Berlusconi: "Niente più spese folli, è il Milan dei giovani"
CalcioIl presidente rossonero torna a parlare delle strategie della società: "Non si possono più acquistare campioni affermati come in passato, ma non chiudo ad un ritorno di Kakà". Sulle cessioni: "Fatte per risanare il bilancio"
"Dobbiamo guardare al Milan del presente, che è forte con un quintetto di campioni come Pato, Robinho, Boateng (che vedo da centroavanti), El Shaarawy e Cassano". Il presidente del Milan Silvio Berlusconi dopo un lungo silenzio torna a parlare ai microfoni di Milan Channel del suo Milan, orfano di parecchi campioni del recente passato. "Anche quest'anno il Milan può disputare un ottimo campionato - continua Berlusconi - migliore di quello dell'anno scorso dove ci sono stati infortuni. La situazione economica non consente più le spese dei primi anni '90. Non si possono acquistare giocatori straffermati, come quelli che hanno marcato le campagne acquisti degli scorsi anni. Dobbiamo costruire una grande squadra grazie ai giovani. Il Barcellona ha fatto così. Ricordo che il Milan stellare è partito così: dai Maldini, Baresi, Costacurta".
"Non volevamo cedere sia Ibra che Thiago Silva. Leonardo ci aveva contattato, ma dicemmo no. Poi l'avance del PSG, è proseguita e abbiamo pensato anche al fair-play finanziario". "Con questo sacrificio i conti saranno in ordine per i prossimi 3-4 anni - continua Berlusconi - Il mio cuore piangeva, convinti però di avere in casa giocatori molto validi. In attacco non sentiremo la mancanza di Ibra. In difesa crediamo in Acerbi. Chi non avrebbe voluto vedere ancora ad esempio Seedorf? Il tempo avanza per tutti. Abbiamo dato l'addio a diversi giocatori, ci aggiungo anche Pirlo. Si è trattato di una scelta imposta alle esigenze di bilancio. La mia famiglia ha versato ogni anno 50 milioni nel calcio. Oggi non sarebbe più possibile per noi, che stiamo contenendo le spese nelle altre società. Non potevamo rifiutare la cifra del PSG per i due giocatori: questo ha messo in sicurezza i conti della società".
"Non chiudo ad un ritorno di Kakà". Silvio Berlusconi non chiude la porta ad un ritorno di Kakà in rossonero anche se andranno attentamente verificate le condizioni di tale operazione. "Non ho approfondito l'argomento con Galliani. Kakà è nei nostri cuori per il giocatore e per l'uomo che è. Non chiudo a una possibilità di questo genere anche se bisogna vedere attentamente le condizioni. Kakà è uno di quei giocatori che ha segnato la storia del Milan".
"Non volevamo cedere sia Ibra che Thiago Silva. Leonardo ci aveva contattato, ma dicemmo no. Poi l'avance del PSG, è proseguita e abbiamo pensato anche al fair-play finanziario". "Con questo sacrificio i conti saranno in ordine per i prossimi 3-4 anni - continua Berlusconi - Il mio cuore piangeva, convinti però di avere in casa giocatori molto validi. In attacco non sentiremo la mancanza di Ibra. In difesa crediamo in Acerbi. Chi non avrebbe voluto vedere ancora ad esempio Seedorf? Il tempo avanza per tutti. Abbiamo dato l'addio a diversi giocatori, ci aggiungo anche Pirlo. Si è trattato di una scelta imposta alle esigenze di bilancio. La mia famiglia ha versato ogni anno 50 milioni nel calcio. Oggi non sarebbe più possibile per noi, che stiamo contenendo le spese nelle altre società. Non potevamo rifiutare la cifra del PSG per i due giocatori: questo ha messo in sicurezza i conti della società".
"Non chiudo ad un ritorno di Kakà". Silvio Berlusconi non chiude la porta ad un ritorno di Kakà in rossonero anche se andranno attentamente verificate le condizioni di tale operazione. "Non ho approfondito l'argomento con Galliani. Kakà è nei nostri cuori per il giocatore e per l'uomo che è. Non chiudo a una possibilità di questo genere anche se bisogna vedere attentamente le condizioni. Kakà è uno di quei giocatori che ha segnato la storia del Milan".