic, che mi è sempre stato presentato come Sergio, in una cena della squadra. Me lo ha presentato come suo amico Giuseppe Sculli".

Di Martino su Conte -
L'inchiesta sull'allenatore della Juventus, Antonio Conte, è stata fatta secondo le regole, che richiedono l'invio della comunicazione di garanzia e la contemporanea perquisizione. Lo ha precisato il pm di Cremona, Roberto Di Martino.

"Nessun summit nel mio locale" -
"Nel locale di cui un anno fa ero titolare non si è mai svolto alcun summit". Lo ha specificato Luca Pollicino, il ristoratore genovese di fronte al cui locale, l'Osteria del Coccio di piazza Cadevilla, a Sturla, il 10 maggio del 2011 si incontrarono i giocatori Domenico Criscito del Genoa, Giuseppe Sculli della Lazio ed ex genoano, il pregiudicato bosniaco Safet Altic, un conoscente di quest'ultimo e i due leader ultrà Fabrizio Fileni e Massimo Leopizzi.

Quel patto di S.Siro in Champions
- Il patto tra il gruppo degli ungheresi e il boss dell'organizzazione che gestiva il calcio scommesse, il singaporiano Eng Tan Seet, sarebbe stato siglato a San Siro, il 20 aprile 2010, in occasione della semifinale di Champions League Inter-Barcellona, vinta dai nerazzurri per 3-1. La circostanza emerge da una serie di telefonate registrate dagli investigatori ungheresi e inviate ai pm di Cremona con una rogatoria internazionale.

Il passaggio di consegne degli zingari -Dalle telefonate trasmesse dalle autorità ungheresi - e contenute negli atti dell'inchiesta - emerge infatti che Eng Tan Seet, Zoltan Kenesei, il capo degli ungheresi, e Hristian Ilievsky, uno dei boss del gruppo degli zingari, si vedono allo stadio di Milano per chiudere l'accordo. Un'intesa che, di fatto, sancisce il passaggio di consegne tra il gruppo degli zingari, decimato dagli arresti, e quello ungherese, per la gestione delle combine delle partite dei campionati italiani. "Abbiamo un incontro in Italia - dice al telefono uno degli ungheresi destinatari dell'ordinanza del Gip Salvini, Matyas Lazar - viene con l'aereo l'uomo dell'Asia. Martedì sera dobbiamo essere a Milano. Ci ha invitato alla partita Inter-Barcellona e li si faranno i conti".

"Lecce e Lazio sapevano tutto" - "Dal racconto di Zoltan Kenesei e Matyas Lazar so che i giocatori di entrambe le squadre sapevano della manipolazione. Anzi, Lazar ha nominato anche capi di club ma purtroppo non mi ricordo di più". E' quanto racconta Gabor Horvat, uno degli ungheresi arrestati dalle autorità di quel paese che indagavano su una serie di frodi sportive commesse dal gruppo riconducibile a Kenesi. L'interrogatorio dell'uomo è stato trasmesso alla procura di Cremona ed è agli atti dell'inchiesta

"Su Mezzaroma accuse infondate" - "Massimo Mezzaroma è sereno e attende con fiducia lo svolgersi degli avvenimenti". Lo ha detto Emilio Ricci, l'avvocato del presidente del Siena, nel corso di un'intervista all'emittente radiofonica Antennaradioesse, ribadendo che la presunta richiesta ai giocatori bianconeri di perdere una partita: "è assolutamente infondata". Il legale ha assicurato la massima disponibilità del suo assistito a collaborare con la Procura di Cremona che lo ha iscritto nel registro degli indagati: "Noi siamo a disposizione per ogni chiarimento - ha aggiunto Ricci -, il comportamento della famiglia Mezzaroma nella gestione del Siena è sempre stato trasparente. Ci siamo messi in contatto con il procuratore, attendiamo di essere sentiti".