Lazio, guai per Zauri: è indagato per riciclaggio a Milano

Calcio
Dal suo ritorno alla Lazio, nel 2011, Luciano Zauri ha collezionato solo 7 presenze in campionato
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Sotto la lente della procura un versamento in nero da un milione di euro, che il giocatore della Lazio avrebbe incassato su conti svizzeri per il trasferimento dalla Samp. Regista dell'operazione sarebbe Tullio Tinti, procuratore di Pirlo, Toni e Pazzini

Sembra non esaurirsi mai il ciclone giudiziario che sta investendo il mondo del calcio. Questa volta, tocca a Luciano Zauri finire nel mirino della procura di Milano. Il giocatore della Lazio è indagato per riciclaggio in relazione a un presunto versamento "in nero" da un milione di euro, che avrebbe ottenuto su conti svizzeri, nel 2011, nell'ambito del suo trasferimento dalla Sampdoria alla società biancoceleste.

L'inchiesta era nata nei mesi scorsi dalle rivelazioni del "faccendiere" svizzero Giuseppe Guastalla, già coinvolto nell'inchiesta, sempre per riciclaggio, su banca Italease. Insieme a Luciano Zauri è indagato il suo procuratore Tullio Tinti: anche per lui l'accusa è di riciclaggio per il ruolo che avrebbe rivestito nel fare ottenere al calciatore la somma.

La Procura milanese ha anche inoltrato nella primavera scorsa una rogatoria negli Stati Uniti, dove sarebbe transitato il denaro, ma non ha ancora ricevuto risposta. Il sospetto degli investigatori è che Tinti - già procuratore tra gli altri di Luca Toni, Giampaolo Pazzini e Marco Borriello - si occupasse non solo di contratti milionari e scambi di mercato, ma anche di riciclare denaro attraverso fondi esteri e false fatture. Soldi che così sarebbero stati sottratti al fisco e trasferiti su fondi esteri.

Sempre a partire dalle rivelazioni di Guastalla, il pm Carlo Nocerino aveva avviato un'inchiesta su 280 società calcistiche finite nel mirino per una maxievasione fiscale. L'inchiesta aveva svelato che Guastalla e alcuni suoi collaboratori, arrestati nel 2009 nell'inchiesta su Italease, gestivano una serie di società estere costruite per permettere ad altre italiane di creare fondi neri oltre confine. Gli atti di questa inchiesta erano poi stati inviati al procuratore federale della Figc Stefano Palazzi per eventuali sanzioni da parte della giustizia sportiva.