SuperPippo "l'assatanato" stravince la prima: "Che emozione"
CalcioAll'esordio in gara ufficiale con gli allievi nazionali rossoneri mister Inzaghi stende 5-1 il Bologna. Spalti gremiti e cori da stadio al centro Vismara di Milano. Già si parla di un futuro assicurato sulla panchina del Milan: "E perché no?"
di Alfredo Corallo
Massimiliano Allegri farà bene a preoccuparsi. "Pippo l'assatanato" - copyright di Adriano Galliani - mira in alto, molto in alto. Soltanto per una partita di allievi nazionali ieri pomeriggio al centro Vismara c'erano più di 500 tifosi tra parenti, amici e fidanzate dei calciatori, tutti - ça va sans dire - accorsi nella bollente periferia milanese per salutare la prima ufficiale di Inzaghi sulla panchina dei giovani rossoneri. Perfino i bolognesi non rovineranno la festa aggregandosi all'allegra scampagnata domenicale: nel viaggio di ritorno avranno avuto tempo e modo di smaltire l'irritante indigestione di pere (cinque) affettuoso omaggio al veleno del debuttante tecnico piacentino.
Passeggiando sul Bologna - Tanti i cori e quanta nostalgia su quegli striscioni: dal "Pippo ci manchi" al classico "Ohi ohi ohi, Pippo Inzaghi segna per noi", inevitabile refrain di giornata intonato dalla claque ad ogni squillo dei milanisti. Che aprono già nei minuti iniziali con Vido, si distraggono in occasione del momentaneo pareggio degli ospiti, ma ristabiliscono subito le distanze con la doppietta del gambiano Yussuf Saffa, freddissimo nel trasformare due rigori. Nella ripresa il poker di Molfetta e il sigillo finale di Miti ispirati dal "lungo" e talentuoso Modic.
Macché allenatore... - SuperPippo, rigorosamente in giacca e cravatta (ma se ne libererà presto) segue e accompagna ogni azione dei suoi, suggerisce la manovra senza usare la bacchetta, non è tipo da fare il professore, lui. "Sì, ma non sono ancora un vero allenatore - ammetterà l'ex attaccante alla fine del match - per il momento mi limito solo a dare qualche consiglio che spero in futuro potrà rivelarsi prezioso. L'approccio alla partita, per esempio: sapevo che sarebbe venuta parecchia gente a vederci ed ero preoccupato che si emozionassero, invece sono stati bravissimi".
Vai Paolino! - Sugli spalti e all'uscita trovi compagni di squadra recenti (Ignazio Abate) e lievemente stagionati, che se vogliamo dirla tutta Paolo Maldini potrebbe giocare tranquillamente una finale di Champions, anche domani. O no? "Esagerato - lo strappiamo per un attimo all'orda di signore bramose di immortalarsi con la leggenda - no, preferisco veder giocare i miei figli". Christian fa parte della rosa degli Inzaghi boys, il più piccolo, Daniel, milita negli esordienti, sgambetta sul prato a fianco del campo centrale. "Pippo ha scelto di intraprendere questa carriera e un po' di gavetta non gli farà male - ci spiega Maldini - chissà che tra qualche anno non ce lo ritroveremo seduto sulla panchina del Meazza". E lei, com'è finita col Psg? "Ma se si sta così bene qui...".
Allegri, ma non troppo - Intanto SuperPippo abbraccia la folla che lo travolge di foto, baci e richieste d'autografi che qualcuno sognava fin da bambino (con immancabili pseudo-scene di svenimento della serie "ora potrei morire in pace") e c'è tempo anche per l'ultima battuta. "Allenare il Milan un giorno? Se diventerò bravo perché no, magari l'opportunità mi verrà offerta. Allegri? No, non ho chiamato lui per delle dritte, ho sentito Ancelotti...". Eccola: è la nuova vita di mister Filippo Inzaghi da Piacenza (ma bomber dentro, forever).
Massimiliano Allegri farà bene a preoccuparsi. "Pippo l'assatanato" - copyright di Adriano Galliani - mira in alto, molto in alto. Soltanto per una partita di allievi nazionali ieri pomeriggio al centro Vismara c'erano più di 500 tifosi tra parenti, amici e fidanzate dei calciatori, tutti - ça va sans dire - accorsi nella bollente periferia milanese per salutare la prima ufficiale di Inzaghi sulla panchina dei giovani rossoneri. Perfino i bolognesi non rovineranno la festa aggregandosi all'allegra scampagnata domenicale: nel viaggio di ritorno avranno avuto tempo e modo di smaltire l'irritante indigestione di pere (cinque) affettuoso omaggio al veleno del debuttante tecnico piacentino.
Passeggiando sul Bologna - Tanti i cori e quanta nostalgia su quegli striscioni: dal "Pippo ci manchi" al classico "Ohi ohi ohi, Pippo Inzaghi segna per noi", inevitabile refrain di giornata intonato dalla claque ad ogni squillo dei milanisti. Che aprono già nei minuti iniziali con Vido, si distraggono in occasione del momentaneo pareggio degli ospiti, ma ristabiliscono subito le distanze con la doppietta del gambiano Yussuf Saffa, freddissimo nel trasformare due rigori. Nella ripresa il poker di Molfetta e il sigillo finale di Miti ispirati dal "lungo" e talentuoso Modic.
Macché allenatore... - SuperPippo, rigorosamente in giacca e cravatta (ma se ne libererà presto) segue e accompagna ogni azione dei suoi, suggerisce la manovra senza usare la bacchetta, non è tipo da fare il professore, lui. "Sì, ma non sono ancora un vero allenatore - ammetterà l'ex attaccante alla fine del match - per il momento mi limito solo a dare qualche consiglio che spero in futuro potrà rivelarsi prezioso. L'approccio alla partita, per esempio: sapevo che sarebbe venuta parecchia gente a vederci ed ero preoccupato che si emozionassero, invece sono stati bravissimi".
Vai Paolino! - Sugli spalti e all'uscita trovi compagni di squadra recenti (Ignazio Abate) e lievemente stagionati, che se vogliamo dirla tutta Paolo Maldini potrebbe giocare tranquillamente una finale di Champions, anche domani. O no? "Esagerato - lo strappiamo per un attimo all'orda di signore bramose di immortalarsi con la leggenda - no, preferisco veder giocare i miei figli". Christian fa parte della rosa degli Inzaghi boys, il più piccolo, Daniel, milita negli esordienti, sgambetta sul prato a fianco del campo centrale. "Pippo ha scelto di intraprendere questa carriera e un po' di gavetta non gli farà male - ci spiega Maldini - chissà che tra qualche anno non ce lo ritroveremo seduto sulla panchina del Meazza". E lei, com'è finita col Psg? "Ma se si sta così bene qui...".
Allegri, ma non troppo - Intanto SuperPippo abbraccia la folla che lo travolge di foto, baci e richieste d'autografi che qualcuno sognava fin da bambino (con immancabili pseudo-scene di svenimento della serie "ora potrei morire in pace") e c'è tempo anche per l'ultima battuta. "Allenare il Milan un giorno? Se diventerò bravo perché no, magari l'opportunità mi verrà offerta. Allegri? No, non ho chiamato lui per delle dritte, ho sentito Ancelotti...". Eccola: è la nuova vita di mister Filippo Inzaghi da Piacenza (ma bomber dentro, forever).