Criscito si sfoga. Marassi, spunta un telefonino in cella
CalcioIl difensore depennato dalla lista azzurra per Euro 2012 non ci sta e, intervistato, attacca: "L'esclusione mi ha reso il simbolo dello scandalo. La Federazione? Avrebbe dovuto leggere meglio l'ordinanza...". Bertani non risponde al gip Salvini
Un telefono cellulare nella cella di un detenuto coinvolto nello scandalo del calcio: è stato trovato dal personale della polizia penitenziaria in servizio al carcere genovese di Marassi. Lo rende noto in un comunicato il Sindacato autonomo polizia penitenziaria (Sappe).
Nel carcere genovese l'unico detenuto accostato allo scandalo del calcioscommesse è il pregiudicato bosniaco Safet Altic, recluso non per reati connessi allo scandalo del calcio, bensì al traffico di stupefacenti. Altic il 10 maggio del 2011 è stato sorpreso dagli investigatori nel ristorante genovese l' Osteria del Coccio dove c'erano anche Beppe Sculli, all'epoca dei fatti alla Lazio, e Mimmo Criscito.
Lo sfogo di Criscito - "Ho pianto e non me ne vergogno. Sono innocente, in tanti mi dovranno chiedere scusa" ha detto Domenico Criscito. Il calciatore, escluso dalla lista azzurra per gli Europei 2012 a seguito dell'avviso di garanzia ricevuto dalla Procura di Cremona per l'inchiesta sul Calcioscommesse afferma anche di aspettarsi "il proscioglimento pieno, possibilmente rapido". "Non ci sto a passare per capro espiatorio. L'esclusione dalla lista dei 23 per l'Europeo all'ultimo giorno ha fatto sì che fossi considerato il simbolo dello scandalo. Con un attimo di valutazione in più, sarebbe stato evidente che non c'entravo niente".
In merito al collega Bonucci, che risulta indagato ma che parteciperà agli Europei di calcio, "in Polonia dovevamo andare entrambi: l'avviso di garanzia non significa che sei colpevole. La mancata convocazione - sottolinea Criscito - può essere interpretata come un giudizio sommario di colpevolezza". Quanto alla Federazione, secondo cui l'esclusione del calciatore era inevitabile, "al posto della Figc avrei letto l'ordinanza", chiosa.
La foto incriminata, in cui il giocatore dello Zenit è ritratto insieme a Giuseppe Sculli, al pregiudicato bosniaco Safet Altic e ad alcuni capi ultrà, "risale a più di un anno fa ed era solo un incontro con i tifosi dopo il derby. Non sapevo chi fossero tutti i partecipanti", spiega Criscito, che dice "basta con le ipocrisie: gli ultrà hanno rapporti strettissimi con club e giocatori, e possono condizionare l'andamento delle partite, come in Genoa-Siena".
Agli Europei "tiferò per i miei amici-compagni, anche se con una grande amarezza e tristezza dentro", prosegue il calciatore. "Ho lavorato una vita per conquistarmi questi palcoscenici e quest'anno a San Pietroburgo ho dato tutto me stesso per non perdere la Nazionale. Ma - conclude - non cerco vendette, nè colpevoli: solo giustizia".
Anche Al Jazeera a Cremona - Anche l'emittente del mondo arabo Al Jazeera è presente a Cremona con un giornalista e una troupe per seguire la vicenda Calcioscommesse. "C'è un grande interesse nel mondo arabo per il vostro calcio", spiega Abdel Majid Sbaoui: "Tutti conoscono i vostri calciatori, delle vere star, tutti seguono il vostro campionato. Tutti, quindi, sono incuriositi da quanto sta accadendo nel mondo del calcio italiano".
Bertani non risponde - "Bertani si ritiene estraneo ai fatti", hanno spiegato Fausto Bruzzese e Stefano Vitale, avvocati del giocatore della Sampdoria ed ex-Novara. Il giocatore non ha risposto alle domande degli inquirenti.
Ilievski: "Vi sparo alle gambe" - Dai verbali degli interrogatori escono anche le minacce di Hristian Ilievski nei confronti di matteo Gritti, allora portiere del Bellinzona, e all'allenatore in seconda della squadra elvetica. In base a quanto ha riferito lo stesso Gritti al gip Guido Salvini, i due sarebbero statio costretti a favorire le scommesse clandestine nel calcio svizzero. "Se non lo fate vi sparo alle gambe", avrebbe minacciato Ilievski.