Milan, la prima Costa cara: la Samp espugna San Siro
CalcioUn gol del difensore regala i tre punti alla squadra di Ferrara al cospetto di un Milan in ritardo di condizione. Solo Robinho non basta, Pazzini entra nella ripresa ma non si rende pericoloso. Tra i nuovi Montolivo l'unico titolare. Due pali rossoneri
MILAN-SAMPDORIA 0-1
59' Costa
Guarda la cronaca dei match
Le magagne si sono viste tutte, fortuna che il mercato è ancora aperto e, se il club vorrà, potrà intervenire. Questo Milan è sembrato peggiore di quello che lo scetticismo generale dei tifosi aveva disegnato. Soprattutto perché non è riuscito ad ottenere un risultato positivo contro un avversario onestissimo ma per nulla irresistibile, volenteroso e alla fine cinico. La vittoria per 1-0 premia la Samp di Ferrara e sottolinea le lacune di una squadra evidentemente incompleta, certamente non pronta.
Un solo volto nuovo - I dubbi sulla qualità della campagna acquisti sono stati confermati dalle scelte di Allegri. Un solo volto nuovo (Montolivo) nell'undici titolare e un subentrato (Pazzini), ultimo arrivato. Fiducia ai "senatori", Yepes e Bonera in difesa, Flamini a metà campo. Acerbi, Zapata, Constant, poi entrato, tutti a guardare dalla panchina. Galliani (che ha lasciato San Siro scuro in volto prima del termine del match) ha promesso il blitz a Madrid per arrivare a Kakà, forse servirebbe qualcosa in più, magari Lass Diarra, meglio un difensore di fascia (De Sciglio, Antonini e Abate sono in pochi).
Senza punte - L'atteggiamento d'inizio gara, senza punte d'area di rigore, abbinato allo scarso ritmo impresso dai centrocampisti alla manovra ha facilitato il compito dei blucerchiati raccolti, spesso, dietro la linea della palla, pronti a ripartire con il velenoso Eder, aiutato da Kristicic e Estigarribia due centrocampisti in più e non due esterni troppo offensivi. Robinho, seppur il più positivo dei tre attaccanti (e uscito per un affaticamento), ha stentato nel trovare il gioco di sponda. El Shaarawy soffre ancora degli alti e bassi della gioventù e Boateng è generoso ma lontano parente di quello ammirato nella stagione dello scudetto.
Cabala e legni non aiutano - I numeri, o meglio, la buona sorte che ha accompagnato Pazzini in tutti, o quasi gli esordi, bagnati dal gol, questa volta non ha arriso ai rossoneri. Un tempo scarso per provare a smuovere le acque dopo tre mesi di soli allenamenti non potevano garantire all'ex interista una partenza migliore. Ed ancora i due legni colti da Yepes e Boateng aumentano il rimpanto. Per il Milan l'allarme è già suonato alla prima, urgono interventi, altrimenti la stagione rischia di essere tutta in salita.
59' Costa
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Le magagne si sono viste tutte, fortuna che il mercato è ancora aperto e, se il club vorrà, potrà intervenire. Questo Milan è sembrato peggiore di quello che lo scetticismo generale dei tifosi aveva disegnato. Soprattutto perché non è riuscito ad ottenere un risultato positivo contro un avversario onestissimo ma per nulla irresistibile, volenteroso e alla fine cinico. La vittoria per 1-0 premia la Samp di Ferrara e sottolinea le lacune di una squadra evidentemente incompleta, certamente non pronta.
Un solo volto nuovo - I dubbi sulla qualità della campagna acquisti sono stati confermati dalle scelte di Allegri. Un solo volto nuovo (Montolivo) nell'undici titolare e un subentrato (Pazzini), ultimo arrivato. Fiducia ai "senatori", Yepes e Bonera in difesa, Flamini a metà campo. Acerbi, Zapata, Constant, poi entrato, tutti a guardare dalla panchina. Galliani (che ha lasciato San Siro scuro in volto prima del termine del match) ha promesso il blitz a Madrid per arrivare a Kakà, forse servirebbe qualcosa in più, magari Lass Diarra, meglio un difensore di fascia (De Sciglio, Antonini e Abate sono in pochi).
Senza punte - L'atteggiamento d'inizio gara, senza punte d'area di rigore, abbinato allo scarso ritmo impresso dai centrocampisti alla manovra ha facilitato il compito dei blucerchiati raccolti, spesso, dietro la linea della palla, pronti a ripartire con il velenoso Eder, aiutato da Kristicic e Estigarribia due centrocampisti in più e non due esterni troppo offensivi. Robinho, seppur il più positivo dei tre attaccanti (e uscito per un affaticamento), ha stentato nel trovare il gioco di sponda. El Shaarawy soffre ancora degli alti e bassi della gioventù e Boateng è generoso ma lontano parente di quello ammirato nella stagione dello scudetto.
Cabala e legni non aiutano - I numeri, o meglio, la buona sorte che ha accompagnato Pazzini in tutti, o quasi gli esordi, bagnati dal gol, questa volta non ha arriso ai rossoneri. Un tempo scarso per provare a smuovere le acque dopo tre mesi di soli allenamenti non potevano garantire all'ex interista una partenza migliore. Ed ancora i due legni colti da Yepes e Boateng aumentano il rimpanto. Per il Milan l'allarme è già suonato alla prima, urgono interventi, altrimenti la stagione rischia di essere tutta in salita.