Scommesse, Conte verso il patteggiamento: fuori 3 mesi
CalcioSqualifica e ammenda. I legali dell'allenatore della Juventus avrebbero trovato l'accordo con la Procura Federale. Il tecnico era stato deferito per omessa denuncia su due presunte combine. Portanova invece attacca: "Non ho commesso nessun reato"
Antonio Conte verso il patteggiamento a tre mesi di squalifica e una consistente ammenda. A quanto si apprende, i legali dell'allenatore della Juventus - deferito per omessa denuncia di presunte combine su Novara-Siena e AlbinoLeffe-Siena della stagione 2010/11 - avrebbero trovato un accordo di massima con la Procura federale.
L'accordo verrà sottoposto mercoledì mattina, in apertura del processo sportivo che si svolgerà presso l'ex Ostello della gioventù del Foro Italico, alla Commissione Disciplinare. Che dovrà decidere se accordare o meno il patteggiamento ad Antonio Conte. In caso di risposta positiva, l'ex tecnico del Siena potrà tornare a sedere sulla panchina bianconera a partire dal 1° novembre.
Chi invece ha scelto di non patteggiare è Antonio Portanova. Il difensore del Bologna non ci sta e a pochi giorni dal dibattimento davanti alla Corte Federale dichiara tutta la propria innocenza: "In questi giorni - ha detto - ho subito attacchi così pesanti che avrebbero abbattuto un mammut. Mia moglie è stata insultata tre volte, gli sono stati buttati addosso degli slip, i miei figli non volevano più andare a scuola perché il loro padre era un ladro che vendeva le partite. Io sono qui per dire a tutti, stampa e tifosi che anche un solo giorno di stop sarebbe per me un errore perché non ho commesso alcun reato".
Portanova prosegue: "È il momento più brutto della mia vita, non ho mai scommesso e ho sempre dato il cuore, però devo ringraziare la Procura di Bari perché scavando in questa inchiesta mi ha permesso di capire chi mi vuole bene e chi no. La vera pugnalata è stata non essere chiamato dal Bologna per la presentazione delle maglie".
Insieme a Portanova l'avvocato Gabriele Bordone, legale anche del team manager felsineo Marcello Sanfelice, deferito assieme a Marco Di Vaio per omessa denuncia. Bordone ha spiegato che tra le prove figurano le telefonate tra Portanova e Di Vaio e quella tra Portanova e gli inviati di Masiello, "telefonate che non sono mai avvenute", afferma il legale.
Ma Portanova accettera' mai un patteggiamento? "Se l'accusa fosse stata di omessa denuncia, si sarebbe anche potuto pensare ad accettare una pena formale per tornare ad essere subito a disposizione della squadra, ma così assolutamente no".
L'accordo verrà sottoposto mercoledì mattina, in apertura del processo sportivo che si svolgerà presso l'ex Ostello della gioventù del Foro Italico, alla Commissione Disciplinare. Che dovrà decidere se accordare o meno il patteggiamento ad Antonio Conte. In caso di risposta positiva, l'ex tecnico del Siena potrà tornare a sedere sulla panchina bianconera a partire dal 1° novembre.
Chi invece ha scelto di non patteggiare è Antonio Portanova. Il difensore del Bologna non ci sta e a pochi giorni dal dibattimento davanti alla Corte Federale dichiara tutta la propria innocenza: "In questi giorni - ha detto - ho subito attacchi così pesanti che avrebbero abbattuto un mammut. Mia moglie è stata insultata tre volte, gli sono stati buttati addosso degli slip, i miei figli non volevano più andare a scuola perché il loro padre era un ladro che vendeva le partite. Io sono qui per dire a tutti, stampa e tifosi che anche un solo giorno di stop sarebbe per me un errore perché non ho commesso alcun reato".
Portanova prosegue: "È il momento più brutto della mia vita, non ho mai scommesso e ho sempre dato il cuore, però devo ringraziare la Procura di Bari perché scavando in questa inchiesta mi ha permesso di capire chi mi vuole bene e chi no. La vera pugnalata è stata non essere chiamato dal Bologna per la presentazione delle maglie".
Insieme a Portanova l'avvocato Gabriele Bordone, legale anche del team manager felsineo Marcello Sanfelice, deferito assieme a Marco Di Vaio per omessa denuncia. Bordone ha spiegato che tra le prove figurano le telefonate tra Portanova e Di Vaio e quella tra Portanova e gli inviati di Masiello, "telefonate che non sono mai avvenute", afferma il legale.
Ma Portanova accettera' mai un patteggiamento? "Se l'accusa fosse stata di omessa denuncia, si sarebbe anche potuto pensare ad accettare una pena formale per tornare ad essere subito a disposizione della squadra, ma così assolutamente no".