Torna a casa, piccolo. La Serie A si sta abbassando?

Calcio
Lorenzo Insigne, 163 cm di altezza e una statuina del presepe già pronta per celebrarlo
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Coutinho, Giovinco e Insigne sono tornati nelle squadre che li hanno lanciati. Arrivano a malapena a 170 cm di altezza, eppure si candidano a essere i nuovi condottieri di tre “grandi”

di Vanni Spinella

Di certo c’è che nessuno li chiamerà mai "top player". Ne avrebbero anche i numeri, sicuramente non il fisico. Men che meno la capacità di far sobbalzare sulla sdraio il tifoso da spiaggia, che in questi giorni vive nella speranza di leggere il grande nome accostato a quello della propria squadra del cuore.
Il ritorno alla base di Coutinho, Insigne e Giovinco, rientrati dopo essere stati mandati in prestito a maturare, non ha ancora infiammato nessuno. Sono passati quasi inosservati, ma a quello ci sono abituati. Arrivano a malapena all’1.70 di altezza, non si aspettano certo di essere presentati davanti alla Torre Eiffel.

Eppure, le “grandi” hanno deciso di affidarsi a loro. Come piccoli condottieri non si sono tirati indietro, le hanno prese per mano (manina?) e adesso, fin dalle prime uscite di calcio d’agosto, le stanno trascinando.
Il top dei tap è Lorenzo Insigne, 163 centimetri al servizio di un Napoli che cerca di dimenticare Lavezzi. L’ha svezzato Zeman, torna nella squadra in cui ha fatto tutto il percorso delle giovanili fino all’esordio in A (al momento la sua unica presenza nel massimo campionato italiano). Prima ancora di vedersela con Juve, Milan o Inter, però, si è concesso il lusso di stendere i vice-campioni d’Europa del Bayern Monaco e di caricarsi in spalla il Napoli che ha sconfitto il Bayer Leverkusen. Ancora nessuna statua in suo onore, ma la statuetta del presepe sì (fin troppo facile la battuta di chi la definisce “a grandezza naturale”).

Anche a Torino c’è chi ha bisogno di dimenticare, e per il primo anno senza l’enciclopedico Del Piero ci si è regalati un altro tascabile per nulla economico: 11 milioni per ricomprarsi metà Giovinco – tutto intero misura 164 cm, immaginate cosa possa essere la metà – non sono pochi, specie se si considera che trattasi di talento nato e cresciuto in casa. Aspettando Van Persie o chi per esso, al momento è lui il colpo estivo di Marotta. E se si pensa che i bianconeri avevano messo gli occhi anche su Verratti (165 cm), si intuisce quanto Conte creda nel detto della “botte piccola”.

Rientra dopo un anno di prestito anche Coutinho, cucciolo di brasiliano in uno spogliatoio in cui dominano i vecchi leoni argentini, specialmente dopo che Lucio è stato regalato alla Juventus, Maicon dichiarato cedibile e Julio Cesar messo alla porta (quella d’uscita, s’intende).
Sei mesi, bene, all’Espanyol: ora Stramaccioni lo vede, eccome, e lo schiera con l’altro “1.70” Sneijder o quale suo sostituto. Sarà un caso, ma la gara più importante giocata finora dalla nuova Inter l’hanno decisa proprio loro, aiutati dall’altro piccoletto Nagatomo. E quel Lucas, dovesse mai arrivare, porterebbe altra classe e fantasia, ma di sicuro non aggiungerebbe centimetri all’attacco.

Con il Milan che nel frattempo si libera dello stangone Ibrahimovic, sapendo di dover così rivoluzionare il proprio gioco (chiavi in mano a Cassano, 1.75?), sembra quasi che la Serie A voglia lanciare un messaggio. Le grandi in mano ai piccoli, il campionato che, a occhio, si abbassa. Per alcuni scende anche di livello, per altri si “barcellonizza”: dipende dai punti di vista.