Casa (di cura) Bologna: dove si rigenerano vecchi campioni

Calcio
Gilardino e Diamanti festeggiano: i loro gol hanno ribaltato la Roma di Zeman
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Alberto Gilardino è solo l'ultimo della comitiva. Prima di lui ci furono Baggio, Signori e Di Vaio. Arrivati in rossoblù a 30 anni passati, quando tutti li danno per finiti, e capaci di vivere una seconda giovinezza

di Vanni Spinella

Sarà l’aria, sarà la dieta. O magari l’acqua: perché a questo punto sorge veramente il dubbio che nel centro sportivo di Bologna nascondano una piscina “alla Cocoon”, per chi ricorda il celebre film in cui un gruppo di arzilli nonnetti ringiovaniva dopo un tuffo nella vasca miracolosa.
Fatto sta che se sei vecchio (o almeno, nel mondo del calcio ti chiamano così), sei quasi finito (sempre per i luminari del pallone) e un tempo eri abituato a segnare valanghe di gol, a Bologna hai ottime possibilità di ritrovare la via. Quella della rete, chiaramente.

Alberto Gilardino, 2 gol alla Roma con la maglia rossoblù numero 10 sulle spalle, è l’ultimo miracolato sulla via Emilia. E adesso si discute già su dove possa arrivare (perché non alla doppia cifra?) dopo un anno da dimenticare, trascorso metà in viola (due gol) e metà al Genoa (4 reti in sei mesi). Poi bastano due boccate d’aria di Bologna, ed ecco una doppietta nel giro di 20’.

La "teoria di Cocoon" trova conferma nelle storie che altri grandi “vecchi” campioni possono raccontare, senza neanche andare troppo indietro con la memoria.
Estate 1997: un certo Baggio Roberto, classe 1967 e dunque già trentenne (leggi: vecchio), non trova più lo spazio che cerca nel Milan e sceglie il rossoblù. Maglia numero 10, ovviamente. Senza più il codino e con i capelli che iniziano a tendere al grigio, Baggio vive all’ombra delle due Torri la sua miglior stagione dal punto di vista realizzativo (22 gol in 30 partite), risvegliando l’interesse dell’allora ct della Nazionale, Cesare Maldini, e di una nuova “big”, l’Inter, che lo ingaggia a fine campionato.

Perso Baggio, il Bologna punta su Beppe Signori, ormai ex-bomber del calcio italiano. Sono lontani i tempi in cui si esaltava nel tridente di Zeman e l’ultima stagione alla Samp (17 partite, 3 gol) è stata un fiasco. Ancora Bologna, ancora quella maglia numero 10, e la rinascita è compiuta: 15 gol il primo anno, altri 15 il secondo, 16 il terzo, quando ha già 33 anni. Altro che andare in bicicletta: chi conosce la formula del gol, non la dimentica mai.

Ultimo idolo, in ordine di tempo, per i tifosi rossoblù è Marco Di Vaio. Approda al Bologna (allora una neopromossa) nel 2008, a 32 anni suonati, facendo gridare "Al vecchio! Al vecchio!". Per quasi tutti ha già sparato le sue migliori cartucce, come testimoniano le deludenti stagioni in Francia (solo 8 gol in due anni al Monaco) e al Genoa (9 gol in un campionato di B, appena 3 l’anno dopo).
Bologna lo accoglie a braccia aperte, e lui ripaga la fiducia dell'ambiente andando a segno già al debutto, contro il Milan. Alla fine dell’anno si conteranno 24 gol (battuto il record di Baggio) in 38 partite, e anche nelle stagioni successive andrà sempre in doppia cifra.
In estate Di Vaio è partito, lasciando libera la piscina. E a 30 anni compiuti, Gila è pronto a tuffarsi.