Morosini, c'è un quarto indagato a Pescara
CalcioSi tratta del dottor Paloscia, primario dell'ospedale civile di Pescara. Il 14 aprile scorso si trovava allo stadio Adriatico, in tribuna, per seguire la gara con il Livorno: era arrivato a bordo campo 4 minuti dopo il malore del giocatore poi deceduto
C'è rimasto molto male il dottor Paloscia, il primario dell'ospedale civile di Pescara, quando ha saputo che la procura lo ha iscritto due giorni fa nel registro degli indagati per il caso Morosini. Leonardo Paloscia, cardiologo stimato, si era precipitato dagli spalti sul terreno erboso per tentare di essere utile, quel tragico 14 aprile scorso, per vedere se la sua esperienza poteva far qualcosa per salvare lo sfortunato calciatore del Livorno, morto a seguito di una cardiomiopatia aritmiogena.
Paloscia era arrivato a bordo campo dalle tribune 4' minuti dopo il malore di Morosini, mentre i due medici sociali del Livorno e del Pescara si affannavano attorno al corpo del giocatore disteso a terra sul prato dello stadio Adriatico. Anche lui quindi dovrà rispondere del reato di omicidio colposo, lo stesso che il pm Valentina D'Agostino ha contestato agli altri tre indagati, ossia Porcellini e Sabatini, rispettivamente sanitari del Livorno e del Pescara, e il dottor Vito Molfese.
Paloscia entra così nell'incidente probatorio che si terrà il prossimo 9 novembre così come richiesto dalla stessa procura pescarese. Ci entra perché era il quarto medico presente fisicamente in quei concitati minuti, e perché fu lui a salire sull'ambulanza che portava Morosini all'ospedale nell'ultima e affannosa corsa per tentare di salvarlo. E' bene ricordare che il gip Michela Di Fine ha disposto l'incidente probatorio per cristallizzare tutti i documenti, perizie e dichiarazioni confluiti nel fascicolo redatto dalla Digos pescarese che si è occupata materialmente del caso: i tre periti nominati dal Gip dovranno studiare tutte le carte e emettere il loro parere.
Quindi l'iscrizione del cardiologo sul registro degli indagati disposta tardivamente dal pm è per permettere anche a Paloscia di entrare nell'incidente probatorio, forse per le dichiarazioni di qualche testimone. Ma di cosa può essere imputato Paloscia? Tutto ruota intorno al quesito determinato dalla procura: e cioè se il calciatore poteva essere salvato, magari con l'aiuto del defibrillatore, vero e unico dilemma del caso. Tutto si incentra proprio sul mancato uso del defibrillatore, strumento che era a bordo campo e probabilmente anche nell'ambulanza del 118 con la quale Morosini arrivò all'ospedale.
Il primario cardiologo non ha voluto rilasciare ulteriori dichiarazioni, se non l'amarezza per aver tentato di essersi reso utile in un momento tragico, e di avere comunque fiducia nella giustizia, ma dal suo entourage è uscita una battuta feroce che la dice lunga sullo stato d'animo dei colleghi e cioè "a questo punto ci chiediamo se era meglio restare sugli spalti, ma poi ci rispondiamo che siamo sempre dei medici e che sappiamo quale è il nostro dovere...".
Paloscia era arrivato a bordo campo dalle tribune 4' minuti dopo il malore di Morosini, mentre i due medici sociali del Livorno e del Pescara si affannavano attorno al corpo del giocatore disteso a terra sul prato dello stadio Adriatico. Anche lui quindi dovrà rispondere del reato di omicidio colposo, lo stesso che il pm Valentina D'Agostino ha contestato agli altri tre indagati, ossia Porcellini e Sabatini, rispettivamente sanitari del Livorno e del Pescara, e il dottor Vito Molfese.
Paloscia entra così nell'incidente probatorio che si terrà il prossimo 9 novembre così come richiesto dalla stessa procura pescarese. Ci entra perché era il quarto medico presente fisicamente in quei concitati minuti, e perché fu lui a salire sull'ambulanza che portava Morosini all'ospedale nell'ultima e affannosa corsa per tentare di salvarlo. E' bene ricordare che il gip Michela Di Fine ha disposto l'incidente probatorio per cristallizzare tutti i documenti, perizie e dichiarazioni confluiti nel fascicolo redatto dalla Digos pescarese che si è occupata materialmente del caso: i tre periti nominati dal Gip dovranno studiare tutte le carte e emettere il loro parere.
Quindi l'iscrizione del cardiologo sul registro degli indagati disposta tardivamente dal pm è per permettere anche a Paloscia di entrare nell'incidente probatorio, forse per le dichiarazioni di qualche testimone. Ma di cosa può essere imputato Paloscia? Tutto ruota intorno al quesito determinato dalla procura: e cioè se il calciatore poteva essere salvato, magari con l'aiuto del defibrillatore, vero e unico dilemma del caso. Tutto si incentra proprio sul mancato uso del defibrillatore, strumento che era a bordo campo e probabilmente anche nell'ambulanza del 118 con la quale Morosini arrivò all'ospedale.
Il primario cardiologo non ha voluto rilasciare ulteriori dichiarazioni, se non l'amarezza per aver tentato di essersi reso utile in un momento tragico, e di avere comunque fiducia nella giustizia, ma dal suo entourage è uscita una battuta feroce che la dice lunga sullo stato d'animo dei colleghi e cioè "a questo punto ci chiediamo se era meglio restare sugli spalti, ma poi ci rispondiamo che siamo sempre dei medici e che sappiamo quale è il nostro dovere...".