Obodo, il racconto: "Volevano uccidermi, così sono fuggito"

Calcio
Il giocatore del Lecce ha passato ore difficilissime ma è riuscito a fuggire.

"Quando ho sentito che l'unica persona che mi controllava doveva ammazzarmi, le ho dato una spinta e sono scappato". Sono le parole sulla dinamica della liberazione del giocatore del Lecce, scampato a una terribile avventura in Nigeria

"Quando ho sentito che l'unica persona che mi controllava doveva ammazzarmi allora a questa ho dato una spinta e sono scappato". E' il racconto della liberazione di Christian Obodo fatto dal giocatore, raggiunto telefonicamente dall'Ansa in un albergo dove si trova con i familiari. "Sono fuggito e da una foresta sono arrivato in un piccolo villaggio - continua Obodo che tornerà in Italia tra 10 giorni -, la gente mi ha riconosciuto e ha chiamato la polizia. Ringrazio Dio, è andata bene, ma sono ancora sotto choc".

"Quando sono arrivato in chiesa mi hanno preso 6 persone, abbiamo fatto un viaggio di 3 ore, quando hanno aperto la porta mi sono visto in mezzo alla foresta, poi mi hanno coperto anche la faccia. Mi hanno detto che devono portare qui i soldi, 150mila euro. Io ho detto fatemi chiamare la famiglia e vi faccio portare i soldi, mi dicevano stai tranquillo facci portare i soldi e non ti faremo nulla". Questo invece il racconto di Obodo a Sky Sport24, sul suo rapimento. "La polizia ha chiuso tutte le strade, mi cercava dappertutto e ha fermato alcuni dei rapitori, quindi gli altri mi volevano uccidere e io sono scappato. Per farlo ho spinto uno dei rapitori in un burrone e sono fuggito, senza guardarmi indietro, grazie a Dio sono uno sportivo e ho cercato aiuto", ha proseguito il centrocampista che ora è nella sua città e dice di non avere paura. "Non ho più paura adesso, ma anche nella foresta non avevo paura, a organizzare il mio sequestro è stata una delle tante persone che ho aiutato, ma alla fine ne hanno già arrestati quattro...".