Allenatori giovani, idee vincenti: è il calcio all'emiliana

Calcio
Eusebio Di Francesco è nato a Pescara l'8 settembre 1969 (getty)
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B COME BARONE. A Di Francesco è riuscita l’impresa di coniugare la solidità del Torino di Ventura e l’effervescenza del Pescara di Zeman di un anno fa: steso il Varese 4-0, comanda a +6 dal Livorno. Adesso, però, pure il Modena si è messo in scia

di DANIELE BARONE

Parenti un poco serpenti ma comunque contenti. Concedeteci la rima, serve per raccontare il lunedì felice di Sassuolo e Modena, di Eusebio Di Francesco e Dario Marcolin, di Boakye e Ardemagni, insomma dei “cugini” che si guardano a venti chilometri di distanza con un po’ di indifferenza (il vero derby per i neroverdi è con la Reggiana o con il Carpi, contro il Bologna per i gialli), che poi usano lo stesso stadio e che stanno viaggiando che è un piacere. Per gli occhi, inanzitutto: giocano bene. Anzi, giocano talmente bene che la classifica è diventata un gioiello.
Che lo fosse per il Sassuolo era storia nota già da un po’, rinnovata settimana dopo settimana da numeri sempre migliori: il primato con zero sconfitte, sei punti sulla seconda, sette sulla terza, dodici sulla settima e poi i 19 gol segnati (secondo attacco dopo quello del Livorno) e i 3 subiti (per distacco la miglior difesa). A Di Francesco è riuscita l’impresa di coniugare, tanto per non andare troppo indietro, la solidità del Torino di Ventura e l’effervescenza del Pescara di Zeman che un anno fa, rispettivamente, avevano incassato due gol in più e segnato uno in più. La squadra perfetta. La robustezza di Terranova e Bianco, la sempre illuminata regia di Magnanelli (ma uno così perché non è in serie A?), il talento giovane del suo attacco: andrà lontano, Eusebio.

Adesso, però, pure il Modena si è messo in scia. Due settimane fa Marcolin si rammaricava più o meno così: “Facciamo un buon calcio, raccogliamo applausi ma io vorrei più concretezza”. Devono averlo ascoltato i suoi ragazzi: 4-0 al Cesena e 3-0 a Cittadella. Bum bum bum. Deve averlo ascoltato soprattutto Matteo Ardemagni uno che, uscito dalla “fabbrica” di Foscarini (22 gol nel 09/10), sembrava avesse perduto la via: solo quattro gol tra Atalanta e Padova. Ma già i cinque gol segnati da gennaio a giugno, arrivando a Modena, erano stati un segnale, stava tornando. La tripletta al Cesena e la doppietta al Tombolato (e il totale fa 7) sono stati la conferma: il campionato ha ritrovato un grande protagonista. E intorno a lui una squadra che cresce per davvero, con il terzo attacco e la terza difesa del torneo.

Sassuolo leader con gli applausi di tutti, Modena dentro la zona play-off , allenatori giovani (da giocatori si sfidavano nel derby di Roma), idee vincenti. Il calcio all’emiliana, quest’anno, funziona così. Funziona benone. Come un piatto di tortellini e un bicchiere di lambrusco.