Gattuso: "E' un Milan competitivo. Il mercato? Un bel sette"
CalcioL'INTERVISTA. Rino Gattuso parla della sua ex squadra, della Nazionale e a Del Piero, che non lo ha seguito al Sion, manda un grosso in bocca al lupo
Di Gianluca Maggiacomo
Rino Gattuso da giugno veste la maglia del Sion, ma quando c’è da parlare di Milan e di Nazionale non si tira mai indietro. Dice la sua, Ringhio. Su Ibra, sullo sfogo anti-rossonero di Cassano e, in generale, sui nuovi arrivati a Milanello.
Ecco, partiamo proprio da qui. Pazzini si presenta con una tripletta, a centrocampo il rinforzo si chiama De Jong. È un Milan che può puntare allo scudetto? O quest'anno deve accontentarsi di un posto in Champions?
"Io vedo un Milan competitivo. La squadra ha cambiato tantissimi uomini però penso che, per l’ennesima volta, la dirigenza ha costruito un organico importante. Certo, c’è chi è più attrezzato, ma io credo che il Milan possa dire la sua anche quest’anno."
Che voto da al mercato rossonero?
"Secondo me un bel sette se l’è meritato perché negli ultimi giorni si è mosso bene e si è rinforzato lì dove ce n’era bisogno."
Milan, Inter, Napoli e Roma. Faccia la classifica delle anti-Juve.
"È difficile. Il Milan e il Napoli ci saranno. E anche le altre due se la giocheranno fino all’ultimo."
Cassano all’Inter, Pazzini al Milan. Chi ci ha guadagnato?
"Al Milan, per il suo assetto tattico, serviva un attaccante come Pazzini. Stessa cosa per l’Inter con Cassano. Però in questo momento, se andiamo a vedere quello che hanno fatto, dico che ci ha guadagnato di più il Milan."
Pazzini ha le carte in regola per non far rimpiangere Ibra?
"Mah, sono due giocatori diversi. Ibra, al di là dei gol, era un giocatore importante in campo: faceva segnare e giocava per la squadra. Insomma era un vero leader. Uno che ha vinto tanto in carriera, uno che anche in allenamento voleva sempre vincere. È difficile fare un paragone con Pazzini. Quello che posso dire è che Ibra era un grandissimo giocatore."
Ha sentito lo sfogo di Cassano nel giorno della sua presentazione all’Inter? Che idea si è fatto? È stato ingeneroso, come dicono tanti tifosi?
"Antonio al Milan non era felice. Non so per quali motivi ma era così. Su quello che ha detto si vede che lo pensava e se ne assumerà le responsabilità. A me non è sembrato corretto."
Parliamo di Del Piero. Alla fine Alex non l’ha seguita al Sion e ha preferito l’Australia. Vi siete sentiti negli ultimi giorni?
"Sì, ci siamo sentiti. Mi dispiace non sia venuto in Svizzera. Quando si fa una scelta dopo aver giocato tanti anni con una sola maglia bisogna pensare bene a cosa fare. Alessandro non se l’è sentita di venire al Sion e se n'è andato in Australia. Gli faccio un grande in bocca al lupo, sperando che continui a fare le cose che ha sempre fatto."
Venerdì la Nazionale ha dovuto faticare contro la Bulgaria. È rimasto sorpreso dalle difficoltà della squadra ad acciuffare un pari striminzito?
"Ho sentito e letto tante critiche verso gli Azzurri, ma io non sono d’accordo. Secondo me non c’è niente di sorprendente. Quando anche io ero in Nazionale alle prime partite della stagione stentavamo sempre. Le gare di settembre sono sempre difficili perché il campionato da noi in Italia comincia più tardi rispetto a quasi tutte le altre nazioni. Di conseguenza, la forma fisica non è mai la migliore. Ma è una cosa normale. Malgrado ciò, ogni anno sento sempre le stesse polemiche. Io dico invece che la squadra c’è, è guidata da un grandissimo allenatore e sono convinto che l’Italia potrà fare molto bene."
Rino Gattuso da giugno veste la maglia del Sion, ma quando c’è da parlare di Milan e di Nazionale non si tira mai indietro. Dice la sua, Ringhio. Su Ibra, sullo sfogo anti-rossonero di Cassano e, in generale, sui nuovi arrivati a Milanello.
Ecco, partiamo proprio da qui. Pazzini si presenta con una tripletta, a centrocampo il rinforzo si chiama De Jong. È un Milan che può puntare allo scudetto? O quest'anno deve accontentarsi di un posto in Champions?
"Io vedo un Milan competitivo. La squadra ha cambiato tantissimi uomini però penso che, per l’ennesima volta, la dirigenza ha costruito un organico importante. Certo, c’è chi è più attrezzato, ma io credo che il Milan possa dire la sua anche quest’anno."
Che voto da al mercato rossonero?
"Secondo me un bel sette se l’è meritato perché negli ultimi giorni si è mosso bene e si è rinforzato lì dove ce n’era bisogno."
Milan, Inter, Napoli e Roma. Faccia la classifica delle anti-Juve.
"È difficile. Il Milan e il Napoli ci saranno. E anche le altre due se la giocheranno fino all’ultimo."
Cassano all’Inter, Pazzini al Milan. Chi ci ha guadagnato?
"Al Milan, per il suo assetto tattico, serviva un attaccante come Pazzini. Stessa cosa per l’Inter con Cassano. Però in questo momento, se andiamo a vedere quello che hanno fatto, dico che ci ha guadagnato di più il Milan."
Pazzini ha le carte in regola per non far rimpiangere Ibra?
"Mah, sono due giocatori diversi. Ibra, al di là dei gol, era un giocatore importante in campo: faceva segnare e giocava per la squadra. Insomma era un vero leader. Uno che ha vinto tanto in carriera, uno che anche in allenamento voleva sempre vincere. È difficile fare un paragone con Pazzini. Quello che posso dire è che Ibra era un grandissimo giocatore."
Ha sentito lo sfogo di Cassano nel giorno della sua presentazione all’Inter? Che idea si è fatto? È stato ingeneroso, come dicono tanti tifosi?
"Antonio al Milan non era felice. Non so per quali motivi ma era così. Su quello che ha detto si vede che lo pensava e se ne assumerà le responsabilità. A me non è sembrato corretto."
Parliamo di Del Piero. Alla fine Alex non l’ha seguita al Sion e ha preferito l’Australia. Vi siete sentiti negli ultimi giorni?
"Sì, ci siamo sentiti. Mi dispiace non sia venuto in Svizzera. Quando si fa una scelta dopo aver giocato tanti anni con una sola maglia bisogna pensare bene a cosa fare. Alessandro non se l’è sentita di venire al Sion e se n'è andato in Australia. Gli faccio un grande in bocca al lupo, sperando che continui a fare le cose che ha sempre fatto."
Venerdì la Nazionale ha dovuto faticare contro la Bulgaria. È rimasto sorpreso dalle difficoltà della squadra ad acciuffare un pari striminzito?
"Ho sentito e letto tante critiche verso gli Azzurri, ma io non sono d’accordo. Secondo me non c’è niente di sorprendente. Quando anche io ero in Nazionale alle prime partite della stagione stentavamo sempre. Le gare di settembre sono sempre difficili perché il campionato da noi in Italia comincia più tardi rispetto a quasi tutte le altre nazioni. Di conseguenza, la forma fisica non è mai la migliore. Ma è una cosa normale. Malgrado ciò, ogni anno sento sempre le stesse polemiche. Io dico invece che la squadra c’è, è guidata da un grandissimo allenatore e sono convinto che l’Italia potrà fare molto bene."