Palazzi: "Bonucci e Pepe da condannare". Domani le sentenze

Calcio
Palazzi, Pepe e Bonucci

Nella fase d'appello del processo sportivo sul calcioscommesse, il procuratore federale ha chiesto di riformare le decisioni della disciplinare e punire i due juventini. Conte si sfoga: "Non patteggerei di nuovo". Il legale di Bonucci: "Masiello mente"

Ore 17.20 - "Siamo chiamati a un lavoro oneroso ma cercheremo di mantenere l'impegno di far uscire il dispositivo entro domani". Con queste parole, alle 17,  il presidente della Corte di Giustizia federale, Gerardo Mastrandrea, ha chiuso la fase dibattimentale del processo d'appello al Calcioscommesse, che si è svolta nell'aula dell'ex Ostello della Gioventù del Foro Italico.

Ore 16.50 -
"La telefonata e la sua durata provano la proposta di combine di Portanova a Di Vaio". Lo ha dichiarato il Procuratore federale, Stefano Palazzi chiedendo alla Corte di Giustizia federale l'acquisizione del tabulato relativo a una telefonata tra il difensore del Bologna e l'allora capitano dei felsinei. Secondo l'accusa, la telefonata dimostrerebbe il tentativo di combine di Bologna-Bari del maggio 2011. Palazzi ha chiesto la squalifica di tre anni di Portanova (la Disciplinare aveva stabilito 6 mesi di stop) e un anno per Di Vaio (prosciolto in primo grado) e la penalizzazione del Bologna di 2 punti e 50mila euro di ammenda. "Portanova intavola la trattativa per alterare il risultato", dice Palazzi.

Ore 14.11 -
"L'incongruenza della sanzione inflitta dalla Disciplinare al Lecce è totale. Nella ricostruzione fatta dalla Procura, il presidente Pierandrea Semeraro si sarebbe affidato a tre personaggi inverosimili come Carlo Quarta, Giuseppe Vives e l'avvocato Starace, un classico millantatore, per combinare la partita Bari-Lecce del maggio 2011. Ma quale interesse avrebbe avuto il Semeraro nell'alterare un incontro dal risultato abbastanza prevedibile, vista la già segnata retrocessione del Bari? Chiedo dunque la totale riforma della decisione di primo grado". Questa la richiesta avanzata dal legale del Lecce Mattia Grassani alla Corte di giustizia federale, nell'ambito dell'udienza d'appello del terzo processo stagionale sul calcioscommesse in corso a Roma, all'ex Ostello della gioventù del Foro Italico.

Ore 13.30 -
"Ci auguriamo di vedere confermata la sentenza".  Così l'avvocato Luigi Chiappero, legale di Leonardo Bonucci e Simone Pepe, a Roma per il processo d'appello davanti alla Corte di giustizia federale sul calcioscommesse relativo al filone d'inchiesta condotto dalla Procura di Bari. "Non abbiamo portato elementi nuovi rispetto al primo grado - ha spiegato Chiappero -. Ci siamo limitati a reinserire i passaggi che mancavano nel ricorso della procura federale. La sentenza parla da sola".

Ore 12.30
- "Andrea Masiello si contraddice più volte e non dice la verità, come rilevato in modo coerente e logico dalla Commissione Disciplinare: Leonardo Bonucci è una persona credibile, definizione della Procura di Bari, e non è mai stato ascoltato perchè indagato, ma soltanto come persona informata sui fatti". Questo il messaggio lanciato da Gian Pietro Bianchi, avvocato del difensore della Juventus Leonardo Bonucci, alla Corte di giustizia federale nell'ambito  dell'udienza d'appello del terzo processo stagionale sul calcioscommesse.

Ore 11.30 -
"La credibilità intrinseca ed estrinseca di Andrea Masiello è ampiamente dimostrata dai fatti". Così il procuratore federale Stefano Palazzi ha motivato il ricorso presentato contro i calciatori Leonardo Bonucci, Simone Pepe, Salvatore Masiello e Nicola Belmonte, tutti prosciolti in primo grado. Palazzi ha chiesto alla Corte di "riformare integralmente le decisioni della Disciplinare e accogliere le richieste già formulate da quest'ufficio (4 anni per Belmonte, 3 anni e 6 mesi per Bonucci e Salvatore Masiello, un anno per Pepe e 50mila euro d'ammenda per l'Udinese, ndr).

Ore 10.20
- E' cominciato alle 10.20 il processo d'appello al Calcioscommesse relativo al filone d'inchiesta della Procura di Bari. Circa un'ora prima, nell'aula dell'ex Ostello della Gioventù del Foro Italico, erano arrivati i calciatori juventini Leonardo Bonucci e Simone Pepe e il difensore del Bologna, Daniele Portanova, accompagnato dalla moglie e dai due figli. La Corte di Giustizia federale, presieduta da Gerardo Mastrandrea, dovrà esaminare, oltre alle posizioni dei tre, anche quelle di altri sette tesserati e di tre club: Bologna, Udinese e Lecce.

Lo sfogo di Conte - "Spero che dopo questa intervista anche al mio peggior nemico vengano dei dubbi". Dopo l'arringa degli avvocati, ecco quella di Antonio Conte. affidata alla Gazzetta dello Sport e rivolta non ai giudici della commissione disciplinare, ma a una giuria ancor più importante per chi vive di calcio: la gente, i tifosi. "Ho sbagliato ad accettare il patteggiamento. Non si patteggia l'innocenza anche se gli avvocati ti consigliano di farlo. Tornassi indietro, non lo rifarei". Poi un messaggio al sistema: "Non si può squalificare una persona in questo modo, senza nessun riscontro: chiunque può alzarsi, puntare il dito su qualcuno e mandarlo al macello. Dei giudici ho fiducia, del sistema meno". E ancora un passaggio è fondamentale: "Se per assurdo avessi ammazzato delle persone, il tifoso juventino sarebbe lo stesso pronto a difendermi. per gli altri accade il contrario. Ma questa storia va al di sopra delle fazioni. Voglio che la gente sappia che una cosa così può capitare a chiunque".

Un accusatore e una teoria, quella del non poteva non sapere. Perché Carobbio avrebbe dovuto mentire? "Fatico a trovare una risposta. Certo, tornassi indietro valuterei la richiesta di partecipare al parto della moglie. E' un momento importante nella vita di una coppia", e Stellini, il collaboratore che per palazzi era troppo stretto per non coinvolgerlo, agiva con Conte o senza di lui? "Stellini mi ha tenuto all'oscuro perché sapeva bene quella che sarebbe stata la mia reazione. Ho un carattere difficile. per una volta dovrebbe essermi d'aiuto. e invece... Sono arrabbiato con Cristian. Dando le dimissioni ha dimostrato senso di responsabilità. Dal punto di vista umano l'affetto resta, ma i suoi comportamenti mi hanno messo in difficoltà e danneggiato". La parola ai giudici: nell'aula della commissione e nell'arena mediatica. Ma l'attesa della sentenza è fatta di serenità e fiducia: "Contro il Parma conto di ritornare in panchina".