Cagliari-Roma non si gioca. Peggio di così non poteva andare
CalcioSe crolla la prima certezza, l'appuntamento con la partita, tutto rischia di saltare. Solo con la deroga si è finto che tutto fosse normale. E invece di normale non c'era nulla. Estate trascorsa tra promesse inutili. E la Lega che ha assistito impotente
Se crolla la prima certezza, l'appuntamento con la partita, tutto rischia di saltare. Il campionato più in crisi tra le grandi leghe d'Europa, alla quarta giornata, conosce il primo rinvio. Motivi di ordine pubblico costituiscono la ragione ufficiale del rinvio a data da destinarsi di Cagliari-Roma, incontro che avrebbe dovuto disputarsi a porte chiuse per l'inidoneità dello stadio a garantire sicurezza al pubblico. E' stata la reazione dello Stato a una minaccia partita dalla società di Cellino: far arrivare comunque i tifosi, di fatto un atto di sfida. Che ha provocato l'immediata irritazione della Federcalcio e l'apertura di un'inchiesta dagli esiti preoccupanti per il Cagliari e il suo presidente. Una storia di contrasti e di dispetti che va avanti da anni, da quando il Sant'Elia ha evidenziato i segni del tempo e i limiti di una manutenzione inefficiente.
Solo con la deroga - che dura da troppi mesi per quello come per altri impianti - solo con la deroga si è finto che tutto fosse normale. E invece di normale non c'era nulla. Gli effetti sono stati puntualmente registrati: spalti chiusi, e spettacolo dimezzato dall'assenza di pubblico. Una spettatrice, impotente, c'era: la Lega Calcio, organizzatrice del campionato, dispensatrice delle eccezioni alla regola e titolare dei diritti televisivi venduti a carissimo prezzo. Il trasferimento a Trieste con i charter che trasportavano qualche centinaio di tifosi e un piccolo esercito di steward furono la conclusione paradossale dell'ultima stagione.
L'estate è trascorsa tra le promesse di un quasi impossibile trasferimento nell'impianto di Quartu Sant'Elena e le minacce di altre peregrinazioni. Nel mezzo di questo caos i diritti dei tifosi e gli impegni sottoscritti dal Cagliari e dalla Lega per garantire un campionato regolare. Tutto saltato dopo quattro giornate. Cagliari-Roma non si gioca: la Roma ha fatto un'inutile trasferta nell'isola e chiederà che le venga riconosciuta la vittoria a tavolino, per quel che conta (e conta milioni di euro) tutta l'organizzazione per assicurare la trasmissione della partita è miseramente saltata. Nel caso di recupero della partita sarà problematico trovare una data. La stagione peggio non poteva cominciare.
Solo con la deroga - che dura da troppi mesi per quello come per altri impianti - solo con la deroga si è finto che tutto fosse normale. E invece di normale non c'era nulla. Gli effetti sono stati puntualmente registrati: spalti chiusi, e spettacolo dimezzato dall'assenza di pubblico. Una spettatrice, impotente, c'era: la Lega Calcio, organizzatrice del campionato, dispensatrice delle eccezioni alla regola e titolare dei diritti televisivi venduti a carissimo prezzo. Il trasferimento a Trieste con i charter che trasportavano qualche centinaio di tifosi e un piccolo esercito di steward furono la conclusione paradossale dell'ultima stagione.
L'estate è trascorsa tra le promesse di un quasi impossibile trasferimento nell'impianto di Quartu Sant'Elena e le minacce di altre peregrinazioni. Nel mezzo di questo caos i diritti dei tifosi e gli impegni sottoscritti dal Cagliari e dalla Lega per garantire un campionato regolare. Tutto saltato dopo quattro giornate. Cagliari-Roma non si gioca: la Roma ha fatto un'inutile trasferta nell'isola e chiederà che le venga riconosciuta la vittoria a tavolino, per quel che conta (e conta milioni di euro) tutta l'organizzazione per assicurare la trasmissione della partita è miseramente saltata. Nel caso di recupero della partita sarà problematico trovare una data. La stagione peggio non poteva cominciare.