Calcioscommesse, il quadro dello scandalo un anno dopo

Calcio
Marco Paoloni è stato uno dei primi calciatori coinvolti nello scandalo scommesse
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Sono passati 12 mesi esatti dai primi arresti di Cremona, furono 16. E il quadro accusatorio è sempre più chiaro. Con la terza tranche dell'inchiesta i provvedimenti sono diventati 54. Ecco un ripasso

Un anno esatto è intanto trascorso dai primi arresti di Cremona, furono 16: dal bomber Signori a Paoloni il portiere che con questo scandalo ha trovato una notorietà alla quale avrebbe volentieri rinunciato e mai avuta in campo. Arrivati alla terza tranche dell'inchiesta, new last bet, i provvedimenti sono 54, tra carcere, arresti domiciliari e più blande misure. I nomi sono diventati sempre più importanti: dalla lega pro l'inchiesta è arrivata a Coverciano, a Stefano Mauri il capitano della Lazio che in queste ore attende dal carcere la decisione del gip Guido Salvini sulla propria libertà: l'impressione è che dovrà aspettare ancora.

Mauri sostiene di non dover ammettere nulla essendo estraneo a tutto, anche agli slavi Gegig e Ilievsky i latitanti che rappresentano la costante dell'inchiesta. Anche Cristian Bertani della Sampdoria, che secondo l'accusa era il tramite tra gli zingari e la sua ex squadra, il Novara, per la combine di più partite, è atteso dal Gip nell'ultima giornata dedicata agli interrogatori di garanzia. Salvini ascolterà, Alessandro Pellicori in carcere, e Gritti, portiere del Bellinzona, considerato un esperto nella manipolazione delle partite del campionato svizzero, esportatore in Italia di un modello, ma soprattutto dei contatti con i soliti zingari.

Dalla Svizzera si era trasferito all'Albinoleffe dove c'era anche Carobbio. Dagli spogliatoi ai conti cifrati, come quelli intestati al commercialista Ragone  a cui il gip chiederà della società panamense costituita insieme a Sartor, Signori e al latitante in Cina Luca Burini. Uno dei conti porta il curioso nome d'un vino sardo (Cannonau), vi è transitato denaro proveniente da singapore, da tans set eng, considerato la mente dell'associazione.

Un anno è passato, e il quadro accusatorio è sempre più chiaro: a chi ha contribuito a rafforzarlo il Gip ha concesso la libertà, al calciatore del Modena Turati l'obbligo di firma: triste e solo ha lasciato a piedi il carcere di Cremona,  a Paolo Acerbis il portiere del Vicenza, è andata meglio: ad aspettarlo c'era il suo avvocato.