Tavaroli insiste: "L'Inter mi chiese un dossier su Moggi"
CalcioL'ex capo della security di Telecom e Pirelli parla in aula nel processo sui dossier illegali: "Facchetti aveva avuto una soffiata da un arbitro su possibili frodi fiscali. Per l'Inter la Procura di Milano aveva già valutato queste dichiarazioni nel 2006"
Vecchi veleni del calcio riaffiorano nella Corte d’Assise di Milano, durante il processo per i dossier illegali che l'ex capo della security di Telecom e Pirelli ha ammesso di aver confezionato. L'ultima ammissione riguarda l'ex direttore generale della Juventus Luciano Moggi. Tavaroli, sentito come testimone - imputato di reato connesso, ha spiegato che su Moggi fu Adamo Bove, ex dirigente Telecom morto suicida, a fare "l'analisi del traffico telefonico", un'attività – ha spiegato Tavaroli - "finalizzata a confermare dichiarazioni che l'Inter aveva ricevuto da un arbitro su possibili frodi fiscali". Inoltre ha aggiunto: "sull'esito del dossier ebbi un incontro con Facchetti. Non so se Facchetti poi riferì a Moratti".
La scorsa settimana, rispondendo a domanda dell'avvocato Irma Conte, difensore dell'ex arbitro Massimo De Santis, Tavaroli ammise di aver commissionato un incarico a un investigatore per conto dell’Inter, lavoro fatturato poi alla struttura Telecom-Pirelli che egli stesso guidava. L'Inter in questo procedimento in corso non è parte, la linea dei suoi avvocati è nota: di questi dossier si occupò già la Procura di Milano nel 2006 e non contestò ai dirigenti interisti alcun reato, anche il dettaglio della mancata fatturazione alla società spiegherebbe come l’Inter sia estranea, nonostante le dichiarazioni di Tavaroli che ha già patteggiato una condanna a 4 anni di reclusione per l'attività di spionaggio compiuta, mentre il gip ha già chiesto l’archiviazione per moltissimi altri fatti contestati alla vecchia dirigenza Telecom, compreso Marco Tronchetti Provera. Restano i veleni che nessuna sentenza ha mai bonificato
La scorsa settimana, rispondendo a domanda dell'avvocato Irma Conte, difensore dell'ex arbitro Massimo De Santis, Tavaroli ammise di aver commissionato un incarico a un investigatore per conto dell’Inter, lavoro fatturato poi alla struttura Telecom-Pirelli che egli stesso guidava. L'Inter in questo procedimento in corso non è parte, la linea dei suoi avvocati è nota: di questi dossier si occupò già la Procura di Milano nel 2006 e non contestò ai dirigenti interisti alcun reato, anche il dettaglio della mancata fatturazione alla società spiegherebbe come l’Inter sia estranea, nonostante le dichiarazioni di Tavaroli che ha già patteggiato una condanna a 4 anni di reclusione per l'attività di spionaggio compiuta, mentre il gip ha già chiesto l’archiviazione per moltissimi altri fatti contestati alla vecchia dirigenza Telecom, compreso Marco Tronchetti Provera. Restano i veleni che nessuna sentenza ha mai bonificato