Le partenze lente di Inter e Milan, oltre alla delusione, mettono un po' di malinconia. Finiti i tempi in cui i rossonerazzurri conquistavano tutto in Italia e nel Mondo? E' presto per dirlo, ma la Milano del calcio inizia a sembrare decadente
di Diego Ponzé
Oltre che alla delusione, a questo punto, è impossibile non cedere a un po' di malinconia. Perché sarà certamente ancora troppo presto decretare la fine di quella Milano da bere del calcio - abituata con Milan e Inter a vincere di tutto e (sempre) di più - ma certo, con un inizio così, è difficile non leggere davvero un comune ridimensionamento delle ambizioni. Perchè, senza andar troppo indietro nel tempo, c'era un grande prato, mica tanto verde, dove però crescevano davvero speranze, e soprattutto campioni che festeggiavano vittorie su vittorie. Prima tutte da una parte, poi tutte ma proprio tutte dall'altra. E se vinceva solo una e non l'altra, in Europa e nel Mondo, trionfava sempre comunque la città.
Portali via da questo Milan piccolo piccolo dentro e lontano da San Siro, e da un'Inter sì in crisi di risultati solo in casa ma comunque già attardata a meno 6 dalla Juve. Bianconeri terribili e imprendibili, proprio come Udinese e Siena. Squadre rispettabili, per carità, ma fa sinceramente effetto vedere proprio il siena - la squadra contro cui l'Inter più d'una volta si è cucita addosso gli ultimi scudetti - ammutolire tutto San Siro, o il Milan crollare a Udine, dove l'anno scorso sembrava poter ripartire la riscossa. Con i fischi che iniziano a piovere anche su due finora intoccabili come i rispettivi numeri 10, e la pressione che poi magari spinge Boateng a queste intemperanze, e Snejider a evidenti e ripetute insofferenze. Siamo, forse, di fronte alla fine dell'impero, se in panchina finisce anche Zanetti, che abbiamo sempre considerato eterno ma eterno non può essere? Prematuro, dirlo adesso che per Allegri e Stramaccioni qualcosa è forse compromesso, ma non ancora tutto perduto. Perché c'è una bella differenza, tra una Milano grande decaduta e una Milano che inizia a sembrare decadente, ma ancora capace di accendere le luci a San Siro.
Oltre che alla delusione, a questo punto, è impossibile non cedere a un po' di malinconia. Perché sarà certamente ancora troppo presto decretare la fine di quella Milano da bere del calcio - abituata con Milan e Inter a vincere di tutto e (sempre) di più - ma certo, con un inizio così, è difficile non leggere davvero un comune ridimensionamento delle ambizioni. Perchè, senza andar troppo indietro nel tempo, c'era un grande prato, mica tanto verde, dove però crescevano davvero speranze, e soprattutto campioni che festeggiavano vittorie su vittorie. Prima tutte da una parte, poi tutte ma proprio tutte dall'altra. E se vinceva solo una e non l'altra, in Europa e nel Mondo, trionfava sempre comunque la città.
Portali via da questo Milan piccolo piccolo dentro e lontano da San Siro, e da un'Inter sì in crisi di risultati solo in casa ma comunque già attardata a meno 6 dalla Juve. Bianconeri terribili e imprendibili, proprio come Udinese e Siena. Squadre rispettabili, per carità, ma fa sinceramente effetto vedere proprio il siena - la squadra contro cui l'Inter più d'una volta si è cucita addosso gli ultimi scudetti - ammutolire tutto San Siro, o il Milan crollare a Udine, dove l'anno scorso sembrava poter ripartire la riscossa. Con i fischi che iniziano a piovere anche su due finora intoccabili come i rispettivi numeri 10, e la pressione che poi magari spinge Boateng a queste intemperanze, e Snejider a evidenti e ripetute insofferenze. Siamo, forse, di fronte alla fine dell'impero, se in panchina finisce anche Zanetti, che abbiamo sempre considerato eterno ma eterno non può essere? Prematuro, dirlo adesso che per Allegri e Stramaccioni qualcosa è forse compromesso, ma non ancora tutto perduto. Perché c'è una bella differenza, tra una Milano grande decaduta e una Milano che inizia a sembrare decadente, ma ancora capace di accendere le luci a San Siro.